Marino Moretti, il poeta che affermava ‘’di non aver nulla da dire’’, ma che scrisse più di 70 libri. Il poeta umile della letteratura domestica, colui che trasferiva la sua estrema modestia anche nella poesia. Celebre la raccolta Poesie scritte col lapis, ovvero, frammenti e versi potenzialmente cancellabili proprio perché non perfetti. Moretti nasce il 18 Luglio 1885 a Cesenatico. Nel 1902 si trasferisce a Firenze per motivi di studio ma, ben presto, abbandona la vita studentesca per frequentare la scuola di recitazione dove ha modo di conoscere un altro grande nome della letteratura, Aldo Palazzeschi, di cui diviene amico fraterno. Intanto, entra in contatto con altri esponenti del movimento crepuscolare: Govoni, Corazzini, Gozzano. Dichiaratosi, apertamente, contro il fascismo il poeta firma anche il Manifesto antifascista di Benedetto Croce, pur conducendo una vita schiva e solitaria, e non partecipando attivamente alla politica.
Read More »I poeti liguri del ‘900: Sbarbaro, Barile e Montale
Ceccardo Roccatagliata Ceccardi, che fece da cerniera tra la poesia classicheggiante della tradizione e il simbolismo francese, e Mario Novaro, autore di un solo libro di poesie (ricco di risonanze) e fondatore della rivista antologica più ricca del primo 900 “Riviera ligure”, furono indicati da Carlo Bo come poeti che avevano favorito il deciso rinnovamento della nuova poesia del '900. Camillo Sbarbaro pubblicò nel 1914 la sua raccolta di poesie intitolata “Pianissimo”: anche per lui il riferimento culturale più evidente era il simbolismo francese, sul quale aveva innestato i temi che maggiormente gli stavano a cuore: l’assenza di certezze, lo scorrere del tempo, la città come solitudine, la natura come sola occasione di salvezza, il rifugio nei sentimenti familiari.
Read More »Marina Cvetaeva, la guerriera russa con lo sguardo rivolto verso l’Alto
La parabola esistenziale di Marina Ivanovna Cvetaeva è trama romanzesca, leggenda per sua natura. Impossibile trattarla al pari di quella di altri poeti. Impossibile cercare paragoni e somiglianze. Marina vive delle due uniche categorie dell'anima a lei necessarie: l'amore e il dolore. Nella Russia della Rivoluzione Bolscevica, il marito, Sergej Jacovlevic Efron, segue gli eserciti dei Bianchi. Lei rimane sola con due figlie, Alja e Irina. Irina muore di stenti. In Boemia, nel 1921, si ricongiunge al marito che vi si è rifugiato. A Parigi arriva nel Novembre del 1925. Irruente e ribelle, è isolata dalla colonia dei profughi russi. Non si piega a compromessi, non ostenta il suo volto antisovietico.
Read More »Ada Negri, graffiante e solitaria poetessa osteggiata dal mondo
Ada Negri nacque a Lodi il 3 febbraio 1870. Rimasta orfana del padre all'età di un anno, dovette adattarsi a vivere nelle misere stanzette della portineria di casa Barni, dove la nonna svolgeva compiti di portinaia; la madre, Vittoria Cornalba, lavorava presso il lanificio per far studiare la piccola "Dinin".
Read More »Guillaume Apollinaire, poeta cubista e malinconico
Nato a Roma nel 1880, figlio naturale di Francesco Flugi d'Aspermont, nobile napoletano e di una nobildonna di origine polacca, Guillaume Apollinaire, dopo la rottura del rapporto dei genitori, vive con il padre a Montecarlo, finché nel 1899 si trasferisce a Parigi, dove, per guadagnare, svolge lavori diversi che vanno da un impiego in banca alla collaborazione giornalistica alla scrittura di romanzi pornografici.
Read More »Vittorio Bodini, sublime poeta ed eccellente traduttore
Vittorio Bodini nasce a Bari nel 1914, ma vive la sua infanzia e giovinezza a Lecce. Nell'arco della sua vita matura un interesse per le materie umanistiche aderendo sin da giovane al movimento futurista e studiando filosofia all'Università di Firenze dal 1937 al 1940 dove conosce personalità di spicco nel panorama letterario italiano come Mario Luzi, Bigongiari e Parronchi.
Read More »‘Vigore’, il giogo dell’omissione
Vigore Si trascorre un pomeriggio tra la sensazione del non detto e quella fiera del detto tardi. Un caffè è un sintomo di resistenza e la pioggia, quella non riesce proprio a farmi avvincere. Tu che ti aggrappi alla mia …
Read More »Lo stoicismo etico di Eugenio Montale
Eugenio Montale esalta lo stoicismo etico, la compostezza di chi, al di là dei dubbi, delle incertezze, degli ostacoli, delle nefandezze di cui è pregna l’esistenza, riesce comunque a compiere il proprio dovere, a conservare quel barlume di dignità, portando con una rassegnazione che sa più di coraggio, quel malessere del vivere, che è il “manifesto sociale” del Novecento
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