“Il ladro di fiori”: il nuovo romanzo di Stefania Jade Trucchi

Il ladro di fiori, edito da Bertoni editore, è il nuovo romanzo di Stefania Jade Trucchi.

L’autrice nata e cresciuta a Roma, è una psicoterapeuta, terapeuta EMDR, specializzata nel campo del Disturbo post traumatico da stress e delle conseguenze psicologiche della Violenza e del Lutto. È inoltre autrice di alcuni romanzi quali Un uomo di vetro,  Mosaico di donna e Il candore di un’anima pubblicato da Sperling & Kupfer. Ha scritto racconti come Un tuffo nella vita, Una voce da lontano, Cibo in parole e Il circo errante  in cui è descritto il Ciclo della violenza, una storia narrata attraverso gli occhi di un bambino. Ha vinto con le sue opere molti premi letterari. Alcune di queste sono state presentate in occasioni di giornate dedicate alla lotta contro la violenza.

Nel 2022, in occasione dell’evento, da lei stessa organizzato, dal titolo “L’arte denuncia la violenza” sono stati letti brani dell’autrice, poesie di giovani poeti ed esposti quadri e sculture di diversi artisti. Il devoluto dell’evento è andato all’Associazione Salvamamme per interventi a favore del popolo ucraino.

Il ladro di fiori: Sinossi

È tarda sera, sono già in pigiama con i capelli sciolti sulle

spalle, sarei voluta andare a dormire presto, ma poi tutto è

precipitato. Entro rapidamente in bagno e mi chiudo dentro,

le mie mani premono sulle mattonelle gelate, mentre il mio

viso bagnato di lacrime si avvicina al pavimento, bagnandolo di

umido dolore. Le ginocchia sorreggono il mio busto che si piega

in avanti per schiacciare il peso della rabbia.

Inizio a sentire la cute della testa bruciare forte, un sordo

dolore sotto la scapola destra, il labbro inferiore pulsa sempre

di più.

Tengo gli occhi chiusi, stringo le mani a pugno, spengo la

luce del bagno dopo essermi chiusa la porta dietro le spalle.

«Respira», mi dico nella mente. «Non trattenere il respiro, ok

ok ignora il battito rapido del cuore, non stai per morire ok,

respira Lara e se vuoi piangi. Non è una vergogna piangere».

Batto i pugni per terra e singhiozzo. Un colpo alla porta mi fas sussultare

Stefano e Lara sono due fiori recisi spezzati. Una donna forte, un ragazzo apparentemente debole. Due storie di violenza familiare, una subita da moglie, l’altra da figlio. Le loro vite non si incontreranno mai, se non agganciate da un unico elemento che le tiene insieme. Una storia di resilienza, di elaborazione del dolore e di rinascita; di ripristino della fiducia quando le persone a noi più vicine ci hanno tradito. Ci sono poi Ambra, Piero, Damiano e le loro storie di sofferenza, di rivalsa, di prepotenza, di rabbia, di violenza. Vite schiacciate dal dolore, che di fronte a una serie di porte chiuse forse riusciranno a trovare il modo di aprirne almeno una. Sullo sfondo la pandemia globale di Covid che ci ha colpiti nel 2020. La solitudine amplificata, l’isolamento e la costrizione, il senso di soffocamento costante. Dolore che confluisce in altro dolore, che dovrebbe far crescere ma invece sembra rendere i protagonisti ancora più piccoli.

“Questo mio nuovo romanzo nasce dal bisogno, purtroppo sempre crescente, di dare voce alla sofferenza di tante donne vittime di violenza e dei loro figli, vittime involontarie di violenza assistita, altrettanto grave e pericolosa. In queste pagine narro la storia di tre donne e dei loro tre figli, degli effetti del maltrattamento nel loro animo. Narro la crudeltà di alcuni uomini e al tempo stesso la voglia di altri uomini di affrancarsi dalla violenza. Cerco di spiegare il valore da dare ai sentimenti e ai legami affettivi e familiari. Racconto le vite difficili delle tante persone arrivate nel mio studio di Psicoterapia con la richiesta di dare loro la forza e il coraggio non solo di fuggire dai soprusi, ma anche di costruire una nuova vita all’insegna del rispetto e della tanto meritata serenità”.

Il libro di Stefania Jade Trucchi mi ha colpito dal primo momento, fin dalla prima pagina – ha dichiarato Jean Luc Bertoni, Titolare della Bertoni Editore. È un argomento quello degli abusi, in particolare domestici e familiari, purtroppo sempre attuale, delicato e urgente.

