‘Area riservata’ di Roberto Van Heugten: una nuova avventura per l’investigatore Gianluca Vanetti

Area riservata, edito da Homo Scrivens è il nuovo romanzo uscito dalla penna di Roberto Van Heugten. L’autore è nato in Olanda ma vive in Italia, sul Lago di Garda. Con Homo Scrivens ha pubblicato i romanzi La casa sul meteorite (nuova edizione 2020); Il silenzio di Ada (2017); Asia, ombre e intrighi nella Brescia che conta (2019); L’e-book 1000 Miglia 1951; Una fantastica edizione della corsa più bella del mondo (2020) più volte premiati e tutti con protagonista lo scrittore Gianluca Vanetti, investigatore suo malgrado.

 

Area riservata: Sinossi

Area riservato è uscito 25 Marzo 2021 per la collana “Dieci” e racconta la quarta avventura di Gianluca Vanetti, l’investigatore della Valtènesi.

Ore 14:30. Tutto scorre… Primo pomeriggio di un caldo mercoledì di inizio settembre, l’ora di pranzo è appena trascorsa. È tempo di caffè corretto, amaro con ghiaccio, due mani a briscola e la consueta sessione di chiacchiere inutili sul campionato appena iniziato e sulla tresca tra la farmacista e il figlio del fornaio, sulla nullafacenza del sindaco e sul governo maledetto e ladro. Niente di nuovo, dunque, nelle parole dei pochi presenti al bar tabacchi in centro, due passi dalla piazzetta dedicata agli alpini e pochi di più dalla chiesa parrocchiale. Rilassati, un pizzico anche svogliati, si attardano nel ritorno alle loro attività. L’atmosfera è ancora agostana, vacanziera, il rientro al lavoro è lento, meditato, carico di racconti e ricordi di ferie ormai terminate. Sul terrazzo che allunga l’ombra sui tavolini sotto, occupati da quelli che spesso nomina lazzaroni, la signora Gina ha appena finito di bagnare i gerani.

 

Pomeriggio settembrino, un boato scuote la paciosa pausa caffè di Calvagese, nei pressi del lago di Garda. La soddisfazione per il successo dell’annuale asta antiquaria di casa Vanetti è oscurata da fumo e calcinacci, così la famosa Casa sul meteorite, piegata ma non sconfitta, diventa di nuovo lo sfondo su cui prendono forma trame misteriose e intrighi inediti.

Cosa c’è di tanto importante nei suoi scantinati? Perché un cliente folle, ma non meno determinato, è pronto a tutto pur di accaparrarsi il pezzo mancante di un ordigno dall’ignota origine?

Quali macchinazioni si nascondono dietro i sempre più frequenti attentati a negozi e ristoranti del nord Italia gestiti da stranieri?

Per vederci chiaro, Gianluca Vanetti, biografo e investigatore non convenzionale, decide di entrare nel mondo sfuggente delle communities digitali d’affari e partecipare ai progetti della Nuovi Panorami, gestita da Asia Vangadizza, sua vecchia conoscenza. E per cercare la verità, dovrà incamminarsi su un terreno accidentato.

Nel libro il lettore compie un viaggio nel mondo delle communities digitali, quelle che davanti ai recenti, drastici cambiamenti di abitudini si pongono come nuovi ambienti lavorativi, di scambio e di conoscenza. Tutto bello e condivisibile, senonché in uno di questi circoli virtuali succede qualcosa che esce dallo scopo per cui la community “Nuovi panorami” era stata ideata.

Sullo sfondo, la pressione di azioni criminose condotte da chi vuole compromettere i delicati equilibri dell’integrazione tra comunità reali, approfittando dell’anonimato garantito dal virtuale.

