Premio Biella Letteratura Industria 2016

Partiranno tra qualche giorno le iniziative per il Premio Biella Letteratura Industria 2016. Tantissimi gli appuntamenti tra Biella e Torino. Il premio è promosso da Città Studi Biella ed è l’unico premio in Italia dedicato a romanzi o saggi editi che raccontano le trasformazioni economiche e sociali, il mondo del lavoro e la cultura di impresa. Ecco perché il premio è intitolato Letteratura Industria; i lavori scelti indagando i rapporti tra due mondi apparentemente distanti quello della letteratura e quello dello sviluppo industriale fanno luce su un panorama per molti sconosciuto.

Da quindici anni il Premio Biella Letteratura Industria pone l’attenzione sulla cultura di impresa e sulla complessa sinergia tra ricerca, innovazione tecnologica, prodotti, risorse umane e relazioni con il territorio, per coniugare due anime, quella umanistica e quella economica, che non sono contrapposte ma in qualche modo, complementari.

Gli incontri principali in cartellone sono tre. I finalisti di questa edizione, per la prima volta, presenteranno al pubblico le loro opere in un doppio appuntamento. Il primo incontro sarà a Biella sabato 15 ottobre presso Città Studi. Il secondo si svolgerà a Torino venerdì 21 ottobre presso il <<Circolo dei lettori>> grazie a una nuova collaborazione con una delle più importanti realtà culturali del Piemonte. Nella serata del 19 Novembre ci sarà invece la cerimonia di premiazione del vincitore e la premiazione del concorso concorso “40 anni di industria televisiva in Italia”. In cartellone anche il concorso Book Trailer Contest che promuove la lettura attraverso le tecnologie digitali e multimediali. I cinque finalisti che si contendono il premio di questa quindicesima edizione sono:

Paolo Bricco, giornalista e storico dell’industria con L’Olivetti dell’ingegnere. 1978-1996 edito da Il Mulino.
Loris Campetti, giornalista esperto di relazioni industriali, con Non ho l’età. Perdere il lavoro a 50 anni edizioni Manni.
Grazia Lissi giornalista e fotografa con Il coraggio di restare. Storie di imprenditori italiani che ancora scommettono sul nostro paese edito da Longanesi.
Angelo Mastrandrea, giornalista e scrittore con Lavoro senza padroni. Storie di operai che fanno rinascere imprese edizioni Baldini & Castoldi.
Gianfelice Rocca, imprenditore e presidente di Assolombarda con Riaccendere i motori. Innovazione, merito ordinario, rinascita italiana edizioni Marsilio.
Tra i cinque finalisti i giurati del Circolo dei Lettori dell’Associazione L’Uomo e l’Arte selezioneranno anche il vincitore del Premio Giuria dei Lettori.

L’associazione <<Teatrando di Biella>> proporrà invece brani tratti dai cinque saggi finalisti. Saranno affrontati così i temi di stretta attualità legati al mondo del lavoro, che i saggi finalisti al Premio hanno analizzato; il coraggio di imprenditori e operai che resistono e ripartono proprio dalla crisi, la formazione dei giovani per il rilancio dell’economia e il racconto di figure visionarie come Adriano Olivetti.

Nel corso della cerimonia di premiazione sarà premiato anche Mario Andreose, figura di rilievo nell’editoria italiana che riceverà il Premio Speciale della Giuria per Uomini e libri edito da Bompiani. Il Premio Opera Straniera sarà consegnato all’economista francese Gaël Giraud per il suo Transizione ecologica. La finanza a servizio della nuova frontiera dell’economia edizioni Emi.

La Giuria del Premio è composta da: Pier Francesco Gasparetto, scrittore e presidente della Giuria, da Claudio Bermond, docente universitario, Sergio Givone, filosofo e scrittore, Giuseppe Lupo, saggista e scrittore, Marco Neiretti, ricercatore storico, Sergio Pent, scrittore e critico letterario, Alessandro Perissinotto, scrittore e docente, Alberto Sinigaglia, giornalista e docente, presidente Ordine dei Giornalisti Piemonte e Alessandro Zaccuri, scrittore e giornalista.

Il Premio Biella Letteratura Industria è promosso da Città Studi Biella ed è finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Biella in partnership con l’Unione Industriale Biellese e in collaborazione con il il Comune di Biella,il Gruppo Giovani Imprenditori dell’Unione Industriale Biellese, la Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Biella e Vercelli, l’ATL di Biella, l’Associazione l’Uomo e l’Arte, il Biella Jazz Club, Teatrando, la Società Dante Alighieri e il Circolo dei lettori di Torino e i Rotary Club del Biellese. Tutte le iniziative rientrano nella Settimana della Cultura di Impresa, la manifestazione nazionale promossa da Confindustria.