Noi, come casa editrice, siamo impegnati con molte nostre pubblicazioni sul tema del contrasto agli abusi e alla violenza, fisica e psicologica e del femminicidio. Il ladro di fiori entra per noi a buon diritto nella scuderia Bertoni delle opere che hanno un forte potere sociale in tal senso”.

La violenza peggiore è quella subdola, priva di gesti plateali ma ricca di parole crudeli, sottili, fuorvianti e umilianti, capaci di confondere, raggirare e manipolare fino a farci dubitare della nostra stessa identità. Essa appartiene anche a chi sa apparire insospettabile, perciò riconoscerne i segnali può salvarci dalla sofferenza dell’abuso e dalla successiva frustrazione di essere riconosciuti e creduti come vittime.

Il ladro di fiori di Stefania Jade Trucchi ci porta in un viaggio doloroso e profondo, e ci insegna il valore della tutela dell’infanzia. Sempre.

 

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‘Guerra’, la raccolta poetica di Khrystyna Gryshko

Khrystyna Gryshko è nata e vissuta durante la sua infanzia a Pidluzhzhya, un piccolo villaggio ucraino. A 13 anni si è trasferita in Italia, dove ha scritto a 16 anni  il suo primo romanzo per ragazzi chiamato “EREA”. A 17 anni è stata la volte del “Bucaneve calpestato“. Dopo essersi laureata in Economia e Management presso Bocconi di Milano ha pubblicato “Benvenuti a Neverland”. Consapevole del fatto che le poesie hanno ormai un sapore troppo antico e che secondo le recenti stime in Italia i lettori di poesia sono sempre meno, Khrystyna non abbandona questo tipo di scrittura, e decide di buttarsi a capo fitto in un progetto relativo proprio a una raccolta poetica, nel 2018 nasce “Io mi bacio da sola” e nel 2021  la raccolta di poesie “Guerra” per Bertoni Editore.

La recente guerra in Ucraina è un evento che tocca Khrystyna nel profondo, in quella nazione ci sono le sue radici, e non può fare a meno di dedicare un’opera anche ai caduti in “Guerra”; attraverso le sue parole si possono conoscere e apprendere fatti strazianti che, purtroppo, ancora oggi affliggono il suo popolo.

La poetessa, ormai in Italia da molti anni, non ha vissuto le orribili vicende belliche in prima persona, ma è stata in grado di renderle vive agli occhi del lettore, con i suoi scritti, da un lato crudi nel descrivere la situazione esisteste, dall’altro aperti alla speranza verso un futuro diverso nella silloge dal titolo Guerra.

“I soldati ci proteggeranno” – qualcuno dice – “Se non moriranno prima”.

Angoscia e speranza, attesa e disillusione si fondono in questa strofa della raccolta dal fortissimo impatto emotivo. L’esperienza bruciante di un conflitto del quale perpetua le tematiche del dolore, ad ogni passo segna quel senso di precarietà e debolezza che ne deriva (“Questa guerra ha mangiato / il mio respiro, il mio fiato” ; “Ho una guerra / penetrata nelle ossa / e la terra / girandosi si sposta.”).

Poesia e guerra sono due concetti apparentemente in contrasto tra loro, eppure la Gryshko, come viene sottolineato della prefazione, ne fa materia poetica; una materia che, sì è vero è stata trattata in tutti i tempi, e che ha conosciuto nel secolo scorso fertile terreno su cui amaramente germogliare e testimoniare al sorgere dei due conflitti mondiali; visioni estetiche e letterarie che l’autrice ucraina ha assimilato, opponendo ad una lettura positivistica della realtà la quale dovrebbe manifestarsi nel progresso sociale (“[…] / Dov’è il progresso quello morale/ se dappertutto vita non vale?”).

Attraverso una serie di poesie l’autrice condanna ciò che porta disumanità e dolore, una guerra che porta via quel sentimento in cui crediamo sempre, ovvero la Speranza o il bene stesso, nascoste dietro sentiment come il male stesso, la perfidia e la sete di potere. Il suo è una sorta di grido a reagire e di cercare di rinascere attraverso il bene e l’amore.

‘Sangue agli dei’, il Grand Canyon nel nuovo romanzo di Stefania P. Nosnan

Dopo il successo dell’anteprima al Salone Internazionale del Libro di Torino, dal primo giugno 2023 è possibile trovare in tutte le librerie e bookstore il nuovo romanzo giallo Sangue agli Dei di Stefania P. Nosnan edito dalla prestigiosa casa editrice umbra Bertoni Editore e distribuito in tutte le librerie italiane da Messaggerie.

