‘L’uomo che uccise Don Chisciotte’ di Terry Gilliam raccontato in 8 scatti

L’uomo che uccise Don Chisciotte del regista Terry Gilliam è arrivato nelle sale lo scorso 27 Settembre. Il film prodotto da M2 Pictures dopo circa 25 anni è finalmente sotto le luci della ribalta. Nel cast figurano nomi noti nel panorama cinematografico: Adam Triver, Jonathan Pryce, Stellan Skarsard, Olga kurylenko, Oscar Jaenada, Jason Watkins, Sergi Lopéz, Rossy de Palma, Hovik Keuchkerian e Jordi Mollà. L’uomo che uccise Don Chisciotte è  una storia di fantasia ispirata al leggendario Don Chisciotte. Terry Gilliam ha diretto i suoi attori tra  terre spagnole e portoghesi ed è riuscito a regalare al pubblico un prodotto pregevole anche se con tempi lunghi. Gli appassionati guardando il film faranno un salto nel passato e avranno la possibilità di “viaggiare” con due personaggi intramontabili della letteratura Don Chisciotte e il Sancho Panza augurandosi che questo non sia davvero l’ultimo lavoro di Gilliam.

Il regista ha tessuto una sceneggiatura dalle molteplici sfumature: un fantasy avventuroso e divertente ma estremamente profondo

 

Adam Triver è Toby un regista pubblicitario molto arrogante e venale che tra le sue manie di egocentrismo e le scappatelle con moglie del suo capo tenta di ultimare una campagna pubblicitaria in Spagna

 

 

 

Proprio mentre sta cercando di ultimare il suo lavoro da pubblicitario gli si avvina un uomo che cerca di vendergli un dvd del film “L’uomo che uccise Don Chisciotte”, il lavoro grazie al quale era diventato così famoso quando ancora era un giovane idealista studente di cinema. Mosso dalla curiosità decide di recarsi nei luoghi della produzione. Toby si imbatte in qualcosa di orribile: il suo film ha causato terribili conseguenze al piccolo villaggio e ai suoi abitanti

 

 

 

Jonathan Pryce è un vecchio calzolaio che ai tempi del film era stato ingaggiato da Toby per il ruolo di Don Chisciotte. In realtà l’attore non si è mai spogliato del suo personaggio diventando completamento pazzo e credendo di essere davvero il “Cavaliere dalla triste figura”

 

L’altra vittima del film è la giovane e bella Angelica, interpretata da Joana Ribeiro. La ragazza ammaliata dalla luci del successo aveva cercato di inseguire la popolarità ad ogni costo. La ragazza pura del passato ora è una escort di lusso

 

Toby si ritrova inconsapevolmente ad essere il coprotagonista delle illusioni di Don Chisciotte. Don Chisciotte scambia Toby per il suo fedele scudiero Sancho Pancia.insieme si imbarcano in questo viaggio alla ricerca di Dulcinea. A questo punto si creano una serie di incedenti e ed equivoci che accompagneranno la narrazione . Il film è un misto tra realtà e fantasia: Don Chisciotte è il folle, il sognatore e Sancho Pancia è il realista

 

 

Questa scia della comicità e del surreale sottende una riflessione molto importante: come i film si ripercuotono sulle persone

 

Il finale spettacolare non disattende le valide premesse della pellicola. Il film è senza tempo: Don Chisciotte non morirà mai. le sue idee, le sue fisse, continueranno a vivere perché troveranno una nuova vita e una nuova voce

 

#DonChisciotteIlFilm #TerryGilliam
Pagina ufficiale del film: https://www.facebook.com/DonChisciotteFilm/
Pagina FB della distribuzione M2 Pictures: https://www.facebook.com/M2Pictures/
Instagram M2 Pictures: https://www.instagram.com/m2pictures/

‘L’uomo che uccise don Chisciotte’ di Terry Gilliam: la rivendicazione del primato della fantasia sulla realtà

