Cime tempestose” in edizione speciale: più di 6.000 copie in dono alle scuole di tutta Italia, per il progetto “Un libro tante scuole

Romanzo unico per intensità visionaria e originalità narrativa. Pagine amate per la capacità di esplorare temi universali come l’amore e la morte e la forza estrema dei sentimenti. Capolavoro della letteratura gotica e romantica che vanta innumerevoli adattamenti cinematografici, teatrali e musicali. Cime tempestose di Emily Brontë è l’opera scelta dal Salone Internazionale del Libro di Torino per la quarta edizione del progetto di lettura condivisa Un libro tante scuole. Coinvolti attorno al libro, con propri contributi, le autrici e gli autori Annalena BeniniEdoardo AlbinatiTeresa CiabattiAntonella LattanziLiliana RampelloChiara TagliaferriAlice Urciuolo e l’attrice Daria Deflorian.

Un libro tante scuole è il progetto nazionale di lettura condivisa che riunisce attorno a un grande romanzo della letteratura internazionale studentesse e studenti di tutta Italia, consegnando loro 6000 copie gratuite, per favorire attraverso la lettura nella comunità scolastica il confronto sulla comprensione di sé, del mondo e del nostro tempo. Un progetto che intende stimolare la riflessione grazie anche all’accompagnamento di contributi testuali, audio originali, incontri con autrici e autori contemporanei.

Un libro tante scuole è promosso dal Salone Internazionale del Libro di Torino e dal main partner Intesa Sanpaolo, con il sostegno della Consulta delle Fondazioni di origine bancaria del Piemonte e della Liguria, la partecipazione di Chora Media e quest’anno la collaborazione con Mondadori.

Cime tempestose. Il libro in dono a 6.000 studenti

Dopo il successo delle edizioni precedenti – la prima nel 2021 dedicata a La Peste di Albert Camus, la seconda nel 2022 su Lisola di Arturo di Elsa Morante, la terza nel 2023 con Sostiene Pereira di Antonio Tabucchi – la quarta edizione di Un libro tante scuole vedrà pubblicare un altro grande classico della narrativa internazionale, rivoluzionario romanzo passionale dell’Ottocento, capace di “scendere fino al fondo della conoscenza del Male”, come ebbe a dire Georges Bataille, e di “fare parlare il vento e ruggire il tuono”, come constatò Virginia Woolf.

Da fine gennaio sui banchi di scuola approderà, infatti, Cime tempestose di Emily Brontë, (dall’edizione Mondadori, tradotta da Margherita Giacobino), in una pubblicazione speciale del Salone del Libro corredata da un testo introduttivo di Liliana Rampello, critica letteraria, e da una nota critica di Annalena Benini, direttrice del Salone Internazionale del Libro di Torino. Come per i volumi precedenti, la copertina e l’impostazione grafica sono curate da Riccardo Falcinelli, art director e designer.

Il romanzo, pubblicato per la prima volta nel 1847 con lo pseudonimo di Ellis Bell, e poi postumo nel 1850 a cura della sorella Charlotte, è stato scelto per il fascino che tutt’ora esercita sulle lettrici e i lettori di ogni epoca ed età, grazie all’esplorazione profonda delle emozioni umane, alla forza dei suoi indimenticabili protagonisti, Catherine e Heathcliff, e alla complessità di sentimenti e ossessioni che mette in gioco. «Un incomparabile romanzo – come ricorda Liliana Rampello nella sua introduzione – che ha trasportato la tragedia antica dell’eroe e del suo destino fatale fin dentro la modernità, in una lingua in grado di esplorare i lati più oscuri dell’animo umano illuminandolo come mai prima della comparsa di Emily Brontë nella letteratura inglese».

Cime tempestose raggiungerà più di 6.000 studentesse e studenti in Italia (triennio delle scuole secondaria di II grado, delle scuole di formazione professionale e dei corsi serali), che entro i primi giorni di febbraio riceveranno il libro gratuitamente. Il volume, come i precedenti, entrerà a fare parte della “Biblioteca del Salone” che, nel corso degli anni, si arricchirà di voci che hanno saputo diventare universali e parlare alle lettrici e lettori di ogni tempo.

Attorno al libro: podcast, incontri, video, bookblog

Per favorire la riflessione e la discussione su temi, personaggi e poetica del romanzo, autrici e autori d’eccezione accompagneranno studentesse e studenti, ma anche il pubblico tutto, alla lettura di Cime tempestose, grazie a incontri in presenza e interventi audio e video.

Il podcast in cinque puntate Voci tempestoseprodotto da Chora Media e in partnership con Intesa Sanpaolo, in arrivo a partire da marzo sulle principali piattaforme audio gratuite (tra cui Spotify, Apple Podcast, Spreaker e Google Podcasts), vedrà diverse voci della narrativa contemporanea alternarsi per raccontare i temi e le tante sfumature della poetica di Emily Brontë, fornendo una propria chiave di approccio specifico all’opera. Edoardo Albinati si concentrerà sulla figura di Heathcliff; Teresa Ciabatti commenterà il testo critico di Joyce Carol Oates La magnanimità di Cime tempestose, presente nell’edizione di Mondadori, con letture di alcuni estratti da parte dell’attrice Daria DeflorianAntonella Lattanzi tratteggerà un ritratto di Catherine; Chiara Tagliaferri dedicherà la sua puntata alle due sorelle Brontë; Alice Urciuolo indagherà sui motivi che rendono il romanzo tanto amato dai giovani.

Per la seconda volta, ragazze e ragazzi delle scuole secondarie di secondo grado di Torino, selezionai dal Salone, parteciperanno alla realizzazione delle puntate del podcast. In team con la scrittrice e giornalista Valentina Farinaccio, definiranno le domande da proporre agli ospiti sui temi scelti per ciascuna puntata.

Il momento conclusivo del grande percorso di lettura del romanzo Cime tempestose sarà sabato 11 maggio 2024 alla XXXVI Edizione del Salone del Libro, con un appuntamento corale aperto a tutte le ragazze e i ragazzi coinvolti nel progetto.

