“Isole”, di Teresa Gammauta

L'autrice Teresa Gammauta
L’autrice Teresa Gammauta

“Isole” è il  primo vero romanzo della scrittrice palermitana Teresa Gammauta, edito Milena Edizioni. Grande appassionata di libri (possiede una biblioteca con oltre 3000 volumi di vario genere), Teresa Gammauta ha iniziato a scrivere sin dall’infanzia, ma è solo dall’età adulta che ha deciso di “fare sul serio”. L’idea di scrivere tale romanzo nasce in seguito ad una vacanza a Salina e solo dopo un anno decide di farlo leggere al pubblico. Le “isole” del titolo sono le Eolie la cui presenza è forte dalla prima all’ultima pagina del romanzo e che, come gli esseri umani, sono staccate le une dalle altre anche se nel loro insieme rappresentano un indissolubile entità. Protagonista è Paola, quarantenne con vita apparentemente perfetta, ma è proprio la sua fuga l’evento che smentisce e segna l’inizio del romanzo. Parte per un’isola di cui non si sa il nome, ma che ricorda Salina. È una disperata evasione da se stessa e da un’esistenza a cui sente di non appartenere. Dopo qualche giorno di solitudine ed una lunga introspezione, incontra Andrea e tra loro nasce un sentimento passionale e devastante, che mette definitivamente in crisi le sue certezze e la pone di fronte ad un’inevitabile scelta. Non può tornare indietro, ma sente che il legame con il passato è ancora forte e che qualunque decisione la porterà ad un confronto con la donna che è stata. La sua scelta rimarrà comunque sospesa ed inespressa. Ciò che conta non è chi o cosa lei scelga, ma il fatto che impari a farlo.

Nell’intervista di Andrea Corona (http://www.temperamente.it/uncategorized/intervista-a-teresa-gammauta/?error=access_denied&error_code=200&error_description=Permissions+error&error_reason=user_denied#), la scrittrice  afferma: “Se devo essere sincera, non so con precisione cosa mi abbia spinto a scrivere su una donna in crisi. Quando ho iniziato a scrivere “Isole” avevo chiari in mente soltanto l’incipit della vicenda e la sua conclusione. Sapevo come volevo cominciare la storia e come farla finire, ma il suo svolgersi è stato immediato, si è composto parola dopo parola e capitolo dopo capitolo senza intendimenti preconcetti. Il personaggio di Paola ha preso forma durante la stesura e solo incidentalmente è diventato il simbolo di una forma di alienazione tutta al femminile, che poi mi sono resa conto essere comune a molte donne, specie non più giovanissime, che si ritrovano a vivere esistenze alle quali non sentono di appartenere. All’inizio Paola era soltanto una donna in fuga da una vita che la partenza dei figli ormai grandi e l’egocentrica superficialità del marito avevano svuotato di significato. Ma la fuga diventa ricerca di sé perché proprio allontanandosi dalla sua realtà capisce di essersi persa da tempo, di non “aversi” più, di essere per se stessa solo il riflesso della donna che non è diventata”.

Nel romanzo viene dato molto spazio alle descrizioni degli stati d’animo, tra introspezione e azione, mentre gli ambienti e i personaggi di contorno vengono dipinti in pochi tratti; diffusa è la dose di sicilianità. Lo stile adottato dall’autrice è  fluente, semplice ma efficace. E soprattutto ma pesante. Visto dunque il successo del primo romanzo, attendiamo il prossimo!

Rosario Runza: “Ekroom- Le divinità degli elementi”

L’autore Rosario Runza

La teoria scientifica del Big Bang è alla base del romanzo di esordio di Rosario Runza, il fantasy “Ekroom- Le divinità degli elementi”edito da Runa Editrice. Classe 1976, impiegato amministrativo presso il comune del suo paese, Niscemi (CL) , e appassionato di Manga giapponesi, questo ragazzo siciliano non sembra essersi lasciato trasportare dall’entusiasmo che tutti hanno per questo genere letterario e dal grande successo che esso riscuote; bensi’ si percepisce dalla lettura delle 328 pagine una grande passione, supportata da uno studio approfondito della materia, per la mitologia greca, unita, naturalmente, ad una fervida immaginazione.

