Cime tempestose” in edizione speciale: più di 6.000 copie in dono alle scuole di tutta Italia, per il progetto “Un libro tante scuole

Romanzo unico per intensità visionaria e originalità narrativa. Pagine amate per la capacità di esplorare temi universali come l’amore e la morte e la forza estrema dei sentimenti. Capolavoro della letteratura gotica e romantica che vanta innumerevoli adattamenti cinematografici, teatrali e musicali. Cime tempestose di Emily Brontë è l’opera scelta dal Salone Internazionale del Libro di Torino per la quarta edizione del progetto di lettura condivisa Un libro tante scuole. Coinvolti attorno al libro, con propri contributi, le autrici e gli autori Annalena BeniniEdoardo AlbinatiTeresa CiabattiAntonella LattanziLiliana RampelloChiara TagliaferriAlice Urciuolo e l’attrice Daria Deflorian.

Un libro tante scuole è il progetto nazionale di lettura condivisa che riunisce attorno a un grande romanzo della letteratura internazionale studentesse e studenti di tutta Italia, consegnando loro 6000 copie gratuite, per favorire attraverso la lettura nella comunità scolastica il confronto sulla comprensione di sé, del mondo e del nostro tempo. Un progetto che intende stimolare la riflessione grazie anche all’accompagnamento di contributi testuali, audio originali, incontri con autrici e autori contemporanei.

Un libro tante scuole è promosso dal Salone Internazionale del Libro di Torino e dal main partner Intesa Sanpaolo, con il sostegno della Consulta delle Fondazioni di origine bancaria del Piemonte e della Liguria, la partecipazione di Chora Media e quest’anno la collaborazione con Mondadori.

Cime tempestose. Il libro in dono a 6.000 studenti

Dopo il successo delle edizioni precedenti – la prima nel 2021 dedicata a La Peste di Albert Camus, la seconda nel 2022 su Lisola di Arturo di Elsa Morante, la terza nel 2023 con Sostiene Pereira di Antonio Tabucchi – la quarta edizione di Un libro tante scuole vedrà pubblicare un altro grande classico della narrativa internazionale, rivoluzionario romanzo passionale dell’Ottocento, capace di “scendere fino al fondo della conoscenza del Male”, come ebbe a dire Georges Bataille, e di “fare parlare il vento e ruggire il tuono”, come constatò Virginia Woolf.

Da fine gennaio sui banchi di scuola approderà, infatti, Cime tempestose di Emily Brontë, (dall’edizione Mondadori, tradotta da Margherita Giacobino), in una pubblicazione speciale del Salone del Libro corredata da un testo introduttivo di Liliana Rampello, critica letteraria, e da una nota critica di Annalena Benini, direttrice del Salone Internazionale del Libro di Torino. Come per i volumi precedenti, la copertina e l’impostazione grafica sono curate da Riccardo Falcinelli, art director e designer.

Il romanzo, pubblicato per la prima volta nel 1847 con lo pseudonimo di Ellis Bell, e poi postumo nel 1850 a cura della sorella Charlotte, è stato scelto per il fascino che tutt’ora esercita sulle lettrici e i lettori di ogni epoca ed età, grazie all’esplorazione profonda delle emozioni umane, alla forza dei suoi indimenticabili protagonisti, Catherine e Heathcliff, e alla complessità di sentimenti e ossessioni che mette in gioco. «Un incomparabile romanzo – come ricorda Liliana Rampello nella sua introduzione – che ha trasportato la tragedia antica dell’eroe e del suo destino fatale fin dentro la modernità, in una lingua in grado di esplorare i lati più oscuri dell’animo umano illuminandolo come mai prima della comparsa di Emily Brontë nella letteratura inglese».

Cime tempestose raggiungerà più di 6.000 studentesse e studenti in Italia (triennio delle scuole secondaria di II grado, delle scuole di formazione professionale e dei corsi serali), che entro i primi giorni di febbraio riceveranno il libro gratuitamente. Il volume, come i precedenti, entrerà a fare parte della “Biblioteca del Salone” che, nel corso degli anni, si arricchirà di voci che hanno saputo diventare universali e parlare alle lettrici e lettori di ogni tempo.

