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Tag Archives: scrittori del 900

‘L’Europa semilibera’ di Piovène: un continente ambiguo

Europa

Può essere interessante rileggere un saggio di taglio giornalistico tutto focalizzato su un’Europa che non c’è più ma che riserva ancora aspetti conoscitivi tali da essere sviluppati in testi apparentemente lontani. L’Europa semilibera di Guido Piovene proponeva nel 1973 una carrellata rapida ma incisiva sopra nazioni che già allora emanavano problemi istituzionali non secondari. Oggi tutto sembra essere mutato ma il dilemma di fondo era già nelle pagine francesi d’apertura: l'unificazione europea. Quale ragione ha di farsi – si chiedeva Piovene – sottolineando quel problema d’identità che affiancava un’unità tutta ancora da inventarsi a oggi secondo criteri non economicistici. Un’unità omogenea veniva rilevata per certi versi nell’area scandinava ma nel contempo trovava campo la consapevolezza di un’Europa disposta a considerare anche l’altro da sé: cercare di capire chi è diverso; pensiero che può tornare utile in una temperie di trapasso come la nostra dove assistiamo ad una fase di forte compressione dell’informazione verso forme liquidatorie di problemi complessi, sotto l’accelerazione di un sapere così frantumato da apparire irriconoscibile.

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Giovanni Papini: l’intellettuale “teppista”

giovanni papini

Giovanni Papini nasce a Firenze nel 1881 in un’Italia che viene definita “l’Italia delle due guerre”, e muore nella sua città d’origine nel 1956. In questo preciso momento storico l’intellettuale sente il bisogno di trasformare radicalmente la cultura e la letteratura. La città fulcro di questa necessità è Firenze dove la giovane generazione degli intellettuali vuole diffondere le proprie idee e i propri programmi attraverso la fondazione di riviste. La più importante tra le prime riviste fiorentine è il «Leonardo» nata nel gennaio del 1903 sotto la direzione di Giovanni Papini e di Giuseppe Prezzolini, e uscita fino all’agosto del 1907.

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Giovanni Battista Angioletti, autore neoclassico

Giovanni Battista Angioletti

Giovanni Battista Angioletti, nasce a Milano il 27 Novembre del 1896, da una famiglia medio-borghese. Già a diciassette anni fonda il suo primo settimanale La TerzaItalia, di stampo nazionalista ed interventista. Il romanzo che invece ha fatto sì che si diffondesse la sua fama in quanto autore è stato Il giorno del giudizio, grazie al quale si è ggiudicato anche il Premio Bagutta.

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Ariosto visto da Pirandello

Luigi Pirandello

Senza dubbio la cultura letteraria novecentesca ha rinvenuto una proiezione speculare di sé più nelle fome del barocco piuttosto che in quelle rinascimentali e del classicismo cinquecentesco, esprimendo la propria identificazione con le immagini della dissonanza, smarrendo ogni tensione verso gli ideali di unità e integrità propri di un'idea classica di letteratura. Pensiamo a Luigi Pirandello e alla sua pratica dell'arte del contrasto e della contraddizione, distonica con i canoni della tradizione letteraria, che però esprime un giudizio sulla civiltà letteraria del rinascimento e in particolar modo su uno dei suoi massimi rappresentanti, Ludovico Ariosto, molto positivo.

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La camera azzurra, il romanzo-interrogatorio di Simenon

La camera azzurra (Adelphi, 2003) è un romanzo di Georges Simenon e viene pubblicato per la prima volta nel 1964; esso va collocato nel genere poliziesco per la presenza di un giudice, di un investigatore e di un’atmosfera che ha non poco a che fare con il giallo ma che da esso si diparte in fretta. O, per meglio dire, chi legge quest'opera avrà una sensazione diversa, in cui languore e disgusto sedimentano e stimolano la lettura che non è quello che si prova leggendo un giallo di Agata Christie.

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Alberto Moravia, ritrattista della borghesia

Alberto Moravia

Alberto Moravia è considerato, insieme alla sua consorte Elsa Morante, unita a lui non solo dal sentimento, bensì dall'amore per la scrittura, uno dei migliori, più intensi scrittori che l'Italia abbia mai avuto l'onore di conoscere. Un uomo che cresce in un ambiente famigliare piuttosto difficile; a tal fine sembra doveroso richiamarsi agli anni giovanili, quelli in cui prima dell'artefice de Gli indifferenti in cui il bambino Moravia nasce e cresce, nel quale maturano ferite che rimarranno nascoste ma svelate, ben presto, in quelli che potremmo definire i romanzi della borghesia.

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