«Ho iniziato a pensare al romanzo Area riservata – ha dichiarato l’autore Van Heugten – già all’indomani della pubblicazione del precedente Asia, ombre e intrighi nella Brescia che conta. Avevo appena finito di raccontare la crescita professionale e investigativa del protagonista, Gianluca Vanetti, che già pregustavo l’idea di affibbiargli un caso intricato in ambientazioni che non fossero confortevoli e vicine alle sue abitudini. Difatti gli ho fatto scoppiare la casa, e da lì in poi la trama è diventata un vortice di fatti e misfatti di crescente atmosfera thriller. Il libro mette a confronto le nuove tecnologie digitali con le tradizioni di una civiltà millenaria, affronta inoltre il tema dell’integrazione e del rifiuto, creando un insieme ad alta tensione che lascia al lettore ben poche pause di relax. Posso però dire di essermi divertito molto, durante la sua scrittura; spero di riuscire a trasferire questa sensazione in chi si troverà a viaggiare insieme alle mie parole».

«Roberto Van Heugten – ha affermato l’editore Aldo Putignano è di quegli autori cui non è difficile prevedere un futuro luminoso. Nato nel sottobosco del noir italiano, cui anche la grande editoria ha iniziato da qualche anno ad attingere con sempre maggiore frequenza, più volte premiato e segnalato in concorsi e manifestazioni di genere, ha col tempo affinato gli attrezzi del mestiere e sviluppato una scrittura che crea grande empatia con il lettore. Ha inoltre il pregio di accompagnarsi a un personaggio gradevole e anticonvenzionale, Gianluca Vanetti, detective “suo malgrado”, che fa dell’ascolto il suo principale strumento di indagine». 

Un romanzo, che ricorda le storie di Conan Doyle e George Simenon, rapido, incalzante e pieno di colpi di scena, sorretto da una scrittura che non lascia tregua

 

https://www.homoscrivens.it/product-page/area-riservata-roberto-van-heugten

‘Sillabari dal cortile’, la poesia civile di Fernando Della Posta

Fernando Della Posta in “Sillabari dal cortile”, titolo che richiama quello del racconto di Goffredo Parise, dà voce alla poesia di contenuto civile su un piano, reale. È infatti presente un chiaro riferimento alla realtà storica contemporanea, segnata dalla pandemia e dal desiderio di reagire a una condizione di inerzia per maturare una coscienza dei propri doveri e della necessità di un impegno attivo. Ma è anche attraverso gli incontri e i rapporti con gli altri, come ha giustamente notato la Prof.ssa Maria Allo:

Fernando della Posta

 

Nei chiusi mondi della porta accanto

giacciono personalità che si danno

scoperte e date per sempre. Ma non colte,

colorate, sfilano per le strade

occasioni nuove.

e con i luoghi che si possono stabilire rapporti affettivi autentici e impegni costruttivi, prosegue Maria Allo. Roma è il luogo di cui si sostanzia la sezione Sillabari nel cortile, è il luogo da cui Della Posta osserva e registra un mondo con vigile coscienza tesa a decifrare la sua contraddittoria realtà e la volontà di operare per modificarlo, implicita nell’essere poeta. Così si esprime nei suoi versi:

 

(…) Proprio per questo

le ideologie di morte non avranno mai

l’ultima parola. Anche il boia è fatto di vita.

 

La forza della poesia di della Posta sta nella capacità di dare luce alle parole che diventano immagini, fotografate da un testimone dei nostri giorni che rivaluta la figura del boia in chiave “antimoderna”, alla De Maistre, per il quale il boia è una figura fondante della società, in quanto fa compiere un sacrificio per purificare tutta l’umanità. Anche da questa pandemia, oltre che da alcune ideologie mortifere che ancora persistono.

Come nota ancora Maria Allo, nella sezione Terra e lavoro emerge la consapevolezza di quanto sia alienante per il singolo la ricerca di una meta che non c’è e l’accettazione a muoversi in una terra disabitata, e non c’è retorica nella voce nuda del poeta che non si lascia ridurre al silenzio. Poesia esistenziale in cui l’identità personale vacilla e ciascuno è un disperso, così in Terra di lavoro scrive:

 

(…)

Il vago sentore di appartenere

alla tribù sbagliata.

Tutta questa voglia di urlare

con puntiglio e costanza

di farsi notare, di farsi dire:

“dove sbagliamo?

Perché non siamo tra voi?”