Attorno al libro: podcast, incontri, video, bookblog

Per favorire la riflessione e la discussione su temi, personaggi e poetica del romanzo, autrici e autori d’eccezione accompagneranno studentesse e studenti, ma anche il pubblico tutto, alla lettura di Cime tempestose, grazie a incontri in presenza e interventi audio e video.

Il podcast in cinque puntate Voci tempestoseprodotto da Chora Media e in partnership con Intesa Sanpaolo, in arrivo a partire da marzo sulle principali piattaforme audio gratuite (tra cui Spotify, Apple Podcast, Spreaker e Google Podcasts), vedrà diverse voci della narrativa contemporanea alternarsi per raccontare i temi e le tante sfumature della poetica di Emily Brontë, fornendo una propria chiave di approccio specifico all’opera. Edoardo Albinati si concentrerà sulla figura di Heathcliff; Teresa Ciabatti commenterà il testo critico di Joyce Carol Oates La magnanimità di Cime tempestose, presente nell’edizione di Mondadori, con letture di alcuni estratti da parte dell’attrice Daria DeflorianAntonella Lattanzi tratteggerà un ritratto di Catherine; Chiara Tagliaferri dedicherà la sua puntata alle due sorelle Brontë; Alice Urciuolo indagherà sui motivi che rendono il romanzo tanto amato dai giovani.

Per la seconda volta, ragazze e ragazzi delle scuole secondarie di secondo grado di Torino, selezionai dal Salone, parteciperanno alla realizzazione delle puntate del podcast. In team con la scrittrice e giornalista Valentina Farinaccio, definiranno le domande da proporre agli ospiti sui temi scelti per ciascuna puntata.

Il momento conclusivo del grande percorso di lettura del romanzo Cime tempestose sarà sabato 11 maggio 2024 alla XXXVI Edizione del Salone del Libro, con un appuntamento corale aperto a tutte le ragazze e i ragazzi coinvolti nel progetto.

Per rendere visibile il lavoro delle classi sul romanzo e permettere lo scambio e la condivisione, studenti e docenti pubblicheranno scritti e recensioni sul Bookblog del Salone, lo spazio di racconto condiviso che il Salone mette a disposizione dei ragazzi e delle scuole, nell’apposita area dedicata al progetto, dove sono già presenti i contributi su La peste di Albert Camus, L’isola di Arturo di Elsa Morante e Sostiene Pereira di Antonio Tabucchi. I migliori commenti saranno oggetto dell’incontro finale al Salone.

Per aderire a Un libro tante scuole, le scuole devono candidarsi sulla piattaforma SalTo+ (https://saltopiu.salonelibro.it/) entro lunedì 8 gennaio 2024.

Info: www.salonelibro.it

Umberto Bielli: ‘OAIA è un modello di didattica alternativa che punta su un metodo per affrontare la vita’

Umberto Bielli è un docente romano che ha lanciato qualche anno fa un ambizioso ed innovativo progetto scolastico denominato OAIA (Ong School Science Of Inclusion Oaiaubam), basato sul seguente schema: Una mente rischiarata dalla religione-empirica e razionale e riscaldata da fede-credenza e religione sociale.

OAIA, appoggiata dall’ Unesco e dall‘Università La Sapienza di Roma, è stato poco capito da media, opinionisti e pseudo-tali i quali ritengono che OAIA vada contro il MIUR e contro la Chiesa. OAIA vuole creare un Percorso formativo di Classi di concorso e Graduatorie.

OAIA è nato nelle aule scolastiche e ora diventato inchiesta su interreligiosità e non discriminazione a scuola e fuori, puntando l’accento sull’inclusione piuttosto che sull’integrazione. Infatti, quando parliamo di integrazione, ci chiediamo se gli alunni che vivono in una condizione di svantaggio sociale stiano ricevendo una formazione uguale a quella di tutti gli altri alunni.

