‘Gli Eletti’: la nuova collana della casa editrice Alter Ego per riscoprire le pietre miliari e libri meno conosciuti della letteratura

Gli Eletti è una delle collane proposta dalla casa editrice Alter Ego. Alter. La casa editrice è stata fondata nel 2012 a Viterbo da Danilo Bultrini e Luca Verduchi ed è specializzata nella pubblicazione di narrativa. Attiva inizialmente sul territorio della Tuscia e del Lazio, dal 2014 ha esteso il proprio raggio d’azione a tutta l’Italia, ed è distribuita a livello nazionale. Dal 2020 la casa editrice ha aperto alla pubblicazione di autori contemporanei stranieri.

I romanzi di Alter Ego raccontano gli uomini e le donne di oggi, noi, la nostra società. Particolare attenzione viene riservata al tema del “doppio”.  Una ricerca sapientemente condotta attraverso le molteplici collane: Specchi, Spettri, Egonomia  e Crocevia. Le prime contengono generi  che spaziano dal romanzo di formazione al romanzo psicologico, passando attraverso il distopico il romanzo umoristico, fino ad arrivare al giallo e al thriller. In Crocevia, invece, trovano spazio alcune proposte che si discostano dal resto del catalogo. Insomma, pubblicazioni dai mille sapori capaci di accattivare i gusti di qualsiasi lettore.

Oltre ad editare nuovi talenti la casa editrice, fin dalla sua fondazione, si è proposta di indagare nel panorama culturale internazionale riscoprendo le gemme dimenticate della letteratura. Da questo presupposto nasce gli Eletti: capolavori della letteratura italiana e internazionale in formato economico e tascabile. La collana valorizza i classici intramontabili del panorama letterario, riproponendoli in una veste completamente originale.

La grande attenzione alla cura editoriale del progetto – grazie alla consulenza letteraria di Dario Pontuale – la grafica ricercata e le traduzioni inedite  rendono gli Eletti unici e collezionabili.

Nel catalogo sono presenti le Pietre Miliari, immancabili nelle librerie di un lettore, come Alice nel paese delle meraviglie, Attraverso lo specchio, La sirenetta e Canto di Natale. Ma non mancano le Gemme, perle dimenticate o introvabili dell’opera letteraria delle grandi penne del passato: I racconti di viaggio di Charles Dickens, La cucina futurista di Filippo Tommaso Marinetti e racconti di Guy De Maupassant, Robert L. StevensonHonoré de Balzac, Edgar Allan Poe, Luigi Capuana e tanti altri. Questo  consente di far conoscere ai lettori, a partire dai giovanissimi, i grandi autori al di là dei loro romanzi più famosi.

Per consultare la collezione completa: http://www.alteregoedizioni.it/gli-eletti/

Ad aggiungersi alla già ricca collana sono altri due titoli: L’informatore di Joseph Conrad e I morti di James Joyce.

 

Gli Eletti e le new entry: L’informatore di Conrad e I morti di Joyce

Fresco di pubblicazione, inserito nel catalogo, è  l’Informatore di Joseph Conrad:

Ambientato nell’Inghilterra vittoriana del 1908 il racconto ha come sfondo il microcosmo dei circoli anarchici, di cui l’autore si prende sistematicamente gioco. Spie, doppiogiochisti, anarchici cinici,  anarchici convinti e finti anarchici sono i protagonisti di questa commedia nera. Il narratore si trova così immerso nel racconto di una vicenda sporca, intricata, dove il signor X racconta dei suoi sforzi per scoprire l’identità del viscido delatore che si nasconde tra le fila di  un gruppo di anarchici londinesi e che ne sabota sistematicamente i piani. Un racconto che parla di ideali traditi, di significati sfuggenti, di maschere e pose, della fine di un’era e dell’inizio di un’altra. Un racconto che si racconta da sé, fin dal titolo: L’informatore – un racconto ironico.

 

L’altra new entry è I morti di James Joyce.

In questo ultimo, breve e stupendo racconto della raccolta Gente di Dublino, e come in tutti i precedenti, i personaggi di James Joyce rinunciano ai sogni e alle illusioni. “Era venuto per lui il momento di andare a ovest”, scrive Joyce: dove si trova Michael Furey, dove si trovano i morti e il loro ricordo. Nel racconto i coniugi Gabriel e Gretta si rendono conto che il presente è inscindibile dal passato, così come i vivi sono inscindibili dai morti.

Accanto agli Eletti c’è anche Gli Eletti XL che vanta titoli come Con gli occhi chiusi di Federigo Tozzi, Il primo fuoco e altre novelle di Gabriele D’annunzio e le Lettere d’amore tra Guido Gozzano e Amalia Guglielminetti.

La Casa editrice Alter ego è infinitamente sorprendete, nuovi progetti si stagliano all’orizzonte.  Tante sono le novità di prossima pubblicazione: un testo di Pavese, un racconto Fitzgerald, una selezione di racconti di Lovecraft e la raccolta di racconti popolari Nani e folletti dell’antropologa Maria Savi Lopez.

Un appuntamento importante è fissato a settembre 2020 per la collana di narrativa contemporanea straniera. In arrivo il primo titolo di un’autrice canadese, pluripremiata e mai tradotta in Italia, dedicato alla vita di Emily Dickinson.

Proprio la citazione della Dickinson “A tutti è dovuto il mattino, ad alcuni la notte. A solo pochi Eletti, la luce dell’aurora“ è stata scelta dalla casa editrice Alter ego per presentare al pubblico la loro nuova collana.