L’autore fa autocritica, è come se puntasse il dito contro la sua generazione che ha scelto una casa sbagliata in cui abitare e urlare per farsi sentire.

Della Posta non denuncia ma riflette il ripiegamento di una generazione che sta attraversando un periodo di tensioni ideali e si sente fallita e delusa, dichiara la propria stanchezza di fronte a un domani nel quale si consumano, virtù e giovinezza:

 

(…)

Ma torni ogni deluso dalla vita

a chiedere un futuro che non sia

rovina di un cortile abbandonato!

 

Il sentimento dominante è una nostalgia di futuro che proietta un sentimento destinato al passato, quindi assimila il futuro al passato, cioè gli anni ancora da vivere, ignoti e imprevisti, a quelli già vissuti, noti e scontati.

La vita è come un cortile abbandonato, cosa ci può essere di più triste e desolante? La rovina di questo cortile che è costituito dal nostro futuri fatto di delusioni.

La presa di posizione di Della Posta, che traduce la sua tensione morale in versi lucidi e fermi, rifacendosi alla lezione di Brecht, è a favore di una nuova cultura che non si limiti a consolare ma che protegga perché “Amore è concedere possibilità”.  E la poesia deve essere anche impegno civile come sosteneva Manzoni.

In un mondo reso sempre meno leggibile dal moltiplicarsi dei linguaggi, “Il lievito madre è oppresso/ dallo straripare dei contesti”, la poesia può attraversare la crisi di una cultura e di una società e del loro linguaggio, afferma Della Posta, e può muovere alla riconquista di un ordine razionale per far maturare sempre più le riflessioni e i significati dai sillabari dei cortili, come un seguito di onde o cerchi concentrici che da essi si irradiano.

Scrive nella densa prefazione, che spazia tra le varie sezioni del libro, Nicola Grato: “Ricerca di parole vere, questa è la poesia di Fernando Della Posta; nessuna concessione al bel verso all’immagine strabiliante, al triplo salto dei nessi”  perché la poesia con la sua “inutilità” rappresenta qualcosa di autenticamente umano, rifiuta di essere ridotta a produzione e a merce e incarna il valore del raccoglimento di fronte all’universo chiassoso e dispersivo delle comunicazioni di massa, lasciando spazio a interrogativi profondi “dove sbagliamo? Perché non siamo tra voi?”

La poesia di Della Posta in tal senso richiama l’approccio di Gozzano e Palazzeschi: pur conservando il suo impegno civile non si lascia sedurre da virtuosismi e barocchismi, perché, secondo l’autore, il “nostro cortile” oggi non ne ha bisogno, non lo capirebbe.

 

L’autore

 

Fernando Della Posta è nato nel 1984 a Pontecorvo in provincia di Frosinone e vive e lavora a Roma. Tra i tanti riconoscimenti ottenuti in poesia nel 2011 è arrivato tra i finalisti al concorso di poesia “Ulteriora Mirari” nella sezione silloge poetica inedita; nel 2015 è risultato tra i finalisti del concorso letterario “Sistemi d’Attrazione”, legato al festival “Bologna in lettere 2015”, nella sezione dedicata a Pier Paolo Pasolini; nel 2016 vince il concorso “Stratificazioni: Arte-fatti Contemporanei” legato al festival letterario di Bologna in Lettere 2016 nella sezione B poesia inedita a tema libero e ottiene una menzione al XXX premio Montano per la silloge inedita. Nel 2017 vince il Premio Nazionale Poetika nella sezione silloge inedita.

Nel 2018 si classifica secondo nella sezione inediti di poesia al Premio “Andrea Torresano”, ottiene una segnalazione al premio Lorenzo Montano per la silloge inedita e vince il Premio Letterario Zeno nella sezione poesia. Nel 2019 ottiene piazzamenti da finalista per la raccolta inedita ai concorsi: “Paul Celan”, “Pietro Carrera” e menzioni speciali al premio nazionale editoriale “Arcipelago Itaca”.