 

“Memoriale”: le proiezioni di Volponi

“Memoriale” è il romanzo d’esordio del 1962 dell’urbinate  Paolo Volponi scrittore e poeta italiano.

L’ispirazione per il protagonista del romanzo Albino Saluggia gli viene durante il suo lavoro alla fabbrica Olivetti. Volponi legge una lettera di un operaio malato di tubercolosi che si rivolge ad Adriano Olivetti chiedendogli di occuparsi della situazione; l’operaio asseriva di non essere malato e accusava i medici di volerlo allontanare dalla fabbrica. Esattamente ciò che accade al protagonista del romanzo, contadino reduce della seconda guerra mondiale assunto in una grande fabbrica del Nord. Albino Saluggia paranoico e affetto da manie di persecuzione crede che tutti siano d’accrodo ad organizzare una congiura contro di lui. I referti medici falsificati servirebbero solo ad allontanarlo dalla fabbrica per poi licenziarlo.

Come tutti i personaggi della letteratura che osservano la realtà da un punto di vista obliquo, Albino percepisce l’oppressione e l’alienazione del lavoro in fabbrica mascherato dalla facciata razionale e democratica della grande rivoluzione economica. La sua follia persecutoria lo rende più sensibile a certi meccanismi e, vive a pieno e con maggiore violenza la prigionia del sistema di produzione.

Il benessere, il boom economico, l’emancipazione, le libertà, la possibilità di riscatto rappresentate della fabbrica, la “terra promessa” sono meri surrogati di una realtà totalmente diversa: gli operai non sono altro che pure appendici della macchine. I “mali” di Albino compaiono tutti alla fine della guerra e, nonostante sia proprio la guerra a farli emergere vengono in realtà da più lontano, dalla sua infanzia e dal suo rapporto con la madre. Un legame di odio e amore, un complesso edipico prepotente e irrisolto che influenza il suo carattere, le sue scelte e i suoi modi di vivere.

La fabbrica è dunque la madre, grande e incompreso organismo che protegge e tormenta, che cura e maltratta, che tratta i suoi operai come fossero figli, lodandoli e rimproverandoli. Il motivo della paranoia di Albino è da ricercare proprio nell’identificazione con la madre-fabbrica. Albino proietta sulla fabbrica tutti i suoi conflitti irrisolti, le tensioni, le incomprensioni e le insicurezze che dominano la sua esistenza a causa della madre. Nella fabbrica il protagonista rivive con modalità e forme differenti parte dei suoi conflitti e incapace di affrontarli, trova nella persecuzione un modo per difendersi. Ma i suoi conflitti si intrecciano anche con un’altra ideologia, il cattolicesimo. La religione rappresenta infatti un altro contenitore di suggestioni e divieti che ben si coniugano con la personalità di Albino. Il cattolicesimo vissuto come un miscuglio di repressione sessuale e smisurata fiducia nel clero diventa una figura paterna aleatoria, imperiosa e minacciosa, persecutoria come tutto il resto; un’ideologia che attrae e che pure bisogna fuggire. Basterà poco infatti a convincere Albino che i preti e padroni sono alleati. Il cerchio si chiude dunque. Madre, padre, figlio. Un mondo ristretto capace di tutte le combinazioni possibili.

Non è un caso allora se la forma scelta dal protagonista per raccontare la sua storia, è il memoriale. Albino finito in sanatorio perché la malattia lo colpisce davvero, decide di affidare il racconto della sua vita alla memoria. La memoria è l’unica custode delle sue esperienze e ricordare è il solo modo che ha per affrontare i suoi fantasmi.  Eppure forse alla fine non riuscirà a prendere coscienza dei “suoi mali” ; la frase finale  «a quel punto ho capito che nessuno può arrivare in mio aiuto» lascia emergere la disperazione e la resa del personaggio; una sconfitta che forse non ha caratteri universali ma che certamente possiamo attribuire ad un ribelle che non riesce a compiere a pieno la sua rivolta. “Memoriale” non è solo un romanzo sul mondo indifferente e preordinato della fabbrica e sull’alienazione della società capitalista, è soprattutto un romanzo di introspezione e riflessione, un romanzo sull’uomo e sui fantasmi che ognuno di noi si porta dentro, che si distacca dal realismo tanto in voga in quell’epoca.

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