Ci si chiede se fede, credenza e religione sociale possono unire o disunire le menti,i cuori e la ragione.

Per integrazione si intende la presenza del soggetto dentro o fuori l’ambiente educativo. Integrazione è intervento sul singolo a posteriori.

Per inclusione, invece, andiamo oltre, perché riguarda il benessere sociale degli alunni Inclusione è organizzazione preventiva.

Per l’inclusione quello che conta è che gli alunni vengano trattati con eguaglianza, affetto e rispetto in quanto persone uniche. Ed è inoltre importante che si trovino o meno a loro agio all’interno dell’ ”ecosistema” scolastico. Significa, preoccuparsi che abbiano relazioni significative e siano partecipi alla scolastica.

Una differenza essenziale tra i due termini è l’universalità dell’uno rispetto alla ristrettezza dell’altro. Parlando di integrazione, ci concentriamo sul fatto che un gruppo stigmatizzato riceva un’educazione “normale. Ragione, volontà e sentimento sono gli elementi basilari per attuare questo fine.

Insomma un progetto che vuole unire alcuni cardini dell’Illuminismo ai principi del Cristianesimo e alle culture identitarie. Da approfondire, studiare e divulgare certamente, sperando che non ci siano altri giudizi frettolosi soprattutto da parte di chi evidentemente comprende poco delle iniziative, pervaso dal pregiudizio e dal sospetto.

Le nostre scuole hanno bisogno di metodi più efficaci, ripartendo da modelli fondamentali quali OAIA indica: Platone, Socrate, San Tommaso, Sant’Agostino, Gentile, Comenio (padre dell’educazione moderna) ecc... per formare spiritualmente e civilmente i nostri figli, per affrontare la vita, non solo per incamerare nelle memoria nozioni ed eloqui da sfoggiare in società.

Umberto Bielli

 

1 Come e quando nasce OAIA?

Una sera di 5 o 6 anni fa, alle prese con programmazioni e programmi finali sull’ OA, ho avvicinato un foglio con l’acronimo OA e un altro con IA (insegnamento alternativo, il mio obiettivo). Da lì ho pensato che l’acronimo OAIA potesse essere un modello di didattica “alternativa” dentro alla pedagogia che, come scienza umana e sociale, ha bisogno di innovarsi (la pedagogia è quasi sempre sperimentale) e includere anziché integrare.

Al tempo avevo ideato La Filo-alimentazione 27 ott 2015 evento EXPO basato su alimentazione dello spirito e filosofia inclusiva (info La Filo-alimentazione blog); OAIA parte da quell’idea.

Legge 1984-85 l. 121 su OA.

Accordo di Villa Madama tra Stato e Chiesa e revisione dei Patti Lateranensi del 1929.Nell’accordo nasce ufficialmente L’OA nelle scuole italiane.Dal 1984-85 il MEF MIUR eroga denaro su OA.Comee e in che modo? A quali docenti? Con quali progetti? A ore o a moduli didattici? OAIA vuol fare chiarezza.

2 Cosa non funziona secondo lei nel sistema scolastico e anche universitario italiano?

La scuola deve passare “spiritualmente” un metodo per affrontare la vita e non la conoscenza per riempire lo zaino della cultura…

Metodo (met oltre-hodos strada:la strada per andare oltre).

Siamo fatti di corpo, anima e spirito. Si allena tutto. Didattiche diverse a seconda dei campi di azione ma obiettivo comune. La formazione di menti adattative e in grado di accomodarsi a ogni stimolo esterno: percepisco perché sento me modificato non per un passivo incontro di vibrazioni esterne con i miei 5 sensi.