Per rendere visibile il lavoro delle classi sul romanzo e permettere lo scambio e la condivisione, studenti e docenti pubblicheranno scritti e recensioni sul Bookblog del Salone, lo spazio di racconto condiviso che il Salone mette a disposizione dei ragazzi e delle scuole, nell’apposita area dedicata al progetto, dove sono già presenti i contributi su La peste di Albert Camus, L’isola di Arturo di Elsa Morante e Sostiene Pereira di Antonio Tabucchi. I migliori commenti saranno oggetto dell’incontro finale al Salone.

Per aderire a Un libro tante scuole, le scuole devono candidarsi sulla piattaforma SalTo+ (https://saltopiu.salonelibro.it/) entro lunedì 8 gennaio 2024.

Info: www.salonelibro.it

“Hangar del Libro” di Regione Piemonte e Salone del Libro: le iniziative 2023 per l’editoria indipendente

Le case editrici e le librerie indipendenti svolgono da sempre un ruolo fondamentale nello scenario culturale italiano. Forti della propria autonomia, creatività, flessibilità, curiosità ed entusiasmo, sono capaci di sperimentare e innovare, di prestare attenzione a voci emergenti o riscoprire autori del passato sottovalutati, promuovere progetti e scritture alternative, ampliare gli orizzonti culturali di lettrici e lettori. Una vocazione alla diversità culturale, o meglio alla “bibliodiversità”: così si può riassumere il valore imprescindibile delle case editrici e delle librerie indipendenti.

In questo panorama, le realtà editoriali e librarie piemontesi rappresentano, inoltre, un’eccellenza a livello nazionale. Alcune storiche e altre più recenti sono cresciute e aumentate di numero, confermandosi veri e propri presidi culturali, in grado non solo di connettersi con le sensibilità di un pubblico nazionale, ma di dare voce anche ad autrici e autori locali, di promuovere la conoscenza del territorio e della sua storia e tradizioni, di offrire punti di vista originali e alternativi. Un’importante risorsa per la cultura regionale.

Proprio per valorizzare l’editoria indipendente piemontese, soprattutto in un momento storico costellato di incertezze e criticità sociali ed economiche, Hangar del Libro, progetto di Regione Piemonte, realizzato da Salone Internazionale del Libro di Torino in collaborazione con Fondazione Circolo dei lettori, torna a proporre i suoi servizi a sostegno delle realtà piemontesi legate al mondo del libro anche per questo 2023:

– la call per editori e librai indipendenti piemontesi che desiderano partecipare al percorso di formazione specifico, con un affiancamento dedicato one to one (al via il 10 marzo, si chiude il 12 aprile);

– i laboratori a cui possono partecipare tutte le case editrici e le librerie indipendenti piemontesi, attivi dal mese di marzo su temi come la valorizzazione di un progetto, la partecipazione alle fiere, l’utilizzo di TikTok, la creazione di una grafica identitaria;

– gli incontri in Piemonte dell’Independent Book Tour per permettere agli editori di presentare al pubblico i propri libri, in partenza dal mese di settembre in tutte le province della Regione;

– il networking per facilitare il confronto e lo scambio tra addetti ai lavori.

L’obiettivo è quello di potenziare il settore dell’editoria piemontese nelle competenze tecnico gestionali, comunicative e organizzative, attraverso iniziative di affiancamento a lungo termine, laboratori specifici di formazione, tour e momenti di promozione aperti al pubblico in tutto il Piemonte.

progetti 2023 di Hangar del Libro son stati presentati in conferenza stampa venerdì 10 marzo alle ore 10.30 alla biblioteca civica di Alessandria, alla presenza di Vittoria Poggio, Assessore cultura Regione Piemonte, Giorgio Abonante, Sindaco Città di Alessandria, Silvio Viale, Presidente Associazione Torino, la Città del Libro, Marco Pautasso, Segretario generale Salone Internazionale del Libro di Torino, Carola Messina, Project manager Hangar del Libro.

«Hangar è un asset del Salone del Libro, certamente tra i più importanti. Ma più in generale è un asset della cultura vera e propria. Sostiene l’editoria locale che può diventare un trampolino di lancio per autori che senza questo contenitore non avrebbero possibilità di emergere. E poi è un booster per la formazione degli addetti ai lavori. È uno dei volti del Salone Internazionale del libro, che ogni anno cresce e riscuote successo tra il pubblico e tra gli addetti ai lavori». Vittoria Poggio, Assessore Cultura, Turismo, Commercio Regione Piemonte

«Hangar del Libro è un progetto centrale nella strategia d’attenzione del Salone del Libro verso gli editori e i librai indipendenti piemontesi, che si affianca a una manifestazione come Portici di Carta, che li vede assoluti protagonisti, o come la Festa del libro medievale e antico di Saluzzo e a tutte le altre iniziative di coinvolgimento che abbiamo messo in atto in questi anni, con un preciso obiettivo: quello della tutela, crescita e valorizzazione dell’indipendenza di due soggetti fondamentali nella filiera del libro». Marco Pautasso, Segretario generale Salone Internazionale del Libro di Torino

«Il progetto Hangar del Libro fornisce una cassetta degli attrezzi, degli strumenti molto pratici, utili a sostenere e far crescere le imprese editoriali e le librerie, presidi fondamentali di cultura sul territorio: Come hanno confermato molte delle realtà seguite negli anni, Hangar del Libro permette anche di analizzare il proprio progetto imprenditoriale e capire in quale direzione andare per svilupparlo e renderlo ancor più sostenibile». Carola Messina, Project Manager Hangar del Libro.