 

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‘Il vecchio e il mare’, storia di una resistenza

Il vecchio e il mare (1952) è un opera dello scrittore Ernest Hemingway, quella che secondo lui gli procurò il Nobel del 1954. Il romanzo è ambientato a Cuba e narra delle vicissitudini di un povero vecchio pescatore, Santiago, il quale non riesce a pescare un pesce da 84 giorni. L’unico suo vero amico è Manolin, un giovane ragazzo a cui Santiago ha insegnato tutto sulla pesca. Ma Manolin, per volere dei genitori, non va da tempo a pescare con Santiago, a causa dell’enorme sfortuna che perseguita il vecchio pescatore e si trasferisce a bordo di un altra barca. Il ragazzo insiste a frequentare il vecchio e i due diventano inseparabili. L’85 giorno, Santiago decide di rischiare e di voler prendere un grosso pesce, per compensare i suoi 84 giorni di “riposo”. Si imbarca e prende il largo, comincia a posizionare le esce e dopo un po’ abbocca un grosso marlin, il più grosso che Santiago abbia mai visto.

La lotta col marlin è estrema e logorante, ma dopo circa 3 giorni il marlin viene catturato. Purtroppo per Santiago, la via del ritorno è lunga da percorrere e la sua buona pesca alletta parecchi pescecani che divorarono la preda del pescatore, seppure egli combatte come meglio può con remi, mazze e fiocine. Riusce a ritornare a casa di notte, dopo 4 giorni massacranti. L’indomani tutti i pescatori ammirano lo scheletro del pesce catturato da Santiago, uno dei pesci più grossi che si siano mai visti su quelle spiagge.

Il vecchio e il mare è la storia di una resistenza titanica opposta al destino e alla sventura. Il vecchio pescatore lotta con tutto se stesso non contro il mare, non contro un pesce, ma con il destino. Certe sue scelte portano a conseguenze che egli già conosce, ad esempio sa bene che se  egli è al largo con un marlin attaccato alla barca attirerà i pescecani, ma nonostante questa sua pre-coscienza dell’avvenire malevolo e sfortunato, egli non demorde e combatte più che può. Decide di consumare tutto se stesso nella lotta contro i pescecani non per vincere, non per masochismo, né tanto per uccidere i pescecani ma per rivendicare quello che più intimamente è suo, il mare.

La mer, come lo chiama il protagonista, si contrappone insieme al pescatore alla sventura, infatti la mer diviene amante di Santiago e non nemico da battere, e con il mare l’intera natura diviene l’emblema di un amore panteistico per il pescatore. Non odia niente della natura. A volte egli sembra odiare se stesso per il suo scomodo ruolo di killer della natura, quando va a pesca, ma riconosce in questo suo ruolo un volere naturale superiore che lo individua dalla parte del cacciatore e sa bene che quella parte è riprovevole, ma anche necessaria, mentre la parte del cacciato è sempre più comprensibile, ma anche ella diventa necessaria.

Nella lotta contro il marlin più volte il pescatore e il pesce si scambiano di ruolo, infatti a volte sembra che sia il pesce a cacciare il pescatore, rimorchiandone la barca e trascinandolo al largo, mentre altre volte sembra il contrario. Alla fine il vincitore è solo uno, Santiago.

Una volta che il pescatore ha vinto, la soddisfazione è enorme. Sa di aver battuto un suo fratello, ma sa anche che gli “ha voluto bene”, che non lo ha fatto per odio, ma con profondo rispetto. Dopo la vittoria, di lì a breve Santiago si trova ad affrontare la parte del cacciato, infatti i pescecani che sempre fanno parte della natura e soprattutto del mare, guastano 3 giornate di pesca con un solo giorno di razzie. La sconfitta per Santiago è catastrofica. Quando l’ultimo pezzo di pesce viene divorato voracemente dagli squali, il povero pescatore è ormai sfinito nel corpo e nello spirito e quasi rimpiange di aver pescato un così bell’essere della natura, imponendogli una fine immeritevole.

Gli squali a questo punto dovrebbero essere gli antagonisti, ma neanche lo sono. Il vecchio li combatte persino insultandoli, ma sa bene che essi non fanno altro che quello che ha fatto lui con il pesce precedentemente, stanno cacciando, sia pure la vittoria di qualcun altro, ma stanno cacciando come natura comanda. La sua battaglia è persa, ma non inutile. Per una volta ancora, egli ha sentito su se stesso la forza del mare, che insegna a non mollare mai (come il marlin ha fatto) e a saper rispettare il proprio ruolo naturale. L’opera stessa potrebbe essere tradotta in questa unica frase, altamente significativa. Il vecchio e il mare diventa Il vecchio è il mare, in una fusione che eleva un semplice uomo a un essere sapiente, forte e mutevole come il mare.

Celebre è la stroncatura del critico e sociologo Dwight Macdonald, secondo il quale il romanzo di Hemingway è un esempio di pessima letteratura, di quella categoria del kitsch da lui battezzata Midcult, Il vecchio e il mare, senza dubbio è una semplice metafora della condizione esistenziale dell’uomo (la vittoria nella sconfitta), non un capolavoro (a differenza di Addio alle armi e Per chi suona la campana), ma un classico senza tempo, un libro che probabilmente lo scrittore americano ha scritto solo per se stesso, ed per questo che non tutti riescono a capirlo e ad apprezzarlo fino in fondo, complice la scrittura scarna, poco coinvolgente (per alcuni noiosa), ma intrisa di poesia, di Hemingway, aspetto questo, rivoluzionario in quanto lo scrittore, rompendo con la tradizione, riesce a descrivere la condizione umana da una prospettiva totalmente nuova, presentandoci uno stile che potremmo definire giornalistico-poetico.

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