Runza va all’origine di tutto, o meglio quando nulla esisteva, tralasciando la questione Dio  per porre l’attenzione sulla generazione degli elementi , quindi della materia, dello spazio e del tempo.

Non appena il tempo comincia a scorrere, una parte dell’energia scaturita dall’evento primordiale sembra convogliare in un unico punto, dando forma a una sfera sia di Luce che di Tenebre. Sfrecciando verso l’infinito, apparentemente senza meta, vaga per milioni e milioni di anni finché la sua traiettoria pare  rivelare uno scopo. Tra i pianeti che si vengono a formare dall’atavica esplosione, nasce Ekroom, circondato da tre lune, ricoperto da un’enorme distesa di acqua. Da qui ha inizio la vita…

La strana sfera di energia entra in collisione con l’atmosfera del pianeta, spezzandosi in due parti e portando instabilità all’equilibrio che si era creato  tra Bene e Male ed esseri dai poteri titanici vengono forgiati. Già cento anni prima, l’evento era stato predetto da Cassandra il cui spirito per millenni abitava il potente Talismano degli Elementi, ritrovato e portato al cospetto del Consiglio degli Uomini di Flendor. Secondo la profezia, il Male poteva essere vinto attivando i Templi e solo le quattro Divinità degli Elementi ne avevano il potere, ma non oltre il terzo tramonto dell’allineamento di Ekroom e le sue lune.

Imprevedibilità e un certo gusto per la bellezza della natura e dei suoi  paesaggi emergono da questa ricerca “filosofica”, questo viaggio nel tempo durante il quale è impossibile non imbattersi nell’eterna lotta tra il bene e il male che, come si evince dal romanzo, secondo l’autore sono due concetti speculari.

“Ekroom” è un fantasy che si legge tutto d’un fiato, dove i personaggi sono caratterizzati dettagliatamente e dove c’è un senso di giustizia  molto forte dettato dal bisogno di salvaguardare il Pianeta. Dunque non solo sterili scontri apocalittici ma un profondo messaggio che spinge a praticare il bene e a lottare per esso.

Lilia Carlota Lorenzo: “Il cappotto della macellaia”

Lilia Carlota Lorenzo immagine

Edito in lingua spagnola, presente alla Fiera Internazionale del Libro di Bogotà 2012 e presentato dallo scrittore Ivo Fogliasso al Salone Internazionale del Libro di Torino 2012, “Il cappotto della macellaia” è un romanzo dell’architetto argentino, nonchè scrittrice, Lilia Carlota Lorenzo, che ormai vive in Italia da molti anni.

Romanzo incalzante, con un ritmo serrato e dal linguaggio crudo e inumano, basato sul mistero che sconvolge il paesino di Paolo Santo: l’assassinio di un uomo nella pampa argentina all’alba del 7 ottobre 1943. Una verità che sembra non venire mai a galla.

“L’unico testimone  che c’è non parla  perché è proprio lui  il vero colpevole”. Cosa  ha visto di cosi terribile e sconvolgente  il bambino della sarta, nella cucina della bellissima merciaia Solimana, per farlo fuggire  terrorizzato appena la vede? E perché lei attira gli uomini del paese a casa sua? Quale  inconfessabile segreto nasconde  Marcantonia, la sorella ritardata di Solimana?  Anche la  telefonista  che non si fa vedere da nessuno potrebbe celare qualcosa ed essere sospetta,   ascoltando  le telefonate e  segnandole dopo  in un quaderno. Cosi come  Zotikos, immigrante greco in pensione,  a cui non sfugge nulla dell’intero paese ; ma solo alla fine  il lettore, attraverso un colpo di scena  riuscirà a sapere e a capire tutto.