«Leggere fa bene ed il libro di carta offre una varietà di sensazioni impagabili ed anche la nostra Città, con la sua Biblioteca Civica, consente di vivere emozioni e viaggiare con l’immaginazione, perché leggere è un regalo che si fa alla propria persona, una sorta di trattamento benessere che riguarda la mente ed influisce anche sul fisico. La possibilità di ospitare l’Indipendent Book Tour, parte integrante del progetto Hangar del Libro, rappresenta la naturale prosecuzione dell’impegno profuso dall’Amministrazione comunale in appoggio a iniziative dedicate all’incremento della lettura, soprattutto fra i più piccoli, che spesso si rivelano lettori curiosi, ed è un tassello importante nella nascente collaborazione con le reti regionali impegnate nella diffusione del libro e della lettura». Giorgio Abonante, Sindaco della Città di Alessandria.

La XXXV edizione del Salone del Libro. Anticipazioni

Iniziamo a varcare la soglia delle meraviglie con lo sguardo sempre al presente: in questo ci aiuteranno gli ospiti della nuova edizione, i nostri compagni di viaggio, tra Premi Nobel, autrici e autori italiani e internazionali; scopriremo anche cosa Alice trovò nel mondo del Bianconiglio con il percorso dei consulenti editoriali, i progetti speciali, le collaborazioni, gli spazi e l’immancabile Salone Off.

Attraverso lo specchio è il titolo di questa edizione! Un omaggio all’universo meraviglioso di Lewis Carroll che invita i lettori e le lettrici a saltare dentro nuovi mondi, sempre attenti al presente ma con la testa tra le pagine.

Negli ultimi anni l’umanità si è relazionata con una prepotente, a tratti distopica, realtà che ha domandato a ciascuno uno sforzo di analisi, più che d’inventiva. Ma è l’immaginazione, esercitata con coraggio, la forza che da sempre spinge l’uomo oltre la banalità, la quotidianità, oltre la realtà stessa.

L’illustrazione creata da Elisa Talentino è il racconto di un viaggio tra reale e fantastico, tra veglia e sogno. Una giovane ragazza varca il confine del tangibile e incontra il suo doppio in una dimensione fantastica. L’attraversamento della soglia avviene da un prato, che muta in abito vivo e abitato nell’altra sé stessa. L’immagine ci invita al viaggio nel nostro lato magico: se sapremo vedere con gli occhi dell’incanto troveremo qualcuno a tenderci la mano per accompagnarci dall’altra parte e può anche essere letta come un’allegoria del passaggio tra l’infanzia e l’età adulta, un rito di passaggio in cui si muta.

Elisa Talentino (Ivrea 1981) è un’artista che lavora con illustrazione, grafica d’arte, pittura e animazione. Le sue illustrazioni appaiono in riviste, quotidiani e libri, tra cui The New Yorker, The New York Times, The Washington Post, Hachette, Yale University Press, La Repubblica, Corriere della Sera, Il Sole 24 Ore, Mondadori, Einaudi, Rizzoli, Bompiani, Il Saggiatore e molti altri.

Torna “Adotta uno scrittore” del Salone del Libro con 40 autrici e autori accolti in 38 scuole di 9 regioni italiane

Con 40 autrici e autori che incontreranno studentesse e studenti di 38 scuole di 9 regioni italiane, dal nord al sud della penisola, riparte il 31 gennaio 2023 Adotta uno scrittore, l’apprezzato progetto didattico e culturale nelle scuole piemontesi e italiane, dalle elementari all’università, ideato e organizzato dal Salone Internazionale del Libro di Torino e sostenuto dalla Consulta delle Fondazioni di origine bancaria del Piemonte e della Liguria, in collaborazione con la Fondazione con il Sud. 

In vent’anni di attività, Adotta uno scrittore ha saputo creare non solo significativi momenti di approfondimento sulla lettura e formative occasioni di confronto sulla scrittura, ma anche felici opportunità di discussione e dialogo sui tanti temi e spunti che le pagine dei libri sanno da sempre offrire, accompagnando bambine, bambine, ragazze e ragazzi sulla strada della formazione di uno spirito critico e di una capacità di riflessione, per aiutarli ad appropriarsi di un loro personale sguardo sul mondo. Grazie al clima di collaborazione che si crea nella dimensione intima e accogliente delle classi, ogni adozione si presenta unica e irripetibile, avvalorata dalla possibilità delle autrici e degli autori adottati di poter sfruttare il loro tempo a disposizione in completa libertà e creatività, partendo dai propri libri che vengono dati in dono a ciascun studente.  Quest’anno le studentesse e gli studenti coinvolti sono 976.

La XXI edizione si caratterizza per alcune importanti novità: la partecipazione delle scuole della Liguria che si unisce alle altre regioni di Piemonte, Veneto, Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia; l’ampliamento del numero degli ospiti coinvolti, che arrivano a essere 40, ciascuno dei quali terrà tre appuntamenti nella classe in cui è stato adottato; la varietà dei settori che saranno esplorati, partendo dai libri: dalla narrativa al fumetto e illustrazione, dalla scienza e ambiente alle questioni di grande attualità come la parità di genere, la legalità e l’accoglienza, fino allo sport e ai suoi valori, con escursioni anche nel settore musicale.

