Figure retoriche: le figure di parola

Le figure di parola riproducono all’interno di una verso degli effetti speciali. Tra le più utilizzate figurano:

L’ALLITTERAZIONE: consiste nella ripetizione di una lettera, di una sillaba o di un suono in parole seguenti, in questo modo si ha una successione  di termine foneticamente simili tra loro. Esempi: bello buono, tardi tosto, amore amaro.

L’ANADIPLOSI: consiste nel raddoppiare l’ultimo elemento di una proposizione all’inizio della seguente,conferendo cosi maggiore coesione all’enunciato. Molto usata del parlato. Esempi:

«Noi assistiamo […] grandi malati: malati di quella strana e talora paurosa malattia» (C.E. Gadda);  “amo il vento, il vento che mi accarezza i capelli”.

L’ ANAFORA: consiste nel riprendere una parola o una frase all’inizio di frasi successive. Esempio:

«Per me si va nella città dolente,

per me si va nell’eterno dolore

per me si va tra la perduta gente». (Divina Commedia, Inferno-Canto III).

L’ANASTROFE: consiste nello spostare l’ordine abituale  di parole successive. Esempio :

Tanto gentile e tanto onesta pare

la donna mia quand’ella altrui saluta,

ch’ogne lingua deven tremando muta,

e li occhi non l’ardiscon di guardare.

Ella si va, sentendosi laudare,

benignamente d’umiltà vestuta;

e par che sia una cosa venuta

da cielo in terra a miracol mostrare

(“Vita nuova” XXVI, 2-8).

L’ASINDETO:consiste in un’elencazione di parole o tramite coordinazione senza l’uso di congiunzioni (ma virgole). Esempio:

«Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori,

le cortesie, l’audaci imprese io canto

… »

(Ludovico Ariosto, “Orlando furioso”, canto I).

IL POLISINDETO: consiste nell’elencazione di parole  o coordinazione di  frasi tramite congiunzione. Esempio:

«E ripensò le mobili

tende, e i percossi valli,

e il lampo de’ manipoli,

e l’onda dei cavalli,

e il concitato imperio,

e il celere ubbidir ».

(“5 Maggio”, A.Manzoni).

IL CHIASMO:  consiste in un incrocio  tra due coppie  di parole , secondo lo schema sintattico AB BA. Esempio:

«UNO PER TUTTI

TUTTI PER UNO »

(Alexandre Dumas. “I tre moschettieri”)

IL CLIMAX: consiste nel disporre frasi, secondo un ordine crescente in riferimento all’ intensità del loro significato per creare un effetto di progressione espressiva del discorso. Esempio:

«Noi siamo usciti fore

del maggior corpo al ciel ch’è pura luce:

luce intellettual, piena d’amore,

amor di vero ben, pien di letizia;

letizia che trascende ogne dolzore »

(DanteParadiso XXX)

« esta selva selvaggia e aspra e forte».

(DanteInferno I).

L’ENALLAGE: consiste nello scambiare  una parte del discorso con un’altra. Può avvenire tra due forme verbali, aggettivo e avverbio, nome e verbo, ecc.. Esempi:

“e cominciommi a dir soave e piana” (If II 56); “ed el sen gì, come venne, veloce” (Pg II 51).

L’IPALLAGE: consiste nel riferire grammaticalmente una parte della frase a una parte diversa da quella a cui dovrebbe riferirsi  dal punto di vista semantico. Esempio:

..”di foglie un cader fragile” (dove “fragile” dovrebbe riferirsi a “foglie” e non a “cader”)

(Giovanni Pascoli, da “Myricae”, novembre v.11).

L’ENDIADI: consiste nell’utilizzo di due o più parole per esprimere un concetto. Esempio:

“Fare fuoco e fiamme”.

L’EPANADIPLOSI: consiste nel far ricorrere una o più parole all’inizio e alla fine di una frase o di un verso. Esempio:

“Meditate, gente, meditate”.

L’OMOTELEUTO: consiste nel porre in modo simmetrico tra loro, due parole che terminano alla stessa maniera. Esempio:

“Chi si loda si imbroda”.

L’IPERBATO: consiste nello spostamento di un parte di sintagma all’interno dell’enunciato. Comprende anche l’anastrofe e l’epifrasi. Esempi:

“già prato di fiori vider, coverti d’ombra, gli occhi miei” (Par. XXIII, 80-81);

“più era già per noi del mondo vòlto” (Purg. XII, 73).

LA DIALISI: consiste nell’interrompere un periodo con un inciso. Esempio:

“Ho dimenticato, ma poi non era cosi importante, di dirle una cosa”.

L’ONOMATOPEA: consiste nel riprodurre un suono di un determinato oggetto, tramite procedimento iconico. Esempi:

strisciare, gracchiare, bisbigliare, fruscio.

LA PARONOMASIA: consiste nell’accostare due o più parole con significato diverso ma suono simile. Esempi:

“carta canta”, “chi dice donna dice danno”, “Senza arte nè parte”.

IL POLIPTOTO: consiste nel ripetere, a breve distanza, una parola già usata, modificandone il caso, il tempo, il modo, il numero. Esempio:

“Cred’ io ch’ei credette ch’io credesse…”

(Dante Alighieri, “Divina Commedia”, Inf., 13).

LO ZEUGMA: consiste nel collegare un verbo a due o più elementi di una frase , quando invece questi elementi richiederebbero ciascuno un verbo specifico. Esempio:

“Parlare e lagrimar vedrai insieme” (Inferno, XXXIII 9).

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