Il bacio di Giuda, il dopoguerra raccontato da Sveva Casati Modigliani

“Non ho alcun ricordo di mia madre che mi bacia. Mia nonna, sua madre, diceva sempre che i bambini vanno baciati soltanto quando dormono”. Il bacio di Giuda, pubblicato da Mondadori quest’anno, porta i lettori di Sveva Casati Modigliani nella realtà del dopoguerra. Il romanzo, dedicato ai nipoti, si mostra come uno spunto, un elemento che porta la stessa autrice a ricordare, a tornare indietro, a rivivere momenti dolorosi che lasciano malinconia e sorrisi amari.

Attraverso uno stile liberatorio, una scrittura diretta, immagini costruite senza mezzi termini, la Modigliani, ci spinge a riflettere sui diversi temi raccontati e ambientati nella Milano del dopoguerra: la vita, straziata dal dolore della guerra, una nuova realtà pronta ad affacciarsi dopo lo strazio portato dalle bombe e dalla distruzione, una società che tenta di riprendere il suo posto in questo mondo distrutto, abbandonato, disarmato in tutto e per tutto. Ma anche la scuola e l’educazione, il rapporto con gli adulti, il pudore, il perbenismo legato alla chiesa, il ruolo degli uomini.

Il bacio di Giuda, “un piccolo libro”, come lo definisce la stessa autrice, si mostra come una continuazione di quell’opera, precedentemente pubblicata e che ha confermato un successo quasi scontato vendendo ben 150 mila copie, l diavolo e la rossumata. Ma in questo ultimo romanzo, la nostra scrittrice, si sofferma maggiormente sulle emozioni, su ciò che la memoria riporta a galla, su quel dolore, non solo fisico, che vive nella Milano del 1945, una città libera ma con infinite cicatrici che non riusciranno mai a rimarginarsi.

“Il freddo delle ossa e quello del cuore”, un freddo che penetra in ogni parte del corpo, quel freddo che, se chiudiamo gli occhi, ancora oggi, a distanza di anni, riusciamo a sentire. Per chi a sentito quel dolore, per chi a patito quel freddo, questo romanzo sembra essere un ritorno al passato. La voglia di ricordare, il desiderio di ricominciare, di andare avanti tornando indietro attraverso i ricordi.

Non è pienamente un romanzo né interamente un’opera autobiografica, anche se pende decisamente verso la seconda” spiega Casati Modignani. In un’intervista al direttore di Panorama, Giorgio Mulé, l’autrice de Il bacio di Giuda spiega le sue difficoltà nell’unire l’autobiografia al romanzo in un dolore che nulla ha di falso. Ciò che il lettore troverà in quest’opera è pura verità, legata ad un forte elemento narrativo.

Chi ha già letto il libro, lo definisce un ulteriore capolavoro della scrittrice, come tutti quelli fino ad oggi pubblicati. Al centro di un’opera che, la stessa autrice, definisce più rivolta all’autobiografia, il difficile rapporto con una madre intransigente, severa, che non esita a trattare la sua primogenita in malo modo, solo per “salvare la faccia”, quelle apparenze, quel perbenismo, parte di una società che cerca di rialzarsi nonostante un dolore ingestibile.

Dopo un primo impatto che mostra dolore e desiderio di scappare, il tono diventa più ironico, leggero grazie ad una serenità ritrovata e una felictà familiare ancora possibile, forse proprio grazie a quei ricordi che, forse, faranno male per sempre. Ciò che mostra la Modigliani, è una forza nuova, un desiderio di rivalsa, di cacciarlo via quel dolore, quella paura. Ciò a cui si avvicina il lettore, nelle ultime pagine del romanzo, è una consapevolezza forse strana, assurda, impensabile: si può cancellare un dolore tanto grande? Si può vivere ancora e di nuovo, felici, senza che quelle cicatrici ci impediscano di respirare?

Ancora un altro capolavoro, in questo modo lo definisce la critica. Ancora un ricordo, un emozione, per Sveva Casati Modigliani.

 

“È veramente bello battersi con persuasione, abbracciare la vita e vivere con passione. Perdere con classe e vincere osando…
perché il mondo appartiene a chi osa! La vita è troppo bella per essere insignificante.”

 (Charlie Chaplin)

‘La moglie magica’, la violenza sulle donne raccontata da Sveva Casati Modigliani

A piccoli passi e in punta di piedi entriamo, con “La moglie magica”, in una realtà quotidiana. Violenza, soprusi, gelosia e ossessione. Nulla di queste parole può legarsi a ciò che dovrebbe essere un amore. Dolcezza, protezione, forza, comprensione, sostegno. Questo dovrebbe essere, questo non è quasi mai.