Proprio per la volontà di portare all’attenzione delle studentesse e degli studenti un’ampia varietà di  argomenti di discussione, nelle classi sono attesi non solo scrittrici e scrittori, ma anche fumettisti, illustratrici e illustratori, giornaliste e giornalisti, saggisti, librai, rapper, divulgatori scientifici, magistrati. Tra gli altri, infatti entreranno nelle scuole: la scrittrice Premio Strega Melania Mazzucco, il cui ultimo libro Self-Portrait. Il museo del mondo delle donne (Einaudi) è dedicato ai capolavori di artiste note e meno note; lo scrittore Alessandro Zaccuri, in libreria con Poco a me stesso (Marsilio), racconto della vita ipotetica di Alessandro Manzoni; i fumettisti Leo Ortolani, padre della fortunata saga Rat-Man (Panini Comics) e autore del recente Musa (Feltrinelli Comics), e Daniel Cuello con il nuovo Le buone maniere (Bao Publishing); l’illustratore Manuele Fior, apprezzatissimo anche all’estero e autore del recente graphic novel Hypericon (Coconino Press), storia d’amore ambientata nella Berlino di fine anni Novanta; la giornalista Tiziana Ferrario, che nel suo nuovo La bambina di Odessa (Chiarelettere) racconta la vita di Lydia Franceschi, il cui figlio venne ucciso dalla polizia negli anni Settanta; il saggista e narratore e Matteo Nucci, autore di Sono difficili le cose belle (HarperCollins), romanzo fiabesco, nato come dono per le sue nipoti colpite dalla perdita della nonna; lo psichiatra Paolo Milone, caso editoriale 2021 con L’arte di legare le persone (Einaudi) e ora in libreria con Astenersi principianti (Einaudi), in cui affronta il tema del lutto; la scrittrice Stefania Bertola; il magistrato Marzia Sabella, procuratore aggiunto della Repubblica presso il tribunale di Palermo, autrice di Lo sputo (Sellerio), in cui parla del coraggio della prima testimone contro la mafia; Sabrina Efionayi, giovane afro-discendente che in Addio, a domani (Einaudi) ha raccontato la sua storia di ragazza con due mamme, nigeriana una, italiana l’altra; autori, disegnatori e illustratori per bambine, bambini e giovani, come Francesca Vecchioni (T’innamorerai senza pensare, Mondadori Electa, sulla scoperta dell’omosessualità), il Premio Andersen Arianna Papini, i vincitori del Premio Strega Ragazzi Francesco D’Adamo e Antonia Murgo, e poi Enrico Racca (L’estate dei ribelli. Una storia della Resistenza, Feltrinelli) e Fausto Boccati, libraio della storica Libreria dei Ragazzi di Milano, autore di L’uomo delle antenne (Bompiani) sulla scoperta dei sentimenti; il digital creator Francesco Cicconetti, che in Scheletro femmina (Mondadori) ripercorre la storia della sua transizione; il rapper e produttore discografico italiano Amir Issaa; l’autrice Irene Graziosi, fondatrice di Venti, podcast e piattaforma digitale dedicata ai ventenni; la giornalista Giorgia Mecca, vincitrice del Premio di letteratura sportiva Gianni Mura; autrici e autori che esplorano temi scientifici come Serenella Quarello con il suo Estintopedia (Camelozampa) sulle specie animali a rischio, Daniele Zovi con Ale e i lupi. Alla scoperta degli animali del bosco (De Agostini), Roberta Fulci, redattrice e conduttrice di Radio3Scienza, e la giornalista e autrice Vichi De Marchi, portavoce per l’Italia del Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite.

Anche per il 2023, ognuna delle adozioni prevede tre appuntamenti in presenza per ciascun autore e il quarto conclusivo lunedì 22 maggio alla XXXV edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino.

 

I numeri dell’edizione 2023

L’edizione 2023 coinvolge 38 istituti scolastici italiani: 9 scuole primarie (scuole elementari), 7 scuole secondarie di primo grado (scuole medie); 10 scuole secondarie di secondo grado (scuole superiori); 1 scuola superiore in ospedale (ovvero presso la Sezione Ospedaliera dell’Istituto Gobetti Marchesini Casale Arduino); 1 università, ovvero l’Università degli Studi di Torino. Quest’anno sono 11 le scuole carcerarie partecipanti (di queste 9 sono Cipia-Centri provinciali per l’istruzione degli adulti e 3 sono Istituti superiori) nelle città di Torino (Casa Circondariale Lorusso e Cutugno di Torino con Istituto Plana e CIPIA 1; Istituto Penale Minorile Ferrante Aporti), Ivrea, Alessandria, Saluzzo, Genova, Venezia, Potenza, Catanzaro, Pozzuoli, Lecce.

Grazie al progetto, nel corso degli anni sono state portate a termine 471 adozioni per un totale di 13.618 studenti, dalla scuola primaria alle università fino agli istituti carcerari, coinvolgendo 300 tra gli autori e le autrici più importanti della letteratura italiana degli ultimi quarant’anni. 

 

Tutti i nomi dell’edizione 2023

Ecco tutte le autrici e tutti gli autori coinvolti in questa edizione, in ordine alfabetico: Stefania Bertola, Fausto Boccati, Nicoletta Bortolotti, Manlio Castagna, Francesco Cicconetti, Daniel Cuello, Francesco D’Adamo, Valentina De Poli, Marco Drago, Sabrina Efionayi, Tiziana Ferrario, Manuele Fior, Catena Fiorello, Roberta Fulci e Vichi De Marchi, Vins Gallico, Irene Graziosi, Amir Issaa, Dario Levantino, AlbHey Longo, Melania Mazzucco, Giorgia Mecca, Paolo Milone, Angelo Mozzillo, Antonia Murgo, Giulia Muscatelli, Matteo Nucci, Leo Ortolani, Antonio Paolacci e Paola Ronco, Arianna Papini, Serenella Quarello, Enrico Racca, Patrizia Rinaldi, Anselmo Roveda, Marie-Christophe Ruata-Arn, Marzia Sabella, Francesca Vecchioni, Alessandro Zaccuri, Daniele Zovi .

 

Adotta uno scrittore sul Bookblog

Anche quest’anno Adotta uno scrittore avrà uno spazio sul Bookblog, la piattaforma digitale del Salone curata dagli studenti per raccontare attraverso articoli, interviste, reportage le iniziative del Salone del Libro nel corso di tutto l’anno. Autori, studenti e docenti costruiranno insieme un racconto partecipato di Adotta uno scrittore, rendendo i contenuti fruibili liberamente su bookblog.salonelibro.it. Un’apertura alla condivisione e al dialogo tra autori e lettori, nonché un passo avanti per raggiungere un pubblico più vasto.