La frequenza di espressioni volgari, per rendere tutto più realistico agli occhi del lettore, potrebbe creare qualche difficoltà durante la lettura , meno  più fluida e gradevole, cosi come i lunghi monologhi. Ciò però è compensato dalla descrizione , da parte del narratore, fredda e distaccata dei personaggi , in modo tale da prendere parte  insieme a loro alle vincende in cui sono coinvolti, esaltando i loro difetti in maniera ossessiva.

Assistiamo ad un cambiamento soltanto verso la fine del romanzo dove l’azione si fa più concitata, per poi ritornare improvvisamente, nelle ultime pagine, all’andamento iniziale. I personaggi, inoltre, sono trattati singolarmente, creando una sorta di elenco dei loro destini e soltanto il colpo di scena finale rivelerà l’identità del colpevole.

Scelto da Bubok fra più di 800 titoli;  edito in spagnolo dalla newyorkese TheWriteDeal,  “Il cappotto della macellaia” può vantare di una trama originale e di una particolare predilezione per l’elencazione dei fatti  a scapito della narrazione e della descrizione  tradizionale.

 

 

Francesco Palma: “Passato immortale”

Francesco Palma, classe 1974 , è un giovane scrittore calabrese, cultore della storia antica,  e della numismatica (sia antica che moderna) e questi  studi  portati avanti con passione emergono dal  suo  primo  libro “Passato immortale”, una storia fantastica proiettata verso un passato atavico piuttosto che sul futuro.

Il passato che alimenta la memoria e la storia personale che diventa Storia da rievocare alle prossime generazioni spingono la vicenda dei protagonisti sorretta, più che da dialoghi incisivi da accadimenti incalzanti, rivelatori di un altro mondo cui appartengono Christin e Manuel.

Christin è una ragazza inglese bella , molto sensibile ed  intelligente che  perde prematuramente la madre a causa di una malattia incurabile, evento che inciderà profondamente sull’importante passaggio dall’età adolescenziale a quella della maturità. Dopo questa triste circostanza la sua vita cambia troppo in fretta per via del dolore interiore, di misteriose coincidenze e fenomeni inspiegabili dei quali non riesce a decifrarne il senso e, tra questi, quello più incomprensibile è l’apparizione di un fantasma  che sembra perseguitarla. Non riesce ad  arrivare ad una soluzione e di conseguenza nemmeno la  propria esistenza e, in breve tempo, la vita inizia a controllare lei. Giunge in  l’Italia dove troverà Manuel, un giovane archeologo, con il quale,  divide un’affinità mentale ed emotiva totale, dimenticandosi del suo fidanzato Peter. Affinità che con il tempo si tramuterà in amore.

Prima con la forza dell’amicizia e poi con quella dell’amore, Christin e Manuel si lasciano trasportare dagli eventi caotici nei quali riescono a vedere nella vastità dei secoli luoghi sconosciuti e imperscrutabili dove si trova la soluzione del mistero che devono ricondurre nel presente per ridare pace a un passato lontano e alle loro stesse esistenze.

Il filo rosso della trama è rappresentato dalle frasi “Fidati dell’ombra della sera” pronunciata dalla madre di Christin e “Le risposte sono nei libri” che accompagnano Christin e Manuel durante il loro percorso conoscitivo in cui sono coinvolti fortemente anche il padre e la nonna di Christin.

Francesco Palma unisce con una certa disinvoltura la storia d’amore (che ha poco a che vedere con i tipici approcci dei ragazzi di oggi) tra i due giovani protagonisti e il tema oscuro ed inquietante del passato che ritorna sempre, non ci abbandona mai, ‘immortale’ appunto il reale con il soprannaturale,attraverso divagazioni storiche, frasi misteriose, e avvenimenti dal sapore mitologico.

Un buonissimo esordio letterario.

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