Mark Twain e il suo contributo allo sviluppo della letteratura americana contemporanea

Mark Twain precursore della Letteratura Americana Contemporanea vera e propria” a dichiararlo fu il premio Nobel Ernest Hemingway. Suo grande estimatore, l’autore de Il vecchio e il mare, fu colui che più di tutti contribuì alla fama dello scrittore floridano, consigliandolo ai suoi colleghi contemporanei.

Mark Twain pseudonimo attribuitogli in marina, nacque come Samuel Langhorn Clemens in Florida e visse tra l’ottocento e il novecento. Fu tipografo e giornalista, e, solo in seguito scrittore. Twain divenne celebre per aver affrontato nei suoi scritti questioni morali e sociali, mai trattate prima.

La sua grandezza sta nel aver sviluppato temi spinosi con l’utilizzo della satira, suscitando ilarità ma portando il lettore o l’uditore a riflettere sul vero senso dei fatti, accrescendo il proprio io critico. La satira critica valse a Twain la fama e lo consacrò come primo autore interamente di stampo statunitense. Hemingway studiò a fondo le opere celebri di Twain, affermando che tutto ciò che fosse stato scritto prima non avesse racchiuso la vera identità americana. Tra tutte le opere di Twain che possano ben delineare ciò che si intende per letteratura americana moderna e contemporanea, Le avventure di Huckleberry Fin sono quelle che racchiudono la maggior parte delle invettive socio -letterarie che ricorreranno da ora in avanti durante tutto il novecento fino ai nostri giorni. Attingeranno da qui molti dei nomi illustri contemporanei, tra cui Hemingway, Kipling e Salinger. Tutti riporteranno nelle loro opere l’influenza del suddetto romanzo picaresco. I due protagonisti ad esempio ricopriranno un ruolo di primo piano nella letteratura moderna. Con questa duplicità, l’autore espierà il suo pensiero in relazione ai problemi della comunità e la sua personale condizione nella stessa.

Huckleberry e Tom Sawyer sono dunque le due facce dell’autore che li utilizza per descrivere il proprio punto di vista, i propri bisogni partendo da due angolazioni differenti. Egli sente di voler rincorre la libertà a tutti i costi e si batte per essa e per chi la cerca, lontano dalle regole e da quella mentalità chiusa, schematica che si andava a delineare in questi anni in una nazione post-guerra civile. Allo stesso tempo la sua condizione borghese lo lega alla stessa classe e a tutta la gamma di credenze che la caratterizzano.

La critica alla cultura e alla società statunitense cambia, quindi, volto con Twain: infatti mostrare questa duplicità d’ immagine rende le contraddizioni e le incongruenze più facili da afferrare e da comprendere. Le stesse sembrano allontanare l’uomo dalla sua stessa natura di essere umano. Twain nei suoi scritti, tenderà quindi ad esaltare ed a mostrare ogni scena esasperando i comportamenti dei personaggi, suscitando così un riso amaro. Grandi innovazioni dal punto di vista lessicale sono riscontrabili anche nel utilizzo di registri diversi e soprattutto ricorrerà a dizionari principalmente legati alla maggioranza di schiavi neri, esaltando gli errori grammaticali e le cadenze storpiate. Questo espediente compare con Twain per la prima volta in modo così meticoloso tanto che egli stesso sarà spesso accusato dalla critica letteraria di aver utilizzato terminologia denigratoria descrivendo l’uno o l’altro personaggio. Il linguaggio politicamente scorretto sarà tratto distintivo delle opere dell’autore, in seguito, soprattutto nell’affrontare questioni scomode, tanti saranno coloro che proveranno ad imitarlo o trarranno ispirazione.

La satira pungente porterà tanta fama a Mark Twain, sia per i suoi scritti che in giro per il mondo, influenzando tanto anche il panorama europeo. Nei suoi ultimi anni si dedicherà all’orazione pubblica e raccogliendo molti seguaci e estimatori. Il suo impegno sociale e la sua influenza in questioni spinose sono ancora oggi ricordate negli Stati Uniti.

