

Genere: Libro
Lingua: Italiano
Editore: Bompiani
Pubblicazione: 05/2013
Prezzo: € 19,50
A New York, nella primavera del 2008, mentre l'America è in fermento per le primarie presidenziali, Marcus Goldman, un giovane scrittore di successo, è in grande difficoltà: è incapace di scrivere il nuovo romanzo che deve consegnare al suo editore da lì a qualche mese.
Il termine sta per scadere, quando all'improvviso tutto cambia per lui: il suo amico ed ex professore dell'Università, Harry Quebert, uno degli scrittori più rispettati del Paese, viene assalito dal suo passato e si ritrova ad essere accusato di avere ucciso nel 1975 una ragazzina di quindici anni, Nola Kellergan, con la quale aveva avuto una relazione.Convinto dell'innocenza di Harry, Marcus lascia tutto per andare in New Hampshire e indagare. Ma la sua azione è rapidamente superata dagli eventi: la sua inchiesta non dà risultati e lui diviene oggetto di minacce. Per salvare Harry e la sua carriera di scrittore, Marcus deve rispondere a tre domande: chi ha ucciso Nola Kellergan? Che cosa è successo nel New Hampshire nell'estate del 1975? E come si fa a scrivere un romanzo di successo?
Dietro le sue apparenze di thriller all'americana, La verità sul caso Harry Quebert rappresenta una riflessione sull'America, sui fallimenti della società moderna, sulla letteratura, sulla giustizia e sul ruolo del media.
BIOGRAFIA DELL'AUTORE JOEL DICKER
Scrittore svizzero di lingua francese, Joël Dicker è nato a Ginevra il 16 giugno 1985.
La sua famiglia è originaria della Francia e della Russia.
È a Ginevra che Joël ha effettuato tutto il suo percorso scolastico. All'età di 19 anni, poco stimolato dalla sua Scuola, vive una parentesi al Cours Florent di Parigi, prima di studiare Diritto all'Università di Ginevra, dove si è laureato nel 2010.
Fin da giovane, Joël ha sviluppato una sincera passione per la musica e per la scrittura. All'età di sette anni ha fatto le sue prime esperienze da musicista, suonando la batteria. All'età di dieci anni ha fondato La Gazzetta degli Animali, una rivista sulla natura che ha diretto per sette anni e che gli valse il Premio Cuneo per la protezione della Natura, e la definizione da parte de La Tribune de Genève, di più giovane caporedattore della Svizzera.
In seguito ha intrapreso i primi passi della sua carriera di scrittore. Un primo racconto, La Tigre, ha vinto nel 2005 il Premio Internazionale per giovani autori.
Dopo altri esperimenti, Joël scrive Les dernier jours de nos pères (Gli ultimi giorni dei nostri padri), un romanzo che racconta la storia vera e poco nota del SOE, un gruppo segreto dei servizi segreti britannici con il compito di addestrare i partigiani francesi durante la Seconda Guerra Mondiale. Il manoscritto, terminato nel 2009, viene presentato nel 2010 al Premio degli scrittori ginevrini: il romanzo vince il premio nel mese di Dicembre. A seguito di questa affermazione, viene ontattato poi da Vladimir Dimitrjevic, mostro sacro dell'editoria e direttore della casa editrice di Losanna L'age d'homme, che gli propone di pubblicare il romanzo.
Il libro sarebbe dovuto uscire a fine aprile 2010. Ma Vladimir Dimitrjevic, che giudica l'argomento del libro di grande interesse per il pubblico francese, suggeriscedi rinviare la sua uscita al mese di settembre, in modo da disporre una pubblicazione congiunta e contemporanea con l'editore parigino Bernard Fallois. Purtoppo, Vladimir Dimitrjevic non vedrà mai la pubblicazione del libro: alla fine di giugno 2013 muore in un incidente stradale.
Gli ultimi giorni dei nostri padri viene finalmente pubblicato nel mese di gennaio del 2012, in una coedizione Fallois / L'Age d'Homme. Il tema principale del libro (l'apporto degli inglesi alla Resistenza francese) desta grandi polemiche in Francia. Ciononostante l'Ambasciata svizzera a Parigi celebra il libro in occasione dell'anniversario dello sbarco. Nel corso di una tavola rotona, lo storico Jean-Louis Crémieux-Brilhac, grande specialista della Resistenza, e il professor Georges-André Soutou lodano la qualità storica del libro. Poi, qualche settimana dopo, il generale Ract-Madoux, capo di stato maggiore dell'esercito francese, assegna a Gli ultimi giorni dei nostri padri una mezione speciale all'interno del Premio Erwan Bergot.
Ma fin dal 2010, da quando ha terminato Gli ultimi giorni dei nostri padri, Joël è immerso nella scrittura di un nuovo romanzo contemporaneo. Si tratta di un desiderio di lunga data; scrivere un romanzo americano, lungo e dalla grande suspence. Per fare questo, decide di rielaborare il suo stile: il Nord America lo conosce bene, visto che da bambino ha trascorso le sue estati nel New England, ha attraversato una parte del Quebec e del Maine in bicicletta, prima di partire per il Midwest (Colorado, Montana e Wyoming) fino al mitico parco di Yellowstone, dove ha posto la sua tenda per diverse settimane con lo scopo di osservare gli orsi e i lupi. Inoltre, ha anche attraversato la British Columbia e lo Yukon in Alaska. Dopo due anni di duro lavoro, il manoscritto "americano" e le sue 670 pagine è stato completato nel maggio 2012. Il suo titolo è La verità sul caso Harry Quebert.
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