Walter Nicoletti è stato l’unico italiano a portare a casa un Oscar lo scorso marzo. Il cortometraggio animato In the Shadow of the Cypress, diretto dai registi iraniani Shirin Sohani e Hossein Molayemi, cha conquistato l’Oscar come Miglior Cortometraggio Animato alla 97ª edizione degli Academy Awards, porta anche la sua firma.
Un riconoscimento straordinario che porta con sé un grande orgoglio per Voce Spettacolo, casa di produzione e distribuzione fondata da Walter Nicoletti, appassionato di cinema fin da bambino, con sede a Matera e operativa anche a Los Angeles. La società si è distinta nel panorama cinematografico internazionale, lavorando con determinazione per qualificare il film agli Oscar e garantendone il successo globale.
The Shadow of the Cypress si è contraddistinto per la sua profondità narrativa e la qualità dell’animazione, affrontando tematiche universali con un linguaggio visivo originale che suggerisce invece di risultare didascalico. L’abilità dei registi Sohani e Molayemi nel raccontare storie attraverso l’animazione ha trovato il giusto riconoscimento con la statuetta dorata.
Walter Nicoletti, è anche attore e regista oltre che produttore, nonché membro della Hollywood Creative Alliance e dell’European Film Academy, mostrando come sia possibile anche per una piccola città del sud Italia raggiungere grandi traguardi.
Voce Spettacolo ha infatti consolidato il proprio ruolo come ponte tra l’Italia e Hollywood, contribuendo alla crescita del settore cinematografico e portando il nome di Matera nell’industria cinematografica internazionale.
Un successo che conferma come Matera, già simbolo di cultura e cinema (basti ricordare che nella celeberrima città dei sassi venne girata “La Passione di Cristo” di Mel Gibson), continui a essere un punto di riferimento anche per la settima arte e in tal senso Nicoletti sta rafforzando la propria produzione negli States.
Quando hai iniziato ad appassionarti al mondo del cinema?
Il cinema ha sempre avuto un ruolo centrale nella mia vita, sin da quando ero bambino. Ricordo distintamente le prime volte in cui mi sono lasciato trasportare da una storia sullo schermo, sentendo che quel linguaggio visivo ed emotivo aveva qualcosa di universale, capace di parlare a tutti ma anche profondamente intimo. La vera svolta è arrivata quando ho deciso di trasformare questa passione in un lavoro: fondando Voce Spettacolo, una realtà di produzione e distribuzione cinematografica. Da allora, il mio obiettivo è stato quello di far arrivare lontano le storie che meritano di essere viste. Accompagnare un corto fino alla vittoria del Premio Oscar è un’esperienza che cambia per sempre la percezione del cinema: ti rendi conto di quanto sia potente la forza dei sogni.
Cinque film che ti hanno ispirato o destabilizzato?
La mia formazione cinematografica è legata a film che hanno scritto la storia del cinema. Ecco cinque titoli che porto con me:
1-Scarface di Brian De Palma: una parabola tragica sulla fame di potere e sulla solitudine, con un Al Pacino leggendario.
2-Carlito’s Way, sempre di De Palma: malinconico, elegante, un gangster movie che parla di redenzione e di destini già scritti.
3-Il Padrino di Francis Ford Coppola: un capolavoro assoluto. Ogni inquadratura, ogni dialogo è parte di una lezione di cinema e umanità.
4-Rambo di Ted Kotcheff: dietro la figura iconica c’è una riflessione potente sulla guerra, il trauma e l’alienazione.
5-Il Signore degli Anelli di Peter Jackson: un viaggio epico, visionario, che mi ha fatto capire quanto il cinema possa costruire mondi e lasciare un’impronta nell’immaginario collettivo.
Cosa significa per Matera avere una casa di produzione cinematografica internazionale?
Significa sfidare il concetto di periferia. Matera è una città che ha già dimostrato di essere una grande scenografia naturale, ma il mio obiettivo è far sì che da qui partano anche contenuti, idee, progetti. Avere una realtà di distribuzione o produzione internazionale a Matera vuol dire affermare che la qualità non è una prerogativa dei grandi centri metropolitani. È un atto di resistenza culturale e una scelta di radicamento: rimanere con i piedi ben piantati nella propria terra, ma con la testa e la visione orientate al mondo. La sfida è rompere lo stereotipo della provincia come margine creativo. È possibile fare cinema ad alti livelli senza doversi spostare per forza a Roma. E, paradossalmente, è proprio grazie a questa radice profonda che siamo riusciti a raggiungere l’Academy e ad avere un impatto a livello globale.
Quali sono le principali criticità del cinema italiano? E quelle del cinema statunitense?
Il cinema italiano fatica a rinnovarsi: c’è ancora troppa dipendenza dai meccanismi dei bandi pubblici, troppa attenzione a dinamiche interne e troppo poca al pubblico. Si rischia di produrre per dovere, non per urgenza creativa. I giovani autori faticano a trovare spazio e il pubblico, a sua volta, si allontana. Bisognerebbe scrivere storie che parlino al mondo attraverso l’analisi di tematiche universali. Il cinema statunitense ha una struttura industriale impressionante, ma anche un sistema molto selettivo, dove tutto ruota intorno alla logica del Box Office. Attualmente Hollywood sta affrontando una crisi senza precedenti, dovuta anche all’avvento dell’AI. Tuttavia, al momento c’è un’energia creativa pazzesca nella scena indie americana, e quando riesci a entrare in quel mondo, scopri una passione per il cinema che è contagiosa soprattutto perché ti accorgi di quanto la macchina sia efficiente e meritocratica.
- Puoi svelarci qualche retroscena durante la Notte degli Oscar che ti ha coinvolto direttamente?
Uno dei momenti più significativi l’ho vissuto sul Red Carpet, prima dell’ingresso ufficiale nel Dolby Theatre. Ho incrociato diversi esponenti dei più importanti media americani che si occupano dell’Award Season, oltre che le Star hollywoodiane, alcune delle quali hanno apprezzato il nostro lavoro. È stato un momento di legittimazione importante. La campagna Oscar è stata estenuante, a volte anche conflittuale internamente, ma quando mi sono trovato lì, con l’abito da sera a rappresentare l’Italia, mi sono reso conto che ogni notte insonne ha avuto senso.
- Prossimi progetti?
Stiamo rafforzando la nostra presenza a Los Angeles: abbiamo annunciato il nuovo programma di qualificazione di cortometraggi per la prossima stagione degli Oscar. I registi e produttori interessati possono iscrivere e candidare le loro opere direttamente sul sito di Voce Spettacolo. Al tempo stesso stiamo per avviare una serie di distribuzioni internazionali di opere con partner e produttori americani. Il futuro? Continuare a far volare le storie, da Matera al mondo. Inoltre su Amazon è disponibile ‘Dagli esordi a Hollywood‘, una guida pratica alla distribuzione cinematografica. Si tratta del primo manuale in Italia che racconta la mia decennale esperienza nella distribuzione e nel percorso Oscar, offrendo strumenti concreti per chi vuole entrare in questo mondo con metodo e consapevolezza.