‘Men of Honor’: razzismo e senso dell’onore nell’America degli anni ’50

Non mollare mai… sii sempre il migliore, questa è la frase con la quale Mac Brashear congeda suo figlio Carl il giorno in cui parte dal loro paesino di campagna per entrare in marina. Si tratta del monito che segnerà la vita e la carriera del primo capo palombaro afroamericano della marina militare statunitense, una storia vera che ha ispirato il film del 2000 diretto da George Tillman Jr. Men of Honor. Il cast vanta Robert De Niro, nel ruolo di Billy Sunday, Cuba Gooding Jr, che interpreta il protagonista Carl Brashear, Charlize Theron, nel ruolo di Gwen Sunday, e Aunjanue Ellis, nei panni di Jo Brashear.

Men of Honor: la speranza degli ultimi

Men of Honor racconta non solo la carriera e le difficoltà di Carl Brashear nel farsi strada nel mondo della marina nonostante i pregiudizi razziali dell’America degli anni ’50, ma anche il rapporto fra Carl e il suo istruttore Billy Sunday. I due, dapprima in disaccordo viste le convinzioni razziali di Sunday, diventeranno col tempo grandi amici, tanto che nel periodo di maggior sofferenza per il protagonista, quando gli viene amputata la gamba in seguito a  un incidente in mare, Billy sarà il suo punto fermo, l’istruttore che ha saputo spronarlo a dare il meglio di sé e a non mollare mai. Billy andrà oltre i suoi pregiudizi e vedrà in Carl il migliore allievo mai avuto, mettendo da parte per lui il suo carattere difficile e spalleggiandolo durante la sentenza del tribunale militare per riammetterlo in servizio nonostante l’amputazione. Eppure il rapporto fra i due all’inizio sembrava caratterizzato da una distanza incolmabile, come si può notare da questo frammento di dialogo fra Carl e Billy: Aveva ragione, io e lei non abbiamo niente in comune! Io sarò pure un povero stupido negro di campagna ma almeno cerco di migliorare, lei invece è rimasto il piccolo uomo che è, odioso e insignificante! Senza la tuta da palombaro lei non è che un bastardo, un fallito che una volta era qualcuno! 

Un altro rapporto fondamentale in Men of Honor, per comprendere la trama e il messaggio di speranza contenuto in essa, è quello fra Carl e suo padre. I due si salutano per sempre all’inizio del film, il padre sprona il figlio a dare il massimo e a farsi valere nella vita poco prima della sua partenza per arruolarsi in marina, un monito che Carl ricorderà per tutta la vita, provando a non deludere l’uomo neppure dopo la sua morte.

Men of Honor racconta uno spaccato della società americana dal secondo dopoguerra al periodo del boom economico, in cui le differenze razziali erano ancora evidenti, soprattutto nell’ambito professionale. Il messaggio del film da speranza a chi crede di non aver voce, a chi è sempre stato messo da parte e non ha mai avuto il coraggio di ribellarsi, è un monito a lottare nonostante tutto per ciò in cui si crede. Per Carl Breshear quel “qualcosa” era l’onore.

Il film è stato subito un grande successo al botteghino, incassando poco più di 82 milioni di dollari, e anche della critica, ricevendo due nomination ai Grammy Awards nel 2002, tre agli Image Awards nel 2001, tre nomination ai Black Reed Awards nel 2001.

 

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