‘Le notti senza respiro’, la classicità di Enrico Scandurra

Le notti senza respiro, è la terza silloge poetica di Enrico Scandurra, giovane scrittore e giornalista che ha esordito nel 2011 con la raccolta di poesie Tra ospedale e paradiso, edita da Arduino Sacco.

La struttura di quest’ultimo lavoro poetico si articola in “Nove Sezioni”, che come si legge nella prefazione all’opera, si aprono come se per ciascuna di esse, si fosse tenuto uno speciale battesimo. Qui, ci sono epifanìe scaturite da una meditazione non fine a se stessa, ma che s’attacca al lettore, costringendolo a entrare nel mondo dello scrittore. “Nove Sezioni”, ciascuna delle quali contiene un equilibrio numerico di quattro, cinque e sei liriche, per un totale di quarantacinque. durante la lettura si procede, con voluta lentezza, nella scoperta dei gusti letterari del giornalista e scrittore, dalla classicità greco-romana all’attualità devastante di Poe e Majakóvskij, sino a lambire le rive di Spoon River e far ridestare la poetica di Dylan, e Fabrizio de André.

Vi sono omaggi ai grandi della storia: artisti, letterati. Eroi senza tempo, di cui è trascritta la mitologia, come l’immancabile Che Guevara, icona trasformata ormai in gadget dai suoi cantore per purtroppo non sanno che trasferire i sogni romantici nella realtà può essere pericoloso perché nascono i mostri del fanatismo e dell’inconcludenza, dell’incapacità di stabilire un vero contatto con la realtà. Non fa mai male bagnarsi con la realtà per denunciare le ipocrisie e le omissioni di chi osanna solo la bellezza di un mito e, in questo senso, Scandurra con i suoi versi essenziali ed “esistenziali”, imbevuti di classicità patisce il ritmo gli detta la realtà, la vita spingendolo a liberarsi di se stesso. Non a caso la silloge si intitola “Notti senza respiro”, perché Scandurra affonda nell’insonnia del dover dire, si appiglia alla sacralità della parola che però gli impedisce di riposare.

I versi liberi trasudano di desiderio di sperimentazione, di comunicazione con il lettore, manifestandogli l’affanno del poeta, e di tormento per lo stare al mondo, per poter poi giungere ad un quiete che non è solo esistenziale ma anche stilistica. Ne risulta una raccolta poetica abbastanza omogenea, dove soprattutto le parole per la sua amata terra rappresentano il punto forte dell’abilità stilistica dell’autore e la sua originalità, oltre le sue semplici capacità evocative in riferimento alla poetica di altri autori.

 

Ogni notte è una notte

Ogni notte è una notte nottambula,
schiava dell’ardore nel combattere il giorno.
ogni notte è una notte di stelle,
cadono a pezzi nel bitume dell’aria.
ogni notte è una notte di streghe,
fanciulle vendute al prezzo del pane.
ogni notte è una notte di pace,
scivola piano in un pozzo di guardie.
ogni notte è una notte di lance,
conficcate nella carne del millesimo amante.
ogni notte è una notte
ed è la notte la regina delle notti.
Il mattino,
il bambino nel ventre di madre.

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