 

 

Il guanto di sfida di “Racconti edizioni”

Ai più attenti e curiosi frequentatori dello scorso Salone di Torino, non sarà sfuggito, nei pressi dell’Incubatore, spulciando tra i volumi di alcune piccole case editrici, il bancone della neonata Racconti edizioni che lì esponeva i tre libri del suo catalogo. Abbiamo posto alcune domande ai giovani editori: di seguito riportiamo le loro risposte “corali”.

D: Racconti edizioni è una realtà che personalmente ho conosciuto al Salone e che mi ha colpito immediatamente per il suo spirito. Ma quando nasce Racconti edizioni? E chi c’è dietro questo nome?

R: È un progetto che si concretizza formalmente a ottobre 2015 ma che comincia a delinearsi almeno due anni prima a partire dall’incontro tra i futuri, e a quel tempo ignari, editori Stefano Friani ed Emanuele Giammarco al Master di Editoria della Sapienza. Tutto nasce dalla passione smodata per la letteratura, e in particolare per la forma breve, e la classica pinta di troppo tra amici che ha trasformato un’idea solo coccolata nel cassetto in realtà. La consapevolezza che il sistema editoriale italiano avesse dimenticato la short story e che un intera nicchia di mercato fosse del tutto inesplorata ha fatto il resto. Senza calcolare che per due giovani che si affacciano al mondo editoriale probabilmente sarà più facile aprire una casa editrice che lavorare in qualche altro modo. Sembra un paradosso, ma è una delle conseguenze della crisi economica.

D: “Varrebbe la pena chiedersi perché, in tutti questi anni, non siano state impiegate e concentrate energie soltanto nel racconto. Perché la brevità, un limite ma anche uno stimolo per lo scrittore e la sua creatività letteraria, non sia stato considerato allo stesso modo uno sprone per la creatività editoriale. Abbiamo provato a rispondere e non ci siamo riusciti”: questo scrivete nella sezione “Chi siamo” del sito. Ecco, proviamo a rispondere oggi in questa sede: perché il racconto (tanto quanto la poesia in verità) in Italia trova così poco spazio e lettori?

R: I motivi sono diversi e ancora non del tutto chiari. Provando a rispondere si potrebbe accennare a una certa ritrosia endemica nei confronti del racconto, a quel dogma per cui le short story in Italia non venderebbero (da qui il nostro hashtag ironico #iraccontinonvendono). Questa convinzione ha generato un cortocircuito per cui gli editori non investono risorse per promuovere in modo adeguato le raccolte di racconti e di conseguenza ne dilapidano il grande potenziale. D’altra parte gli scrittori fanno fatica a emergere se nessuno crede in loro e se, una volta pubblicati, rischiano di finire nel dimenticatoio nel giro di poco tempo per mancanza di attenzioni. Tutto ciò genera una convinzione generale che la forma breve sia un qualcosa di minore, facilmente trascurabile. Fin qui la nostra esperienza ci insegna che non è così. I lettori di racconti esistono e sono tanti. Ma semplicemente l’offerta non soddisfa la domanda.

D: Voi avete esordito con un catalogo composto da soli tre libri (Sono il guardiano del faro di Éric Faye; Lezioni di nuoto di Rohinton Mistry; Appunti da un bordello turco di Philip Ó Ceallaigh). A posteriori è stata questa una scelta coraggiosa o azzardata? Ha ripagato?

R: Se consideriamo l’ottima stampa e i consensi dei lettori raccolti dai nostri titoli si può affermare di sì. Chiaramente è un aspetto che potrà chiarirsi più in là nel tempo quando avremo uno storico di almeno un anno. In ogni caso quel che conta è che, essendo Racconti una casa editrice di progetto, le scelte sono molto chiare e per forza di cose devono seguire l’idea originale in tutti i suoi aspetti. Una delle prerogative è proprio quella di essere una casa editrice di catalogo e quindi proporre ai lettori un’ampia gamma di scelta, nel caso specifico un’illuminazione panoramica su una forma che versava nell’oblio editoriale. I primi tre titoli ne sono un esempio: Appunti da un bordello turco è il rilancio in Italia di un autore già noto e premiato nel mondo anglosassone ma dimenticato nel nostro paese. Mistry, autore di Lezioni di nuoto, è uno scrittore di fama internazionale già pubblicato in Italia da Fazi. Anche Eric Faye, autore del numero 3, è un nome di assoluta garanzia soprattutto nel suo paese d’origine, la Francia.

Il simbolo della casa edititrice “Racconti”, uno scarafaggio, “protagonista” della Metamorfosi di Kafka

D: Sul vostro sito si legge che il prossimo libro in uscita sarà Karma clown di Altaf Tyrewala. Come mai a oggi non avete un italiano fra i testi in catalogo? E contate di far entrare qualche autore nostrano nella vostra scuderia?

R: Karma clown è un libro davvero godibile, l’autore riesce ad abbinare la freschezza della scrittura a una vena ironica e critica allo stesso tempo. Una volta scovato ci è sembrato necessario lanciarlo in queste tempistiche proprio per seguire quel discorso di catalogo a cui si accennava prima. Essendo un libro che segue per ambientazione e vissuto dell’autore la traccia del numero 2, Lezioni di nuoto, ma che se ne discosta per stile e struttura pensiamo possa puntellare il nostro catalogo. Per quanto riguarda gli autori italiani abbiamo intenzione di pubblicarne a partire da ottobre 2017. Abbiamo deciso di prenderci del tempo per esplorare in modo accurato il mare magnum della produzione di racconti. Proprio per i problemi legati allo status della forma breve e alla condizione degli autori nel nostro paese. Non volevamo partire col piede sbagliato ed essendo ancora una piccola realtà non potevamo essere frettolosi. Siamo convinti che sia una scelta seria e oculata.

D: Domanda di rito: quali sono le sfide della piccola editoria italiana? E qual è secondo voi la direzione da prendere per superare con successo l’impasse di questo periodo storico?

