Graham Greene, scrittore-giornalista poliedrico e cosmopolita

Nato a Berkhamsted, in Gran Bretagna il 2 ottobre del 1904, Graham Greene ha dedicato tutta la sua vita alla scrittura senza fermarsi mai. Infatti durante i suoi numerosi viaggi traeva fonti essenziali per la sua poetica. Il contatto con questi luoghi (Africa, Messico, Estremo Oriente, Italia, Francia ecc.), ha permesso di rendere la sua narrativa portavoce a chiare linee dei conflitti e dei mutamenti dell’epoca. Nel caso di Greene è impossibile tracciare confini netti tra vita e opera letteraria, queste due componenti costituiscono in modo inscindibile la sua natura di intellettuale. Proveniente da una famiglia di orientamento protestante, a partire dal 1912, lo scrittore frequenta la scuola di Berkhamsted dove il padre Charles Henry svolge il ruolo di preside. Durante gli anni scolastici è vittima di bullismo, questa esperienza traumatica lo accompagnerà fino ai suoi ultimi giorni e influirà in modo incisivo sulla sua scrittura. Dopo un tentativo di suicidio e le cure psicoanalitiche del dott. Kenneth Richmond, accede al Balliol College di Oxford (1922) dove conosce la sua futura moglie Vivien Dayrell-Browing che lo inizierà al cattolicesimo, aderirà poi nel 1923 al Partito Comunista ma vi rimarrà solo per un mese. Mentre frequenta il College, Greene comincia a scrivere versi che culminano con la pubblicazione della sua prima opera, una raccolta di poesie intitolata Babbling April (1925).

L’attività giornalistica di Greene e l’incontro con Hollywood

Diplomatosi l’anno successivo, lo Greene comincia la sua carriera giornalistica dapprima come volontario al «Nottingham Journal» e poi come vicedirettore presso il «Times» fino al 1930. Nel 1929 lo scrittore pubblica il suo primo romanzo The Man Within, storia di Andrew e dei suoi compagni contrabbandieri che scappano per non essere accusati di omicidio. Dopo l’abbandono del «Times», egli si dedica principalmente alla scrittura e alle sue missioni di inviato speciale. I resoconti dei suoi viaggi in Sierra Leone, Liberia (1934) e Messico (1938) fungono da materiale per opere come Journey Without Maps, The Lawless Roads e nel romanzo The Power and the Glory. All’approssimarsi della seconda guerra mondiale Greene riprende il lavoro di giornalista per lo «Spectator» occupandosi in un primo momento della pagina teatrale e grafica, e di quella letteraria dal 1940-1941. Proprio grazie al suo lavoro di sceneggiatore, egli si trova in diretto rapporto con il mondo di Hollywood; progetta la prima sceneggiatura The Tenth Man rielaborata solo successivamente e collabora con Rattigan trasponendo il suo romanzo Brighton Rock in un film. Dal 1941 al 1943 risiede in Africa impiegato dal Ministero degli Affari Esteri.

In realtà dietro tale apparenza si cela la reale professione di Greene: agente segreto per il governo britannico, ruolo rivestito anche durante la prima guerra mondiale da suo zio Sir W. Graham Greene K.C.B. Tale esperienza è trascritta nel diario di viaggio Convoy to West Africa e trasposta in The Heart of the Matter (1948). Dal 1947 al 1953 Greene scrive alcuni libri per l’infanzia, recensioni letterarie per l’«Evening Standard» e produce un gran numero di introduzioni a testi letterari come al The Good Soldier (1962). Sebbene egli stesso abbia indicato in un primo momento la distinzione tra i suoi romanzi “seri” e “leggeri” rigetta più volte tale affermazione e rinnova il suo disagio per l’etichetta di scrittore “cattolico”. Egli spiega che nonostante la problematicità cattolica assuma un posto principale nei suoi saggi, il suo scopo è voler semplicemente esporre i problemi spirituali che lo tormentano cercando in questo modo di risolverli, ma non ha intenzione di divulgare un credo ideologico.

La passione per i viaggi e l’esotismo

Negli anni ’50 Greene ottiene altri incarichi giornalistici sia come inviato per il «New Republic», che come corrispondente per il «Sunday Times». Questo lavoro lo mette di fronte ad enormi problematiche politiche. Parte poi per il Kenya, la Malesia e l’Indocina, proprio in quest’ultima ambienta il romanzo intitolato The Quiet American (1955), una sorta di thriller psicologico. Nel 1957 soggiorna a Cuba e scrive Our Man in Havana pubblicato l’anno successivo. Nel 1959, compie un viaggio nel Congo belga che funge da sfondo per il romanzo A Burnt-Out Case, trascritto nel diario Congo Journal. Il ’62 è un anno fondamentale per l’autore, egli riceve la laurea ad Honorem in Lettere dall’Università di Cambridge. Seguono altri viaggi che lo conducono in Arabia, Cina, Sud America e infine in Argentina e in Paraguay per il  «Sunday Telegraph». Si reca poi a Panama come ospite del generale Omar Torrijos Herrera, trascrivendo il resoconto di tali esperienze nel volume Getting to Know the General (1984). Proprio in questi luoghi sono ambientati alcuni dei romanzi scritti negli ultimi anni di vita come Travels with My Aunt (1969) e la seconda parte di The Captain and the Enemy (1988) suo ultimo romanzo.

Come si è detto precedentemente gli scritti di Greene non sono altro che rielaborazioni di esperienze di vita, che lo scrittore in prima persona da critico, giornalista, emissario del Foreign Office durante la seconda guerra mondiale, inviato speciale, ha voluto far confluire nel suo corpus letterario avvalendosi di una scrittura chiara e precisa. Nell’ultima parte della sua produzione mostra un risvolto parodico di questi eventi, visibile in The Honorary Consul e nel Monsignor Quixote (1982). Il 3 aprile del 1991 dopo essersi trasferito in Svizzera si spegne, concludendo il suo ultimo “viaggio”, quello della vita.

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