Lo scrittore Erri De Luca, il governatore della Campania Vincenzo De Luca e la pentastellata Valeria Ciarambino di fronte al potere

Vincenzo De Luca: Entri, entri.

Erri De Luca: Grazie. – si ritrova in un’enorme sala affrescata con le gesta di… guarda meglio, raffigurazioni in stile rinascimentale di Vincenzo De Luca contro i titani, De Luca domatore di cavalli come Ettore, e poi De Luca e… la fondazione di Salerno, con sottoscritto a.D. 0.

Vincenzo De Luca: Lo so cosa si sta chiedendo.
Ma Erri è come inebetito.

Vincenzo De Luca: A. D. 0. Non sta per anno Domini, ma per anno De Luca.
Erri De Luca: Eh!!?? Veramente poi ero perplesso su tutto.
Vincenzo De Luca: Sì, sotto c’erano dipinti barocchi etc… sa, quelle borbonate assurde, non so se capisce il riferimento, ma i Borbone sono spagnoli, mica napoletani, almeno credo, e comunque il mondo è cambiato, ci sono io, non loro, quindi dipinti miei, non loro, li ho fatti coprire con queste nuove opere d’arte. Anche l’arte deve progredire.

Erri De Luca: Non so se gli invasati si possano definire geni.
Vincenzo De Luca: Non cerchi di offendermi, io sono un tipo calmo, non rispondo con insulti, ma non si approfitti.
Erri De Luca: No, non risponde, lei comincia proprio con gli insulti.
Vincenzo De Luca: Non l’ascolto, piuttosto pensi a Van Gogh, un pazzo, si tagliò l’orecchio, ma dipinse da genio.

Erri De Luca: Lei sarebbe come van Gogh?
Vincenzo De Luca: Ahaha, non cadrò nei suoi giochi di parole, voi scrittori le usate perché non avete altro.
Erri De Luca: Che strano, lo avrei detto dei politici?
Vincenzo De Luca: Si sbaglia, dietro le nostre parole c’è altro, ben altro…
Erri De Luca: I secondi fini?
Vincenzo De Luca: Il popolo, che è con me!
Erri De Luca: Quello camorrista sicuramente…
Vincenzo De Luca: Una minoranza quasi inesistente, e poi non ho chiesto io i loro voti. Comunque si sieda davvero. Le offro qualcosa e le dico perché l’ho fatta chiamare. Ecco sì, prenda pure. – e gli avvicinò un bicchiere…

Erri De Luca beve ma poi… sputa tutto: Ma che è?
Vincenzo De Luca: Aceto, un piccolo omaggio al suo libro Aceto, arcobaleno, dove parla di quei tre. La vita è aceto, dolore.
Erri De Luca: Non solo, è senso.
Vincenzo De Luca: E’ la politica a dare senso alla vita delle persone.
Erri De Luca: La politica o il potere?
Vincenzo De Luca: E’ la stessa cosa.
Erri De Luca: E comunque se crede di aver fatto un riferimento colto si considera troppo.
Vincenzo De Luca: No, non c’è n’è mai abbastanza di me, mi creda, c’è troppo poco De Luca in questa regione.

Erri De Luca: Ho un altro parere.
Vincenzo De Luca: Sì lo so, lei è sempre contrario, non importa chi sta al potere, lei odia il potere, ho letto il suo libello, Parola contraria, interessante mescolanza di stupidità mal scritta e invidia fin troppo evidente, lei mi sembra un rancoroso ormai idiota.
Erri De Luca sta per esplodere: Lì parlavo del diritto al dissenso contro la Tav al nord. Sono sicuro del resto che l’idiozia la riconosce come in uno specchio.
Vincenzo De Luca: Comunque vorrei confrontarmi con lei su che cosa sia la politica, proprio partendo dal quest’ultimo libro.

A Erri De Luca parve quasi che ci fosse la possibilità di non dover buttare all’aria proprio tutto delle intenzioni di quell’uomo: – Va bene.
Vincenzo De Luca: Perfetto, inizierei da questo. – Vincenzo De Luca si piega e si rialza con un sanpietrino in mano che tira in testa a Erri De Luca, dicendo – Questo incita a fare lei in quel libro, vero?
Erri De Luca ormai a terra tramortito, nella confusione mentale che lo prende, gli sembra di vedere addirittura una foto in bianco e nero di Salerno dietro il governatore. Sopra c’è Salerno a. D. per dire ante De Luca: tutto bosco, sotto Salerno a. D. per dire anno De Luca 0: una metropoli simile a Berlino. – Io non dico questo, non incitavo alla violenza, infatti sono stato assolto.
Vincenzo De Luca: Anch’io, ma…
Intanto sentono bussare alla porta.

Vincenzo De Luca: Oh, l’onorevole regionale Ciarambino, la nostra chiattona, che ci fa qui? Ha fame? Se vuole può mangiarsi De luca, lo scrittore ovviamente.
Valeria Ciarambino si avvicina velocemente alla scrivania del governatore, ma la stanza è lunga…
Vincenzo De Luca: Ha ricevuto il mazzo di fiori?
Valeria Ciarambino: Come no, li ho portati con me.
Vincenzo De Luca: Come mai?
Ma lei lo ignora.
Vincenzo De Luca: Risponda! Cos’è, non ci vede più dalla fame?
Valeria Ciarambino: Io ho fame della verità!
Vincenzo De Luca: E allora, bella chiattona mia, non sarai mai sazia, a voi grillini la verità basta solo se la cucinate voi.
Ma ormai la Ciarambino è addosso a De Luca.
Vincenzo De Luca: Ma che fai!?
Lei lo prende per la testa e gliela sbatte ripetutamente sulla scrivania fino a ucciderlo.
Erri De Luca cerca di fermarla ma…
Valeria Ciarambino: Sei dalla parte del potere forte, dovevo immaginarlo che eri un’ipocrita – e afferra anche lui, che per un attimo, guardando la Ciarambino urlare a bocca aperta ha davvero paura che lei possa mangiarlo, ma lei si limita a … uccidere anche lui.

Non andò nessuno a reclamare i corpi delle vittime, né il popolo per Vincenzo De Luca, né i no tav per Erri De Luca, così nell’ignoranza più completa, i becchini che leggono solo che il cognome di entrambi è lo stesso, li seppelliscono insieme, come fossero parenti.
Sulla lapide il marmista, che deve incidere nomi e date, non sa che lì sono seppellite due persone, pensa ce ne sia una sola, così invece di scrivere, come gli era stato detto:
Erri e Vincenzo de Luca, A.D. 2017
scrive:
Eri Vincenzo De Luca, A.D. 2017

Valeria Ciarambino mai scoperta come assassina di entrambi, diventa governatrice della Campania e nel discorso d’insediamento dice: Il popolo campano è libero da un governatore infame, che ha voluto uccidere il suo omonimo, prima di suicidarsi.

5 anni dopo la stanza del governatore è affrescata con la Ciarambino che sconfigge i titani, doma i cavalli…

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