R: Le sfida principale è banalmente quella di ridare linfa dal basso a un settore in piena crisi che ormai, salvo poche e virtuose eccezioni, segue delle logiche di mercato insostenibili e controproducenti. Questa osservazione è applicabile ai diversi elementi della filiera editoriale. Risollevare il settore probabilmente vuol dire ripartire dal particolare, dalle piccole librerie, dalla cura per l’oggetto libro e quindi dal rispetto del lettore che troppo spesso viene sottostimato e di conseguenza ingozzato di proposte scadenti. Per citare una meravigliosa serie tv, Boris, il motto potrebbe essere Qualità o morte! Guardando i numeri ci si può deprimere facilmente: in Italia si legge pochissimo. Ma vuol dire anche che ci sono moltissimi lettori potenziali da conquistare. Questa deve essere la direzione, ma vanno cambiate molte cose. Le piccole case editrici devono proporre qualcosa di diverso. Noi ci stiamo provando con un’operazione avventurosa ai limiti dell’harakiri: pubblicare soltanto raccolte di racconti. Ma d’altra parte ci piace anche perché è una sfida spericolata.

D: In molte realtà estere autori grandi e piccoli possono vivere dignitosamente di scrittura pubblicando su riviste specializzate i propri lavori (racconti brevi, a puntate ecc.). Penso a quanto si può leggere, ad esempio, in On Writing di Stephen King, ma gli esempi sono molteplici. Perché qui in Italia le riviste che pubblicano racconti non pagano? È solo colpa di una crisi dell’editoria che sembra non avere fine?

R: Il fatto che le riviste non paghino è principalmente legato all’andamento economico generale e a quello del settore. È un tendenza negativa che vale anche per altre professioni che hanno a che fare con la scrittura. Non stupisce che riviste tutto sommato di nicchia non abbiano le disponibilità necessarie per valorizzare il lavoro di qualcuno che invece lo meriterebbe. Probabilmente questa incapacità è vissuta male in primis da chi si ritrova costretto a subirla e infliggerla a qualcun altro. Per quanto riguarda la nicchia nella nicchia, la forma breve, la morsa è ancora più stringente, ma ciò non vuol dire che la pubblicazione di un racconto su una rivista sia tempo perso. Tutt’altro. C’è un fermento importante attorno al racconto. Nel semi-deserto di nuove proposte dell’editoria tradizionale nascono piccole riviste, portali, osservatori che si occupano di incentivare la short story e in cui sono impegnati giovani o navigati, personaggi noti e meno noti, autori, editor e altre figure. La comunità che fa perno attorno alla forma breve insomma sta crescendo in fretta. Penso a esperienze come Cattedrale o Effe. Da parte nostra, il blog collegato alla casa editrice Altri Animali (link) si pone proprio in questa prospettiva. Per esempio ogni martedì pubblichiamo un racconto selezionato dalla nostra redazione nella rubrica “Il racconto del martedì”.

‘SuiGeneris’: Oriana Conte e la sua editoria

Dopo una piccola pausa estiva riprendiamo a conoscere la piccola editoria: questa volta abbiamo avuto il piacere di scambiare due chiacchiere virtuali con Oriana Conte, che dirige la piccola ma intraprendente SuiGeneris, casa editrice nata nel 2014 in quel di Torino.

D: Cominciamo dalle basi: chi siete voi e cosa è SuiGeneris?

R: SuiGeneris è una casa editrice indipendente, aperta da me nel novembre del 2014. Al momento abbiamo sette pubblicazioni: Racconti Gialli, Carmen, Tutto relativo tranne… il Vento, Talita Kum, IlMorandazzo, Storia della filosofia a sonetti, Al cuore non si comanda, ai dipendenti sì. Tutti gli autori della casa editrice sono esordienti. Si può scegliere di pubblicare testi di successo sicuro e immediato, commerciali o si può scegliere di rischiare e di fare un lavoro di ricerca per scovare talenti ancora poco conosciuti. Questa seconda opzione è quella che mi appassiona e stimola di più.

D: Si dice spesso che l’editoria è in crisi, che poche persone leggono, che solo le grandi catene vanno avanti. E allora come vi è venuto in mente di aprire una nuova casa editrice? Cosa vi ha spinto e, soprattutto, quale obiettivo vi ha animati?

R: Quando qualcuno mi chiede se sono pazza ad aver aperto una casa editrice a ventitré anni, data la crisi ecc. ecc., io rispondo che non sono pazza e che ho con me in redazione Napoleone e Shakespeare. Perché poi risponda proprio questi due non so.

Le grandi catene hanno costruito i loro anelli, devono pur aver iniziato anche loro. Qualcuno potrebbe sorprendersi a scoprire che Moravia pubblicò in un primo momento a pagamento e che i racconti di Kafka furono stampati in 1000 copie e l’editore Kurt Wolff affermava di non aver venduto neanche quelle 1000 finché Kafka era in vita. Neo edizioni, aperta da pochissimo, ha già avuto un suo libro tra i candidati allo Strega.

Insomma con l’accelerazione dovuta al meccanismo dei best seller ci si è dimenticati che nella letteratura “grandi ci si diventa”.

L’editoria è in crisi perché è falsata. Il libro trattato come un prodotto qualsiasi è diventato liquido: il lettore è un consumatore. La casa editrice di catena punta sulla quantità, invade gli scaffali. Per il lettore è difficile districarsi, riconoscere tra i tanti il libro che incontra i suoi gusti. Molti non si fidano dei contemporanei e dicono di preferire i classici, sono sicuri che leggendo il Dostoevskij che hanno nella libreria di famiglia non perdono tempo. La casa editrice piccola non ha bisogno di pubblicare 400 titoli l’anno, includendo nel suo catalogo libri di dubbia qualità. La casa editrice piccola può garantire una stretta selezione. Mi ha spinto ad aprire la mia casa editrice l’entusiasmo, e l’obiettivo è avere un approccio umano con gli autori e i lettori, conquistare la loro fiducia pubblicando testi validi, originali, ironici, fuori dai canoni.

D: Mi pare di capire che il vostro catalogo non è suddiviso in collane, e anche il motto della casa – Ogni autore è un genere a sé – lo suggerisce. Come mai questa scelta?

