Ti prego, lasciati odiare è un romanzo senza pretese, una storia sentita migliaia di volte, una lettura scorrevole con i protagonisti che giocano con l’amore tra battute spassose e situazioni divertenti; ma forse sono proprio questi ingredienti ad aver assicurato all’autrice, Anna Premoli, la vittoria della sessantunesima edizione del Premio Bancarella.
Pubblicato da Newton Compton, “Ti prego, lasciati odiare” rappresenta il primo caso fortunato in Italia di self publishing: Jennifer e Ian sono due ragazzi a capo di due team di una banca londinese che hanno trascorso gli ultimi cinque anni della loro vita a farsi la guerra, fin quando un giorno sono costretti a lavorare a stretto contatto tra loro per un progetto importante. I due fanno un patto: il fascinoso Ian darà carta bianca alla collega per il progetto se in cambio fingerà di essere la sua fidanzata; non è difficile immaginare come andrà a finire…
Ti prego, lasciati odiare sembra il soggetto di una di quelle commedie inglese o americane con Hught Grant, Julia Roberts o Sandra Bullock (solo che qui la protagonista è bruttina ma simpatica, mentre lui bello e ricco) prevedibili, che strappano qualche risata e con l’immancabile happy-ending, il romanzo della scrittrice croata ma milanese di adozione,classe 1980, che subito è balzato alle prime posizioni nella classifica dei libri più scaricati. In questi casi ci si chiede sempre se il successo sia dovuto ad un’abile operazione di marketing oppure alla voglia di chi cerca un libro, di qualcosa non troppo impegnativo, o meglio un vero e proprio antistress.
Nel primo caso c’è da dire che essere in testa ad un classifica non vuol dire si sia scritto un capolavoro, il gradimento esula da un primo posto in classifica e il lettore può essere semplicemente curioso, dopo tanta pubblicità. Nel secondo caso che non esclude però il primo, c’è forse la reale ragione di questo come di altri fenomeni editoriali: il romanzo si legge tranquillamente in meno di 3 giorni,perfetto per chi ha voglia di sapere subito come va a finire e per i romantici cronici, che non badano alle mancate caratterizzazioni dei personaggi, del linguaggio infantile traboccante di retorica e luoghi comuni. Non c’è nemmeno un accenno minimo allo spazio, ai luoghi, potrebbe essere una qualsiasi città del mondo invece di Londra, se non fosse per la frase “sulla riva sud del Tamigi”.
La bruttina simpatica, intelligente, piena di sé, in gamba solo lei che però casca davanti al ricco, belloccio, indispondente, arrogante di turno e che per di più aveva sempre odiato, è odiabile, ma non per i romanticoni cronici sognanti che non vedono altro che la banale storia d’amore che sembrava inizialmente impossibile per incompatibilità caratteriale, fisica, sociale.
Il Bancarellino invece, ossia il premio riservato alla narrativa per ragazzi è andato ad Elisa Puricelli per “Guerra con cuori di carta”. Le premiazioni sono avvenute lo scorso maggio.