Fascino misterioso, raffinatezza, eleganza e mondanità accendono i corpi e i volti delle sontuose signore nei ritratti di Giovanni Boldini, il grande pittore ferrarese dallo stile unico noto come cantore del lato più salottiero della Parigi fin de siècle, le quali opere saranno in mostra a partire dal prossimo 28 luglio accolte nell’incantevole cornice della Reggia di Venaria a Torino.
Nata dalla grande retrospettiva romana al Complesso del Vittoriano ancora in mostra fino al 16 luglio, prodotta e organizzata da Arthemsia e la Venaria Reale, l’esposizione torinese accoglierà oltre cento capolavori tra olii e pastelli provenienti da importanti collezioni private e dai musei di tutto il mondo per dare gioia all’occhio di chi guarda negli olii e pastelli in un percorso che analizza una lunga e brillante carriera artistica che affonda le sue premesse culturali negli anni Cinquanta dell’Ottocento a Firenze, una delle capitali più libere e attive d’Italia, sotto l’algida di Diego Martelli, l’anima del gruppo di quella schiera di artisti che amava ritrovarsi nel Caffè Michelangelo e teorizzava l’uso semplice della pittura di macchia nella rivolta all’accademismo e nella volontà di ripristinare il senso del vero in opposizione alla forma.
Uno stile elegante quello di Giovanni Boldini (Ferrara, 1847- Parigi, 1931) preceduto dal contatto con i pittori di “macchia” nello studio della ricerca dal vero e dal dipingere per masse di colore contrapposte per poi evolversi sulla scia della rivoluzione del realismo pittorico francese rappresentato dalla messa a nudo operata da Gustave Courbet, le cui opere furono viste da vicino a Parigi da Boldini quando, in occasione dell’Exposition Universalle, nel 1867, egli si trasferì nella capitale francese conoscendovi anche i pittori impressionisti Èdouard Manet, Alfred Sisley ed Edgar Degas. Fondamentale, inoltre, per la sua fortuna artistica si presentò il trasferimento a Londra nel 1870, ove, grazie all’amico Cornwalliswer, il pittore ferrarese entrò nei salotti buoni europei. Fu così che l’attenzione dell’artista si concentrò soprattutto sulle nobili donne dell’alta società borghese fino a diventare uno dei ritrattisti più richiesti della capitale mondiale dell’arte grazie al suo abile pennello dall’uso di colori accesi e densi servendosi della tela come specchio per riflettere l’esagerazione del lusso, del divertimento e della mondanità dei salotti parigini, un mondo annebbiato dal fumo delle sigarette, dal profumo dolce delle signore sofisticate dai volti annoiati nascosti sotto il velo di cipria, dame dai guanti e dai cappellini eleganti che vestono i panni della società del benessere economico dell’Europa a cavallo tra ‘800 e ‘900, la cosiddetta Belle Èpoque.
La mostra torinese, curata da Tiziano Panconi e Sergio Gaddi, offre l’occasione di conoscere e approfondire lo straordinario talento di un grande interprete del ‘900 attraverso le forme, le concezioni pittoriche e i modi delle sue folgoranti donne nei ritratti simbolo dell’elegante Parigi. Opere note come La tenda rossa (1904), Signora che legge (1875), Ritratto di signora in bianco con guanti e ventaglio (1889), Signora bruna in abito da sera (1892 ca.) e il pezzo forte dell’esposizione: la grande tela con il Ritratto di Donna Franca Florio, uno dei capolavori più ammirati e richiesti di sempre. Questo staordinario dipinto, infatti, ha vissuto vicende amministrative e burocratiche da parte delle istituzioni siciliane che lo hanno condotto a una momentanea vendita all’asta sottraendo l’opera, simbolo dei siciliani, al patrimonio artistico da far conoscere e preservare.
Dove: Reggia di Venaria Reale, Piazza della Repubblica, 4- Venaria Reale
Sala delle Arti
Quando: dal 28 luglio 2017 al 28 gennaio 2018
Orari: da martedì a venerdì dalle ore 09:00 alle 17:00
sabato, domenica e festivi dalle ore 9:00 alle 18:30
Biglietti: intero 14€
ridotto 12€