Con la sua scrittura fluida, attenta e investigativa l’autrice accantona, per un momento, il romanzo ad ambientazione storica per dedicarsi al giallo, l’altra sua passione. Stefania P. Nosnan accompagnerà il lettore nella Riserva Navajo, in una storia d’azione e di tensione alla ricerca, contro il tempo, di un serial killer che uccide giovani donne durante la Luna piena. Tra i bellissimi panorami del Grand Canyon, indizi disseminati e la suggestiva cultura dei nativi americani, Stefania P. Nosnan riesce a creare un giallo di tensione con la classica investigazione alla ricerca del colpevole.

“Tra un romanzo storico e l’altro mi piace dilettarmi con un giallo che mi aiuta, sembra strano, a rilassarmi” dichiara l’autrice Questa storia è nata dall’amore per la cultura dei nativi e dalla bellezza dello sconfinato Grand Canyon. Il romanzo è stato scritto durante il lockdown e mi ha aiutato a superare un momento così intenso e difficile.”

Trama: Hastiin Roanhorse è il tenente della polizia a Navajo Nation, la riserva Navaho. Da alcuni mesi, nei luoghi sacri della sua terra, un killer sta uccidendo delle ragazze con dei riti esecrabili. Roanhorse non ha i mezzi e nemmeno l’esperienza di investigare, così deve rivolgersi al dipartimento di polizia di Albuquerque. Il capitano Bently gli fornisce una squadra guidata dalla detective di polizia Susan Nelson. Tra Hastiin Roanhorse e Susan Nelson c’è da subito uno scontro territoriale, ideologico ed etnico.

La detective Susan Nelson non si lascia sopraffare dall’inospitalità del popolo Navajo, che non vede di buon occhio il team arrivato dalla città, e non si fa intimorire dalla rudezza di Hastiin, il quale cerca in tutti i modi di renderle il lavoro ancora più difficile. L’omicida è sempre in agguato e si diverte a saggiare le capacità investigative della donna, tenendola sempre in tensione. L’ottima conoscenza dei luoghi, dove commette i delitti, fanno capire a Susan che potrebbe essere uno del posto. Questo pensiero è subito contrastato da Hastiin che difende la sua gente a spada tratta. Queste divergenze provocano un ulteriore allontanamento tra il tenente e la detective, ma l’arguzia investigativa di Susan fa pendere l’ago dalla sua parte.

“Fremeva per agire, era più forte di lui. Gli piaceva sentire scivolare dentro di sé l’odore del sangue e le urla di dolore. Vedere spegnersi la fiamma della vita gli dava potere; quella sensazione scorreva dalla vittima a lui e questo lo faceva sentire sempre più potente, imbattibile e lo elevava tra gli Dei.”

 

Biografia: Stefania P. Nosnan è nata a Udine nel 1970. Per dieci anni ha vissuto nel Lazio, precisamente ai Castelli Romani per poi ritornare alla sua regione d’origine. È diplomata come tecnico dei servizi sociosanitari. Negli anni ha partecipato a numerosi corsi di webdesigner, grafica e progettazione informatica. È stata titolare di uno studio di webdesigner e realizzazioni website. Dal 2006 è socia di una prestigiosa azienda di consulenze. Dal 2018 è direttrice editoriale di Life Factory Magazine e Z Magazine; inoltre, scrive per Mob Magazine, Inpress e Corriere Nazionale. È commissaria all’interno della Commissione Pari Opportunità del suo luogo di residenza e fa parte del gruppo Gilda in Città che promuove eventi culturali a Udine.

 

Bibliografia:

Nel 2017 poesie I sussurri dell’Anima (Apollo Edizioni).

Nel settembre 2018: La verità nascosta (Live&Love de Le Mezzelane Casa Editrice).

Novembre 2018: La bicicletta nera tratto da una storia vera è stato in concorso per il Premio Campiello e il Premio Stresa. (Bertoni Editore) Diploma d’onore con Menzione d’Encomio al Premio Internazionale Letterario M. Buonarroti

Giugno 2019: Una salita per amore la cui prefazione di Manuela Di Centa. (Ensemble Edizioni) Menzione di Merito

Settembre 2019: È scritto nelle stelle (Bertoni Editore)

Giugno 2020: Il tempo fra noi (LifeBooks)

Dicembre 2020: C’erano tre rose rosse (Bertoni Editore)

Marzo 2022: racconto “Mattina” nella raccolta Historica Racconti Friulani-Giuliani

Maggio 2022: racconto “L’ora del Lapsang Souchong Tea”nella raccolta Raccontami di Tè (Bertoni)

Maggio 2022: Il patto delle aquile (Bonfirraro Editore)

Giugno 2023: Sangue agli Dei (Bertoni Editore)

 

 

 

 

 

 

Back home: il thriller distopico del regista e scrittore Leonardo Araneo

BACK HOME, edito da Bertoni Editore, è il titolo del romanzo d’esordio di Leonardo Araneo. Araneo, già noto nell’ambito televisivo e cinematografico per aver curato la regia di documentari e lungometraggi, approda anche sul panorama editoriale italiano.