Le Avventure di Huckleberry Fin sono ad oggi opera cardinale nel panorama della letteratura per ragazzi e non mancheranno per tutto il novecento autori che impronteranno le loro opere sul suddetto modello. Tra questi figurano certamente il libro de Il Giovane Holden di Jerome David Salinger, opera celebre del 1951 in cui il protagonista ricorda molto sia Tom Sawyer che Huckleberry Fin: come quest’ultimo egli tenta la fuga tra i boschi verso la libertà. Twain è sicuramente riscontrabile nella serie di fantascienza Star Trek.

Oltre ad aver avuto un peso importante nella letteratura, Twain ha ad oggi grande fama negli Stati Uniti per essere stato punto di riferimento di una società che ambiva a accrescere la sua influenza nel panorama internazionale.

‘Chicche di riso’, l’umorismo di Alessandro Pagani

Chicche di riso dello scrittore e musicista fiorentino Alessandro Pagani (editore “96, Rue de la Fontaine”) è una raccolta di 500 battute e/o freddure tra satira e comicità, tra umorismo e circostanze grottesche, in frasi, neo aforismi e brevi dialoghi, tutti da scoprire.

Con questo nuovo scritto riguardante il mondo della risata, l’autore ha voluto di cogliere i momenti di ‘imbarazzo’ che possono scaturire dall’ambiguità delle parole di tutti i giorni, in quelle situazioni paradossali che possono sembrare banali, ma che a volte non lo sono. Un modo semplice, ma non semplicistico, per non prendersi troppo sul serio.
Al termine del libro, come una sorta di omaggio al lettore, un breve racconto dal titolo Piccolo racconto onirico.

Come recita la prefazione scritta da Cristiano Militello (toscano come l’autore del libro), in “Chicche di riso” Alessandro Pagani, si mette nel solco dei Bartezzaghi e dei Campanile, passando per Woody Allen (la numero 499 avrebbe potuto scriverla tranquillamente lui). L’autore ci regala o, meglio, ci fa pagare il giusto, una valanga di freddure con predilezione per il calembour, anzi, ad esser precisi, per i metaplasmi, le metatassi e i metasememi.

La dimensione schizofrenica della realtà ci fa spesso dimenticare che esiste un luogo parallelo al tangibile, dentro una visione diversa delle cose, in una giustapposizione solo apparentemente incongrua tra ciò che è, quello che sembra e il fantastico opposto: il mondo surreale. Attorno al sottile confine fra oggettività e prospettive meno logiche, questa sfera è il territorio inconsueto dove inoltrarsi e incontrarsi per vedere il mondo da un punto di vista difforme, al fine di esorcizzarne gli effetti (e gli affetti) talvolta troppo gravosi per dominarne stereotipi ed eccessiva sacralità. Attraverso l’ironia, la satira, sarcasmo e ‘ingannevoli’ nonsense, il surreale sovverte ogni aspettativa sistematica andando oltre il raziocinio e la dialettica, servendosi dell’assurdo per innescare provocazioni, allusioni e paradossi più o meno espliciti, che oltrepassano l’ordinarietà. Le cinquecento frasi che seguono, oltre a sfatare luoghi comuni, personaggi reali e dell’immaginario collettivo, tentano di ridicolizzare la consuetudine sociale della monotonia quotidiana attraverso l’uso delle parole e con l’aiuto di situazioni umoristiche che tutti, almeno una volta nella vita, da protagonisti o spettatori, potremmo affrontare.

Chicche d riso è un libro leggero e divertente dedicato soprattutto a chi ha voglia di non prendersi sempre sul serio, chi vuole irridere sui paradossi e contraddizioni della nostra epoca, che però non manca di riflessioni intelligenti e acute sulla vita e sui modi di approcciare ad essa.

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