A scuola e negli istituti universitari si parla di tutto tranne che di questo. La filosofia aiuta in ciò nel momento in cui ci sentiamo tutti filosofi e “percettori” di stimoli esterni. OAIA è progetto filosofico e potrebbe aiutare e lavorare in sintonia con altre materie (ITA STO GEO SCIENZE NATURALI PSICOLOGIA RELIGIONE ARTE).

3 Crede sia un problema solo nostro?

No, in altri paesi peggio perché ogni paese gestisce la nostra IRC in modo diverso o la elimina del tutto(USA e alcune zone dell’Australia). Eredità luterane e ortodosse in Europa creano facoltativita’ nell’accesso alla materia Religione in aula così come le direttive dello Stato(confessionale-laico-teocratico) che decidono politicamente sulla materia scolastica Religione. Decisioni che ricordano gli orientamenti politico/sociali di sistemi socialisti del secondo dopoguerra che addestravano i bambini a una visione partitica predominante. In questo caos l’OA non ha una strada chiara, ovviamente.

4 Quale ritiene sia l’innovazione, la peculiarità di questo progetto?

Dare delle basi filosofiche, da Alcmeone e Platone in poi,per capire il diverso, il Realismo critico, la critica come strada maestra, la valutazione e le scelte morali, la libertà individuale (libertà di, libertà da, libertà dal peccato). Basi che sono la lettura migliore del cammino storico, letterario,artistico, religioso, scientifico di adolescenti e grandi.

Il strada è semplice:

-percorso formativo universitario per docenti OAIA

-classe di Concorso OAIA con codice meccanografico di disciplina

-graduatorie per docenti OAIA

-programmazioni e programmi OAIA ministeriali e non particolari di istituti o docenti volenterosi

5 Cosa si intende esattamente per “religione sociale”?

La Religione sociale è il terzo momento dell’imbuto cognitivo triadico=FEDE, CREDENZA, RELIGIONE SOCIALE(vedi imbuti cognitivi in oaiaubam.blogspot.com). La fede accomuna tutti, la credenza distingue (poli-mono-teista, monolatria, enoteismi), la Religione sociale è quella che vivi nel tuo luogo/area etnica/quartiere/distretto (tipo USA).

6 Non crede che la scuola dovrebbe formare i migliori, intesi come coloro che guardano al servizio e non al potere, lavorando intorno all’idea di competenza, armonia, collaborazione, solidarietà, lasciando fuori gli aspetti più privati?

Certo. Gli individualismi in aula creano scompiglio.Ad esempio prendo le due materie IRC e OA in Italia. Cresce una se cresce l’altra.I colleghi di IRC lavorano bene se, dall’altra parte, c’è una OAIA seria con programmi e obiettivi. Morale religiosa cattolica e morale filosofica. Collaborazione:i miei allievi di OA sono andati tutti alle visite di Basiliche e Chiese a Roma. Arte e bellezza  sopra tutto e tutti.Alcune mie lezioni di filosofia avevano come allievi anche ragazzi di IRC.Potrei continuare con esempi all’infinito.

7 L’insegnamento umanistico costituisce il vertice dell’istruzione? Non pensa che bisogna partire più che dall’inglese e dall’informatica, dalla filosofia, dalla storia dell’arte, dall’educazione civica, dalla storia delle religioni?

Umanitas si riferisce all’uomo totale. I mezzi che userà cambieranno-lingue, tablet, PC, automobili, aerei-ma la capacità di adattarsi lo salverà.

8 Come si rende cosciente un bambino della propria civiltà e personalità?

Il senso chiaro di CIVES. Cittadino oggi è termine vago perché i popoli si mescolano sempre più velocemente (tra romani e barbari ci son volti secoli di scontri e contatti) e non abbiamo tempo di creare leggi e norme ad hoc ogni mese.

OAIA ha una valenza duplice:agisce nel luogo migliore (la scuola) e nel momento migliore(età scolare preadolescenziale e adolescenziale). Dai 5 anni in poi, a detta di Freud ed Herbart si forma la coscienza.Ottimo momento per partire e segnare la personalità nel modo migliore.