Leonardo Araneo nasce a Vinci, il paese del celeberrimo Leonardo, il 10 maggio 1980 e dopo aver conseguito la maturità classica si laurea con Lode all’università di Bologna con una tesi sulla storia del cinema Italiano che riceve la Dignità di Stampa.

In seguito inizia a lavorare come assistente alla regia prima e aiuto regista poi per alcune tra le principali serie televisive italiane e svariati lungometraggi cinematografici.

Nel frattempo, nel 2011 realizza il suo primo lungometraggio, Back From Hell, distribuito in Usa e Uk da Inception Media e Metrodome.

Nel 2015 passa al documentario scrivendone e dirigendone quattro.

L’Uomo che inventò la Vespa, sulla vita e il lavoro di Corradino d’Ascanio, è stato trasmesso sulle reti Rai e venduto in sedici Paesi in giro per il mondo. The acerbo Cup, coprodotto dall’Istituto Luce, è stato venduto in oltre quaranta Paesi e inserito nel catalogo Netflix worldwide a partire da ottobre 2022.

BACK HOME: Sinossi

BACK HOME- Copertina del Libro

BACK HOME,  uscito ufficialmente il 30 novembre 2022, è stato presente insieme all’autore alla Fiera Più libri più liberi,  alla Nuvola dell’Eur di  Roma dal 7 all’11 dicembre 2022.

Ellen Jones odiava la propria vita.
Non sempre, ovviamente, forse nemmeno tanto spesso.
Ma certe volte sì, senza alcun dubbio, soprattutto in momenti come quello, mentre si ritrovava incastrata con la sua
nuova Range Rover Evoque nel ventre metallico e gorgogliante del serpente di macchine che avanzava lento sul lungo fiume e una miscela deflagrante di frustrazione e senso
di colpa le montava acida dentro lo stomaco mordendole la
schiena, l’esofago e la gola e lei non riusciva a fare a meno di
sentirsi stupida, ottusa e patetica per la propria incapacità di
sottrarsi a quel misto di aspettative altrui e orgoglio proprio
che aveva trasformato la sua esistenza in una estenuante
corsa a ostacoli verso il successo e la ricchezza.
Certo, amava essere uno degli avvocati di maggior successo della città, adorava il tenore di vita che aveva conseguito negli anni e, soprattutto, le piaceva vedere riflessa negli
occhi degli altri la donna elegante, rispettata e invidiata che
era diventata.

 

Un thriller distopico in cui, in un futuro non troppo lontano, “il Messaggio”, una breve sequenza sonora trasmessa contemporaneamente da tutti gli apparecchi di comunicazione del mondo, ha cancellato la civiltà umana, facendo regredire tutti quelli che l’hanno ricevuto allo stadio di belve assetate di sangue.

Adam, uno dei pochi scampati, si muove in un mondo in rovina alla ricerca di sua figlia, rapita da un gruppo di predoni e venduta come schiava. In questo scenario post apocalittico l’uomo sarà costretto a ingannare, torturare e uccidere per raggiungere la propria meta, ma in questa lunga discesa nel proprio inferno personale finirà per smarrire se stesso. E compirà così la scelta più drammatica.

“Questo romanzo nasce nelle notti insonni passate ad osservare mia figlia neonata che dormiva, nel terrore che da un momento all’altro potesse smettere di respirare – ha dichiarato l’autore. In quelle ore interminabili ho cominciato a pensare a cosa sarei disposto a fare per proteggerla, fin dove potrei spingermi ma anche quale sia il giusto limite. Perché una delle cose più difficili del mestiere di genitore credo sia proprio questa: imparare ad essere protettivi senza essere possessivi, proteggere i propri figli senza rinchiuderli sotto una campana di vetro. BACK HOME parla di questo, di amore paterno e maschilismo tossico, di senso del dovere e possessività all’interno di uno scenario distopico che è una critica fortissima alla nostra vorace, insaziabile società consumistica e al potere dei mezzi di comunicazione, capaci di plasmare e condizionare in maniera dirompente le nostre esistenze”.

 

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