Mariangela è protagonista de La moglie magica. Una giovane donna che presto lascia il suo paesino d’origine per la promessa di un amore eterno, ricco di forza e speranza. Un amore che si consuma ben presto, un amore che la consuma senza lasciarle scampo. Lascia la provincia per la Milano bene e si trasferisce in un’elegante palazzina liberty di Via Eustachi. La sua bellezza, spensieratezza e voglia di vivere. conquistano molto presto tutti gli abitanti del palazzo. I suoi occhi, quella “magia” a essa legati, nascondo un segreto, nascondono dolore. Ma questo dolore a un nome e mani e gesti e parole ben precise. Tutto nasce da lui, Paolo. Un marito che le aveva promesso una vita agiata, che le aveva giurato fedeltà e rispetto “finchè morte non vi separi”.

Ma le cose cambiano in fretta. L’amore, se mai lo sia stato, si trasforma in ossessione. Una gelosia senza confini che sfocia in una violenza brutale. Perché la violenza non potrà mai essere definita in un modo diverso. Non sarà mai possibile accostare questa parola ad altra che abbia un significato diverso dalla brutalità.

Ed è così che accade. Come se osservassimo una scena da lontano. Quasi come se la cosa non ci appartenesse. Come se quello schiaffo non fosse per noi. Un piccolo colpo, poi un altro e un altro ancora. Fino a quando ciò che un tempo eravamo non esiste più. Siamo oggetti, lo diventiamo, la nostra voglia di vivere, la nostra forza, non esistono più. Siamo niente. E Mariangela lo sa. Quel soprannome che ha accompagnato la sua vita, “magia”, fin dalla prima infanzia, ormai non esiste più. Le parole si susseguono, Mariangela non ha più forza. Paolo ha preso la sua vita stringendola e annientandola dopo quel primo gesto di atroce crudeltà.

Cosa spinge una donna ad accettare in silenzio uno schiaffo, un pugno, un calcio, una mazza da baseball…; è forse paura di reagire, di ribellarci? O forse di restare sole? Forse crediamo che quello sia amore? Ma quale amore è sinonimo di violenza? Non lo so, forse non lo capirò mai. Ma poi qualcosa cambia. Mariangela cambia. Un ultimo gesto. Quell’ultimo atto di sopruso verso un’anima dolce, delicata, pronta a vivere la vita fino all’ultimo istante, fino a quell’ultimo respiro. Ora è pronta a combattere, a riprendersi quel soprannome e con esso la sua vita.

Sveva Casati Modigliani (“Singolare femminile”, “Qualcosa di buono”, “Donna d’onore”), pseudonimo di Bice Cairati, entra ancora una volta nell’universo femminile. In quel mondo che a molti ancora sembra incomprensibile ma che richiede solo rispetto. Ancora un romanzo in vetta alle classifiche, ancora un mondo da sfogliare, vivere, per capire, per non commettere gli stessi errori, per imparare cosa sia l’amore, cosa sia la vita.

Accusata di aver scritto una storia breve, poco incisiva e non emozionante come i suoi precedenti lavori, l’autrice ha affermato al Salone del libro di Torino che, nelle sue intenzioni il libro doveva essere molto più lungo ma poi, man mano che scriveva,le è risultato troppo doloroso e faticoso parlare  della sua protagonista, questa donna maltrattata, averci a che fare ogni giorno, che non è riuscita ad andare a fondo, a raccontare ogni aspetto della sua triste e attualissima storia. Ha addirittura pensato di non finirlo, fino a quando non ha avuto “l’illuminazione” del finale. Questione di sensibilità. Questo racconta La moglie magica.

Concludiamo con una citazione che tutti dovremmo tenere sempre in mente. Parole che portano in se una verità che non tutti sono pronti a comprendere. Una verità che Mariangela capirà prima che sia troppo tardi: La violenza è l’ultimo rifugio degli incapaci. (Isaac Asimov, Fondazione, 1951)

 

Top ten maggio 2014

 

CAMILLERI ANDREA
LA PIRAMIDE DI FANGO
Sellerio

 

 

 

ZUSAK MARKUS
STORIA DI UNA LADRA DI LIBRI
FRASSINELLI

 

 

CASATI MODIGNANI SVEVA
LA MOGLIE MAGICA
SPERLING & KUPFER

 

 

CABONI CRISTINA
IL SENTIERO DEI PROFUMI
Garzanti Libri

 

 

TERZANI TIZIANO
UN’IDEA DI DESTINO. DIARI DI UNA VITA STRAORDINARIA
LONGANESI

 

 

BISOTTI MASSIMO
IL QUADRO MAI DIPINTO
MONDADORI

 

 

GIORDANO PAOLO
IL NERO E L’ ARGENTO
EINAUDI

 

 

 

TARTT DONNA
IL CARDELLINO
Rizzoli

 

 

 

BARCHIESI GIORGIO
GIORGIONE ORTO E CUCINA
GAMBERO ROSSO GRH

 

 

VITALI ANDREA
PREMIATA DITTA SORELLE FICCADENTI
Rizzoli

 

 

Fonte: HOEPLI.IT

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