Papa Lenny finalmente si mette totalmente a nudo nel finale di The Young Pope, la fortunatissima serie televisiva di Sky Atlantic, premiata da ottimi ascolti in relazione al canale da cui è stata trasmessa la serie (nonché venduta in oltre 80 Paesi), firmata dal regista premio Oscar Paolo Sorrentino, giunta ormai al temine, ma che già fa parlare della seconda stagione. Gli ultimi due episodi delle serie che è stata acutamente ribattezzata da alcuni The House of Cardinal, ci hanno condotti fuori dal Vaticano e fatto conoscere più a fondo Papa Lenny la cui fede è invisibile ma sempre presente.
Papa Lenny: tra dolore e astuzie
Papa Lenny Belardo, interpretato da un magistrale Jude Law, che in un’intervista ha definito Sorrentino un regista fantastico, nell’atteso finale di The Young Pope, ha mostrato più che mai tutte le sue debolezze umane, senza però rivelarsi ricattabile; ha messo a nudo il suo dolore, i suoi dubbi sulla fede, senza però rinunciare all’ironia, al cinismo e all’astuzia e proseguendo imperterrito nei suoi intenti di rivoluzionare la Chiesam una Chiesa scevra dalla corruzione.
Vediamo un Pio XIII che pretende amore assoluto per Gesù Cristo, addolorato, si strugge nella sua devozione alla cristianità, ma è proprio questo dolore, questa ambiguità a rendere Papa Lenny estremamente affascinante e attraente. Sorrentino ci mostra tutta la determinazione del Santo Padre a riportare la chiesa agli antichi splendori, rendendola appetibile al mondo, abbagliante come Lenny.
Attraverso i suoi complessi personaggi, Sorrentino, ha accompagnato i telespettatori in un viaggio esistenziale fatto di diversi punti di vista e scelte. In quali tra questi ci riconosciamo? Siamo pià vicini ai setimenti di amorevolezza e autorevolezza della materna Suor Mary o all’apparente scabrosità e furbizia che però nascondono una grande sensibilità, del Cardinale Voiello? Anche davanti a quest’opera di Sorrentino ci sentiamo smarriti, proviamo un senso di perdizione nell’essere catturati da tanta bellezza estetica. Anche in The Young Pope, come nei precedenti lavori di Sorrentino, sono presenti i sogni perché, come ha affermato più volte lo stesso regista napoletano, essi possono avere una grande potenza nel creare una perfetta sintesi dello stato psicologico del personaggio.
Trama e contenuti del nono e decimo episodio
Il nono e decimo episodio dunque sono risultati i più difficili, dato l’innalzamento del livello simbolico e filosofico. Il nono episodio si è aperto con un duro confronto tra il cardinale Spencer e Lenny nella Cappella Sistina, riguardante lo spinoso tema dell’aborto. L’anziano cardinale rimprovera al suo (ex) discepolo, un’eccessiva rigidità a riguardo. Uno scontro paradossale: un vecchio moderno contro un giovane conservatore e ha inizio un flashback.
Torna finalmente in scena anche Gutierrez, che vive in una squallida stanza in un palazzo di New York. L’ex Monsignore è provato, a causa dell’indagine su Kurtwell. Gutierrez bussa a una porta dietro l’altra alla ricerca di un testimone, una ex vittima del cardinale pedofilo disposta a rompere il silenzio, ma inutilmente; è solo, i suoi unici contatti umani sono Freddy, il giovane commesso del negozio di liquori dove il cardinale si rifornisce e Rose, l’obesa proprietaria dell’albergo in cui vive. Ma quando Gutierrez smette di cercare, ecco che spunta un testimone, David, il quale sostiene di essere il figlio di Kurtwell. L’ex Monsignore si presenta dal cardinale con delle prove schiaccianti, cui segue la telefonata di Papa Lenny. Ma Kurtwell tenta di ricattarlo, minacciando di raccontare ai media delle lettere d’amore che il giovane Lenny Belardo scrisse alla ragazza californiana di cui era innamorato. Solo che le lettere non furono mai spedite. Dunque non può esserci nessuno scandalo. E, di conseguenza, nessun ricatto. Dunque non ci può essere nessun ricatto e Kurtwell dovrà andare in Vaticano per sottoporsi al giudizio di Sua Santità che non sarà molto clemente.
Il decimo episodio si apre con la nevicata su San Pietro che provoca in Lenny un sorriso, il ritorno di Gutierrez a Roma, un’importante conversazione tra il Papa e il Cardinale Voiello, l’atteso discorso del Papa dalla Basilica di San Marco a Venezia, avendo sempre i mente i genitori che lo hanno abbandonato (ma non importa perché come dirà Sua Santità, quando morirà finalmente potrà abbracciarli) e si chiude con l’immagine di un malinconico Papa Lenny sulla spiaggia di Ostia che in sottofondo legge una delle famose lettere d’amore, e nelle ultime inquadrature, si vede anche la destinataria delle missive, pubblicate alla fine dal The New Yorker.
Un coraggioso prodotto tv che avrà una seconda serie
Qualcuno taccerà The Young Pope di essere uno stucchevole esercizio di stile, una successione di sequenze suggestive, ma in questo coraggioso prodotto tv c’è tanta anima, tante emozioni, dall’irritazione alla commozione, che ha reso questa prima edizione della serie una ricerca continua di appigli a cui aggrapparsi per sopportare il peso dell’esistenza, di punti di riferimento per non perdersi. Cosa aspettarsi quindi dalla seconda stagione? Magari più spazio a nuovi intrecci narrativi, un ulteriore approfondimento dell’analisi della psicologia del potere (già peraltro affrontata da Sorrentino ne Il Divo), e un’ evoluzione di Papa Lenny.
Senza dubbio The Young Pope ha battutto per contenuti, valore artistico e regia la tanto pubblicizzata serie tv targata RAI, I Medici, tenendo ben presente che Sky Atlantic non è RaiUno, e che di conseguenza The Young Pope non poteva fare sette milioni di spettatori come I Medici, senza contare il modo personale di fare cinema di Sorrentino e la sua fruibilità.