Nel cuore di una donna

Chiara Albertini: “Nel cuore di una donna”

Chiara Albertini
Chiara Albertini

Quando si parla di narrativa contemporanea italiana spesso ci si pone l’interrogativo se gli autori italiani contemporanei, emergenti e non procedono in ordine sparso, ognuno con la propria proposta, o fanno parte di un movimento più ampio al quale diamo il nome di “letteratura italiana”. Se facciamo riferimento al primo caso, lo stato di salute della narrativa italiana dipenderebbe dalla fortuna o dalla sfortuna di avere ottimi o pessimi scrittori; nel secondo, invece,  si potrebbe riflettere sull’importanza o meno di una “scuola italiana”, di un “modello letterario” in termini di fecondità culturale. Senza dubbio il romanzo breve (formato e-book) della giovane esordiente Chiara Albertini, nata e cresciuta a Milano Marittima, in provincia di Ravenna, si colloca nel primo caso: la sua è una storia fuori dal coro, sorprendente per la sua semplicità e scorrevolezza di narrazione e originalità di trama. Nel cuore di una donna (2014) infatti, questo il titolo dell’opera prima della giovane scrittrice, offre spazio ad una protagonista “matura”, “adulta”, e con questo non si vuole intendere solo il dato anagrafico ma soprattutto la tipologia di problemi, la drammaticità dei fatti che si devono fronteggiare.

Questa la sinossi di Nel cuore di una donna: “Alla soglia dei sessant’anni, ancora una volta il destino farà capolino nella vita di Susan, donna volitiva, dalla forte e spiccata personalità, la quale si troverà a dover combattere la sua più grande battaglia: non sarà soltanto il ruolo di moglie e madre a essere una volta per tutte messo in discussione, ma anche, e soprattutto, quello di figlia, non meno importante. La scoperta, e riscoperta, di un passato da lei sapientemente celato, l’affiorare prorompente di un segreto di famiglia, sarà il perno attorno al quale si scatenerà una serie di accadimenti e colpi di scena, di allontanamenti e riavvicinamenti, di fronte ai quali emergerà la figura di una Susan diversa, colta in tutta la sua complessità ed autenticità. L’incontro significativo e rivelatore con una madre anziana e malata, la cui esistenza è rimasta celata per quarant’anni, sarà decisivo nella vita di Susan, tanto da portarla ad affrontare un lungo viaggio introspettivo, che la condurrà inevitabilmente al raggiungimento di una nuova luce, di nuove consapevolezze; e quando tutto sembrerà ormai perso, sarà un ennesimo e significativo incontro a permettere a Susan di ritrovare se stessa e tornare a vivere”.

Le vicende della forte e determinata, ma allo stesso tempo, fragile Susan e della sua famiglia coinvolgono, il lettore che pagina dopo pagina è desideroso di vedere come andrà a finire la storia; commovente e forse a tratti stucchevole (Susan e Beth spesso fanno a gara ad attribuirsi colpe e a scusarsi), il rapporto della protagonista con la sorella Beth, personaggio fondamentale della storia, grazie al quale, Susan, donna senza mezze misure, riesce a conoscere meglio se stessa e i propri sentimenti, affidato a dialoghi rivelatori e ripetitivi. La protagonista, nata nella campagna inglese ma residente negli U.S.A., deve far fronte non solo ad un triste e travagliato passato, ma anche al difficile rapporto con sua figlio e la nuora. I personaggi sono ben delineati e l’autrice è abile nel trasmettere con estrema semplicità e sensibilità le emozioni che prova la protagonista al lettore, attraverso i suoi gesti, atteggiamenti, comportamenti, parole ai quali sembrano partecipare anche l’ambiente e il paesaggio che fanno da sfondo alla storia.

Chiara Albertini, nonostante la sua giovane età, dimostra di avere una certa dimestichezza nel ritrarre un personaggio adulto, con un bagaglio esistenziale non indifferente, con le sue paure, i suoi difetti, e i suoi rimpianti; nel tratteggiare con il giusto distacco ed emotività, senza però farsi schiacciare dal suo personaggio, né senza vestire i panni del burattinaio (pur trattandosi di una narrazione onnisciente), una donna “orgogliosa, ostinata, esigente, a volte invadente e prepotente con le persone che ama, con la sua famiglia”, che riesce, al termine del romanzo a trovare la forza per andare avanti nella dolcezza e nel candore di una bambina malata di nome Kate.

La giovane scrittrice ravennate ha molti margini di miglioramento, soprattutto per quanto riguarda l’approfondimento dell’aspetto più drammatico di una storia che spesso coincide con una maggior scavo interiore. Un plauso va alla scelta intelligente da parte dell’autrice per non aver adottato “paroloni” per impressionare il lettore; la forza di Chiara Albertini sta proprio nel suo essere sincera ed immediata.

Pubblicato da

Annalina Grasso

Giornalista, social media manager e blogger campana. Laureata in lettere e filologia, master in arte. Amo il cinema, l'arte, la musica, la letteratura, in particolare quella russa, francese e italiana. Collaboro con L'Identità, exlibris e Sharing TV

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