9 Quanto i ragazzi italiani si sono formati sul nozionismo piuttosto che sui temi?

Servono gli interessi e le scoperte. Filosofi e pedagogisti puntano su ciò che i ragazzi vogliono e vogliono cercare.Purtroppo(e per fortuna?) i mezzi tecnologici ci danno il vago senso di sapere tutto e non dover cercare;di avere tutto a casa e tutto da casa.Nozione è il punto di partenza per arrivare a competenza e abilità:arrivare con l’aiuto del docente/educatore. Non è il fatto storico che ti da cultura ma la competenza di saper relazionare metodicamente le azioni degli uomini del passato per capire,capirli e capirti.

Critica

Valutazione

Metodo

Info blog oaiaubam.blogspot.com

Info La Filo-alimentazione Milano Expo 2015(27 ottobre 2015 evento EXPO)e atti del convegno. Recensioni su La Repubblica)

10 Integrazione, inclusione, paideia. Ci spieghi meglio questi concetti in relazione tra loro?

Parto dall’ultima.Paideia è formazione di corpo, anima e spirito di un ragazzo(pais gr.antico:ragazzo). Nella Grecia antica si addestrava alla difesa,fisica e morale,del proprio paese/città-stato. Tutti i cittadini avevano le stesse possibilità e vantavano la stessa provenienza.

Oggi si parla di integrazione quando si interviene dopo, a posteriore, per integrare ciò che manca. Nel progetto FILO-ALIMENTAZIONE (27 ott 2015) ho proposto il passaggio da integrazione a inter-azione (non mi dilungo sul tema ma si può intuire la differenza di concetto e di eidos/idea).

OAIA parla di inclusione perché si lavora a priori per portare in classe un metodo che includa prima e non curi dopo.

11 Cosa auspica per il suo progetto scolastico?

Auspico che venga accettato dal MIUR e valutato non pregiudizialmente dalla Chiesa. OAIA non va contro il Ministero e non va contro la Chiesa o, peggio, la religione. Come potrebbe andare contro alle RELIGIONI SOCIALI se chi sceglie l’OA è spinto (se minorenne la famiglia) da motivazioni basate su credenze diverse?

OAIA deve diventare materia scolastica mattutina.

Littizzetto, A.Vianello, Gad Lerner, redazioni TV (Report, Presa Diretta),Radio e molti altri giornalisti (La Repubblica, Corriere della Sera) hanno visto OAIA come contro lo Stato e la Chiesa. Ho una lista molto lunga. Auspico una lettura aperta e libera di OAIA (Facebook official page OAIA lista nomi e altro su OA e Filo-alimentazione UB).

 

 

 

 

Treccani(enciclopedia voci e neologismi)mi ha bloccato la pubblicazione di concetti ed etimi quali :

Ateistico

Verità

Religione(re-ligare persone tra loro)

Educazione(tirar fuori il peggio e non il meglio dai ragazzi-psicologia epistemologica-).

 

Vorrei una critica del mio lavoro e non una condanna.

 

Concetti e parole chiave(vedi testo La mia ora alternativa ediz. Ubam Bielli Umberto)

Religione

Credenze

Fedi

Laicità

Agnosticismo

Ateismo

Deismi vari

Panteismi e pandeismi

 

 

Dott. Umberto Bielli

oaiaubam.blogspot.com

L’esame di maturità: indice di inadeguatezza

Come riscontrato dai sondaggi di Skuola.net, sono tanti i maturandi che arrivano all’Esame di Stato senza le conoscenze necessarie per affrontarlo nel migliore dei modi