R: Il catalogo è in realtà diviso in tre collane. La prima è Racconti d’ogni genere, dove si vuole dare spazio alla narrativa breve. Sono meno i lettori di racconti rispetto ai lettori di romanzi. Si devono abituare i lettori a scoprire le potenzialità delle narrazioni brevi. C’è poi Pierre Dumayet, dove si pubblicano i testi che vorremmo vedere anche tra i banchi di scuola. SuiGeneris infatti collabora con le scuole, sia Carmen sia Storia della filosofia a sonetti sono stati adottati da alcuni licei. Infine Ciampa e la corda pazza, dove si pubblicano i testi ironici, comici e grotteschi.

D: Quali sono le sfide che avete affrontato dal 2014, e quali quelle attuali? In che modo è cambiato il vostro percorso in questi due anni?

R: È stata ed è ancora una sfida aver aperto una casa editrice. Nel 2014 nessuno conosceva SuiGeneris, adesso inizia a riconoscersi una linea editoriale e a crearsi una cerchia di lettori. La sfida è crescere, sfruttare i canali di comunicazione, scoprire nuovi autori che rappresentino SuiGeneris. Al momento la casa editrice sta collaborando con Daria Spada e Maksim Cristan, organizzatori del Concertino dal Balconcino a Torino, e si pensa a una loro pubblicazione. Inoltre ha iniziato un lavoro di ricerca per una pubblicazione tanto impegnativa che ha richiesto il coinvolgimento di una decina di collaboratori. Non ho mai messo in campo così tante forze, ma l’idea di fondo della pubblicazione, anche se non posso svelarti molto, è interessante e spero che possa essere uscire entro il prossimo anno.

D: Come siete messi per quanto riguarda la distribuzione, e come vi organizzate per le presentazioni dei vostri libri? Cosa ne pensate della grande distribuzione e delle sue alte percentuali?

R: Al momento la distribuzione è diretta, online e in librerie non di catena. Ci si sta muovendo per allargarla. Le alte percentuali richieste dalla grande distribuzione sono il costo più elevato che l’editore deve sostenere, sono eccessive e andrebbero diminuite. Si dovrebbe trovare una formula o un’agevolazione da parte dello Stato per la circolazione dei libri o una regolamentazione che vieti ai distributori di imporre agli editori percentuali di retribuzione così alte. Il distributore arriva a chiedere il 65% del prezzo del libro. Resta una miseria all’autore, l’editore, al traduttore a tutte le figure che hanno contribuito a fare il libro.

SuiGeneris punta molto sul contatto diretto con il lettore, dunque organizza numerosi eventi e presentazioni. Durante le presentazioni si interagisce con il pubblico e ci si assicura che, luci soffuse o no, nessuno si addormenti. Nell’ultimo anno un attore, Gugliemo Basili, mi ha aiutato a rendere più dinamiche le presentazioni. Molti degli autori di SuiGeneris sono capaci di coinvolgere il pubblico, Francesco Deiana, Massimo Pica, Davide Di Rosolini sono proprio spassosi da vedere. Pur avendo assistito più volte alle presentazioni, mi sento ogni volta partecipe anch’io e le presentazioni sono tra i momenti del mio lavoro che apprezzo di più.

D: Eravate presenti al Salone del libro di Torino, nella zona dell’Incubatore. Vorrei una vostra impressione sulla fiera in generale e qualche considerazione sui rapporti di forza fra le big e le indipendenti.

R: SuiGeneris è davvero cresciuta nell’Incubatore. I due anni in cui ha partecipato le sono stati utili sia per le vendite sia per i contatti. La cosa bella del Salone è che hai a disposizione due sedie e un tavolo, e puoi adeguarti, fare il minimo sforzo, poggiare i libri e aspettare che qualcuno si avvicini. O, se non sei un tipo da star fermo e seduto, come sono i tipi di SuiGeneris, puoi arredare il tuo stand in maniera fantasiosa e coinvolgere le persone che passano, raccontargli la tua storia, i tuoi libri, non sederti neanche un attimo. Per farvi un’idea, vi rimando a questo video: SuiGeneris al Salone internazionale del libro di Torino 2016.

I big e le indipendenti hanno due forze di attrattiva diverse. Le case editrici grandi hanno un marchio già affermato, autori conosciuti. Il Salone è per loro un momento di maggiore vendita, ma poco cambia nel loro approccio. Lo stand di Mondadori ricalca le numerose librerie che si trovano in città, e così molti altri delle big. Trovo personalmente che il punto di forza del Salone sia stato anche essere una libreria gigante dov’era possibile farsi in un sol colpo una panoramica varia, ampia, allargata di una gran parte delle pubblicazioni; essere a contatto sia con i big sia con gli indipendenti.

Tutto ciò che è stato fatto da chi ha marciato sul Salone, che esula dagli editori così come dai lettori, è stato deplorevole. E mi riferisco a chi negli anni è stato indagato. Quest’anno la polemica con Milano tocca i vertici dell’assurdo. Nessuno si sognerebbe di spostare il Salone di Francoforte a Monaco, non si capisce perché invece in Italia si debba trasformare una manifestazione culturale in uno strumento di gioco-forza tra due città. Quando tutte le energie spese nello scontro potevano essere impiegate o nell’organizzazione di un altro evento con caratteristiche simili a quelle del Salone in un altro periodo dell’anno (quale in parte era già Bookcity) o nell’organizzazione di qualcosa di più grande insieme (in fondo il Salone è internazionale e le due città sono vicine).

Il risultato di tale mossa è che adesso si parla di questa polemica più di quanto si parla dei libri. E francamente ai lettori interessano i libri, le impalcature e le costruzioni fatte sopra sono un inutile fastidio.