Un film atteso 25 anni, realizzato tra molte difficoltà e che nella prima stesura, la quale si basava su un semplice viaggio indietro nel tempo da realizzarsi con un budget colossale, vedeva nel cast un giovane Johnny Depp, Jean Rochefort (scomparso lo scorso anno) e Vanessa Paradis, che rende onore allo spirito e al linguaggio della geniale e celeberrima opera di Cervantes, Don Chisciotte, il libro più giocondo e allo stesso tempo assennato che il lettore possa mai immaginare, come recita il prologo. Il regista visionario Terry Gilliam per il quale la follia, il grottesco e l’irrazionalità sono il sale della vita e la cifra dei suoi film (l’indimenticabile serie di esilaranti gag dei Monty Python, Brazil, La leggenda del re pescatore, Le avventure del Barone di Münchausen, L’esercito delle dodici scimmie, Paura e delirio a Las Vegas, Parnassus-L’uomo che voleva ingannare il diavolo), nel suo L’uomo che uccise Don Chisciotte, riflette sul senso della follia, dell’illusione, del credere fermamente alle propria immaginazione per sentirsi utili a questo mondo.

Toby (Adam Driver) è un cinico regista pubblicitario che decide di girare uno spot nell’entroterra spagnolo, ma non riesce mai a trovare la giusta ispirazione. A cena, in un ristorante, un venditore ambulante cerca di vendergli un DVD pirata girato dallo stesso Toby quando era un giovane e promettente regista dal nome L’Uomo Che Uccise Don Chisciotte. Con quel lavoro aveva fatto promesse, creato numerose aspettative negli abitanti ma non tutte hanno sortito l’effetto sperato. In questo senso il film di Gilliam è anche un’amara riflessione sul fare cinema, prendendo in considerazione il fatto che Gilliam non ha mai avuto vita facile con i produttori e in questa occasione si è preso la sua rivincita. La domanda che aleggia è: come si può emergente onestamente in un mondo popolato dai cultori del denaro e del successo facile e possibili finanziatori e produttori che tengono in scacco creature pulite e anche un po’ ingenue, nonché fortemente gelosi delle loro ‘proprietà’ femminili? Difficile non pensare al caso Weinstein in una pellicola dove c’è un continuo scambio tra passato e presente, riferimenti anche alla politica attuale e ai sogni perduti.

Ci vuole follia per poter lottare e non soccombere contro i giganti di oggi, che si sono moltiplicati, ovvero contro i soprusi, le angherie, gli opportunismi, il potere: è questo il “messaggio” del film di Gilliam che mostra l’impatto che il film nel film, L’uomo che uccise Don Chisciotte, ha avuto sugli abitanti di un piccolo villaggio, in primis sul calzolaio (interpretato dallo strepitoso attore shakespeariano Jonathan Pryce) divenuto il celebre cavaliere la cui missione è quella di vivere numerose avventure, liberare i deboli dalle prepotenze dei più forti e celebrare la bellezza dell’amata Dulcinea (Joana Ribeiro), che non riesce a liberarsi del personaggio che aveva interpretato, personaggio che prenderà possesso anche dell’anima e della mente di Toby, epigono barocco di nuove rocambolesche avventure affianco della sua bella che però crede essere il suo fidato scudiero Sancho Panza, che rappresenta la parte razionale e realistica della coppia. Si tratta di un cinema al quadrato, dello sdoppiamento, della meta-finzione: come si sdoppia l’autore del libro Cervantes, inventandosi un autore fittizio, l’arabo che non deve essere creduto in quanto tale e quindi bugiardo, Hamete Cide che però inizialmente viene fatto passare come autore vero del Don Chisciotte, di cui Cervantes è il traduttore che conosce bene lo spagnolo, anche Toby si sdoppia facendo diventare la ragazza di cui è innamorato da Dulcinea di quando aveva 16 anni a Sancho Panza, dieci anni dopo la realizzazione del film.

Meno sarcastico e pungente dell’Armata Brancaleone di Mario Monicelli, L’uomo che uccise Don Chisciotte, è un film attualizzato, avvincente pieno di ritmo, che unisce, come fa l’opulenta opera di Cervantes, dramma e commedia, evitando di rappresentare per ovvie ragioni tutte le novelle intercalate dell’opera letteraria per ovvie ragioni, rivendicando il primato della fantasia sulla realtà attraverso la figura dell’hidalgo come archetipo del ribelle puro moderno.

L’uomo che uccise Don Chisciotte uscirà nelle sale italiane giovedì 27 settembre. Da non perdere!

 

Di seguito le pagine ufficiali del film-evento:

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