Maturità 2018, le scuole ‘snobbano’ l’attualità: storia e italiano si fermano agli anni ‘50”: suona inquietante, anche se non inaspettato il titolo dell’Ansa del 25 maggio. L’articolo riporta i sondaggi effettuati da Skuola.net ai maturandi del 2018. I risultati erano prevedibili, ma allarmanti. Per quanto riguarda il programma di storia, il 39% del campione sta affrontando ora (a un mese dall’esame!) la seconda metà del Novecento, solo il 14% è arrivato ai giorni nostri ed è in fase di ripasso e la restante parte è in una situazione drammatica: il 23% arriverà appena alla Seconda guerra mondiale, il 12% sta affrontando il periodo tra le due guerre e il 12% non è ancora arrivato al primo conflitto mondiale. Tra i maturandi alcuni rimediano alle lacune studiando per conto proprio, documentandosi su libri o tramite documentari, in altri casi sono i professori a consigliare letture integrative. Ma il 25% degli studenti non studierà ciò che rimarrà fuori programma perché ritenuto inutile ai fini dell’esame.

Per quanto riguarda il completamento del programma di letteratura italiana, la situazione è solo leggermente migliore. Ma se da un lato si fa fatica a completare i programmi, dall’altro le tracce dell’esame sono sempre più orientate verso l’attualità. Per questo, conclude l’articolo dell’Ansa, per molti maturandi “la Maturità 2018 potrebbe davvero partire col piede sbagliato prima ancora di cominciare ufficialmente”. Ma non sta qui il vero problema: questo è solo l’indice di un sistema scolastico fortemente inadeguato che non è in grado di dare agli studenti gli strumenti necessari non solo ad affrontare l’esame nel migliore dei modi, ma anche ad analizzare criticamente gli eventi di attualità. Come si fa ad avere le opportune chiavi di lettura del mondo attuale se la storia per molti maturandi si ferma al 1945? E se, dopo la drastica riduzione delle ore dedicate allo studio della geografia e la scomparsa dell’educazione civica e delle scienze sociali, anche la storia contemporanea cade sotto le bombe di Hiroshima e Nagasaki, cosa rimarrà ai giovani italiani? Un buco nero.

Degni di lode sono quegli studenti che approfondiscono per conto proprio i temi accantonati dal programma, come i professori che, con una corsa contro il tempo, riescono a trattare in maniera esaustiva l’intero e immenso programma o sollecitano i ragazzi a letture integrative. Ma non basta. L’istruzione, la formazione del cittadino, non può essere delegata a professori illuminati o studenti particolarmente diligenti. La conoscenza e l’acquisizione di elementi critici per l’analisi dei tempi moderni è un diritto inalienabile del cittadino che deve assolutamente essere garantito dalla scuola dell’obbligo (o, per lo meno, dal conseguimento del diploma). Ne vale la salute della democrazia. Cosa fare, dunque? Sicuramente urge una seria riforma scolastica, una rivalutazione della scuola con un’immediata fine degli ignobili tagli ai fondi ad essa destinati e una seria riorganizzazione dei programmi (è impensabile, ad esempio, lasciare lo studio di tutta la letteratura e di tutta la storia contemporanea al quinto anno).

Non meno importante sarebbe una “riforma del pensiero”: non valutare lo studio o un insegnamento con gli ignobili parametri dell’utilità e della praticità, che portano ad affermazioni sull’inutilità di un determinato argomento al fine del superamento di un esame o dello studio di una materia (soprattutto se letteraria) per entrare nel mondo del lavoro. E, infine, un appello ai professori (e alle famiglie dei ragazzi): siate tutti illuminati! Lasciate a casa le vostre credenze, non fate dell’insegnamento una propaganda, spronate i ragazzi al ragionamento, al dubbio. Fateli innamorare dello studio. Non limitatevi a spiegare e interrogare, senza passione. Fate capire quanto anche lo studio delle materie umanistiche sia importante, ma non limitatevi a dirlo, provatelo con esempi concreti. È un compito estremamente complesso, è innegabile: ma occorre farlo. La soluzione ai problemi della scuola si avrà solo con l’intervento dall’alto, quando finalmente le sarà riconosciuta la fondamentale importanza che le spetta. Ma le rivoluzioni, ricordiamocelo, partono dal basso.

 

Alessandra Vio

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