Istos: incontro con Carlo Scorrano

Il mondo della piccola editoria è vasto e, nonostante vi si possano spesso trovare elementi di innovativa qualità, altrettanto spesso questi restano sconosciuti a causa della capacità fagocitante delle grandi case e dei grandi marchi. Le impressioni lasciate dal Salone del libro di Torino hanno tutte confermato questo aspetto: parlavano chiaro le file davanti ai mega stand Mondadori ed Einaudi, e parlavano chiaro gli sforzi “sovrumani” dei piccoli stand della zona Incubatore. Conoscere le realtà della piccola editoria può aiutare a scovare delle vere e proprie perle. Abbiamo dunque deciso di intervistare alcune case editrici di piccolo taglio per saperne di più. Partiamo con Carlo Scorrano, editore della pisana Istos.

D: Cominciamo dalle basi: come nasce Istos?

R: La casa editrice Istos nasce a Pisa nel giugno 2014: due giovani pieni di entusiasmo decidono di confrontarsi con il mestiere dell’editore e si mettono in gioco con delle idee e dei punti in comune. Tra i tanti, ci sono la visione del libro come strumento di cultura, di socialità e di appartenenza civile, come legame con la storia e il territorio, tramite d’evasione e porta per un divertimento personale.


D: Si dice spesso che l’editoria è in crisi, che poche persone leggono, che solo le grandi catene vanno avanti. E allora come vi è venuto in mente di aprire una nuova casa editrice? Cosa vi ha spinto e, soprattutto, quale obiettivo vi ha animati?

R: Utilizzando le parole di mio zio: «Aprire una casa editrice oggi è un atto di resistenza. Bravi!»

Utilizzando le parole di mia madre: «Siete pazzi!»

Il logo di Istos edizioni

Queste due componenti, la pazzia e la voglia di fare resistenza culturale e sociale, ci hanno spinto ad aprire oggi una casa editrice. La missione è espressa dal logo: un ragno che tesse una tela, e tela è anche il significato, in greco, della parola “istos”. L’obiettivo che ci poniamo è fare rete, intrecciare persone e storie, lettori e autori, personaggi, posti, avventure narrate e vite vissute.


D: Quali nuovi strumenti state utilizzando per farvi conoscere?

R: Abbiamo organizzato molti eventi in cui abbiamo cercato di integrare pittura, musica, teatro, cibo, giochi per i più piccoli, alle letture. Crediamo che i libri possano essere intrecciati, appunto, con tanti altri campi. Inoltre, abbiamo avviato diversi progetti con le scuole del territorio e con i giornali locali. Ma possiamo fare ancora molto, molto di più, l’importante è non perdere la voglia di fare, l’entusiasmo dei primi anni di attività.


D: Raccogliere l’eredità e il catalogo di Felici edizioni non deve essere stato facile. Quali saranno le linee di continuità, e cosa invece cambierà?

R: Alcuni progetti avviati dalla Felici Editore si sposano perfettamente con il nostro taglio editoriale:

  • le pubblicazioni legate al territorio, in quanto nell’ottica di fare rete è importante essere attivi nel proprio territorio, creare dei collegamenti con chi vive i nostri stessi spazi;
  • le esperienze dei Gialli in città, dove diversi autori scrivono racconti gialli ambientati tutti nello stesso luogo. La continuità nel libro è data dal contesto comune, ma cambiano gli autori e quindi gli stili di scrittura;
  • la collaborazione con la specialistica di lingue e letteratura per l’editoria, e la continuità con la collana Stile contemporaneo dove si traduce la narrativa straniera.

Invece, il settore infanzia Felici Editore Junior chiuderà e alcuni testi convoglieranno in Libri Volanti, il nostro marchio per l’infanzia, il quale prenderà una centralità sempre maggiore all’interno della casa editrice. Crediamo infatti nell’entusiasmo dei bambini, vogliamo stimolare la loro creatività ed educarli fin da piccoli alla fantasia, alla lettura, ai mondi fantastici e all’arricchimento che se ne può trarre da essi.

È stata soppressa anche la collana di narrativa con contributo degli autori, Caleidoscopio: vogliamo prenderci onere e onore di sostenere noi a pieno i romanzi che scegliamo di pubblicare, in modo da essere più coerenti con il nostro progetto editoriale.


D: Come siete messi con la distribuzione, e come vi organizzate per le presentazioni dei vostri libri? Cosa ne pensate della grande distribuzione e delle sue alte percentuali?

R: Essere distribuiti da Messaggerie è sicuramente un vantaggio. Chiunque in Italia può richiedere un nostro libro. Certo è che i margini di guadagno sono molto bassi. Per quanto riguarda le presentazioni, essere casa editrice in una città abbastanza piccola come Pisa ci permette di organizzare diverse presentazioni in librerie, caffè letterari e così via. Difficile è invece organizzare quelle al di fuori. Cercheremo di crearci una serie di librerie-biblioteche amiche sparse in Italia.


D: Eravate presenti al Salone del libro di Torino, nella zona dell’Incubatore. Vorrei una vostra impressione sulla fiera in generale e qualche considerazione sui rapporti di forza fra le big e le indipendenti.

R: La zona Incubatore è molto sacrificata rispetto al resto del Salone: dovrebbe essere un’area per lanciare il nuovo, in realtà è fatta di stand piccoli un po’ isolati rispetto agli altri padiglioni. Comunque, il Salone è utile anche ai piccoli editori per respirare il vento editoriale nazionale, dove va, dove non va, cosa succede, cosa funziona, cosa manca e di cosa c’è abbondanza. Inoltre, la forza delle piccole case editrici è che sanno che, se vogliono emergere, devono dare il massimo, correre per distribuire volantini, parlare con la gente, mostrare il loro entusiasmo. Se in un grande stand vai da anonimo, nel piccolo sei partecipe per un po’ della realtà editoriale. Ne possono venire fuori sinergie, relazioni e contatti utili. Le vendite ovviamente non sono paragonabili stand di 200 metri quadrati e anche di più con stand di 2 metri quadrati. La speranza sono i lettori curiosi (una minoranza) che vanno alla scoperta di ciò che nelle librerie, di solito, non si trova.

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