Nel 2021 ottiene il terzo posto per la poesia inedita al Premio Umbertide XXV Aprile. Numerose sono le sue recensioni e le sue sillogi reperibili su diversi blog letterari come Neobar, di cui è redattore, Words Social Forum, Viadellebelledonne, Poetarum Silva, L’EstroVerso e Il Giardino dei Poeti.

Nel 2011 ha pubblicato la raccolta di poesie “L’anno, la notte, il viaggio” per Edizioni Progetto Cultura e, sempre in poesia, nel 2015 “Gli aloni del vapore d’Inverno” per Divinafollia Edizioni, nel 2017 “Cronache dall’Armistizio” per Onirica Edizioni, nel 2018 “Gli anelli di Saturno” per Ensemble Edizioni, nel 2019 “Voltacielo” per Oèdipus Edizione, nel 2020 “Sembianze della luce” per Giuliano Ladolfi Editore e nel 2021 Sillabari dal cortile per Macabor Editore.

‘Mu’, la raccolta di poesie zen di Nunzio di Sarno

Le prime parole che troviamo ad aprire la raccolta intitolata Mu di Nunzio Di Sarno sono quelle di un koan zen:

Un monaco chiese a Joshu: “Un cane ha la natura di Buddha?”

Joshu rispose: “Mu”

Mu mantiene in sé gli opposti e spinge a trascenderli in uno slancio che scatta lontano dalla logica e dalla premeditazione.

E quando pensi di averlo afferrato è proprio lì che ti scappa.

Ci si può solo muovere insieme.

Il koan ci mostra la strada che si fa traccia e mappa.

Una mappa che si mantiene giusto per il passaggio e le luci che durano sono le realizzazioni, in balia dell’amore e l’amicizia, delle droghe, dell’alcool e delle meditazioni, della malattia, della morte e della disciplina, in seno alle famiglie “vecchie, nuove e ritrovate”. Mu è uno dei Koan più conosciuti della scuola Rinzai di zen giapponese. È un concetto che contiene gli opposti, una sintesi, ma allo stesso tempo è la spinta a trascenderli.

In una parola la Vita.

Che suona al passaggio del vento,

ma anche al ritmo sghembo di Monk

e alle distorsioni secche dei Ramones.

È un attimo e le gambe a croce schizzano nel Pogo.

In una spinta continua alla trasformazione, che trova,

nella trasfigurazione della mancanza e degli eccessi, le nuove forme.

E come riporta “Manifesto” il suono è sempre operativo, tutto è vissuto! Niente spazio per l’ozio, gli ammiccamenti e le consolazioni di rito.

Come potrebbero le pose reggere al vortice degli Elementi?

Il pensiero si produce nell’azione e all’azione riconduce sempre.

E l’azione non può non essere politica.

 

Qui il lettore non può restare sulla soglia a guardare, è chiamato ad aprirsi ed immergersi per sentire su di sé, sposando i ritmi per ritrovarsi a pezzi. Unico sentiero per accedere alle forme nuove.

Nunzio Di Sarno nasce a Napoli, si laurea in lingue e letterature straniere con una tesi su Ginna e le connessioni tra astrattismo e spiritualismo. Ha lavorato come operatore sociale, mediatore culturale, insegnante di italiano L2, di sostegno e di inglese.

Da alcuni anni risiede ed insegna a Firenze.

Nel 2021si laurea in psicologia clinica e della riabilitazione con una tesi su Yoga, Tai Chi e mindfulness come terapie complementari nella malattia di Parkinson.

Mu, pubblicata da Oèdipus edizioni nell’agosto 2020, è la sua raccolta d’esordio. Sue poesie ed articoli sono presenti su diversi siti e blog letterari.

Mu è una raccolta dove a farla da padrona è la ricerca interiore, quella che va molto di moda oggi e che tanto affascina i cultori della Giappone.

 

L’autore di Mu

Nunzio Di Sarno nasce a Napoli, si laurea in lingue e letterature straniere con una tesi su Ginna e le connessioni tra astrattismo e spiritualismo. Ha lavorato come operatore sociale, mediatore culturale, insegnante di italiano L2, di sostegno e di inglese.

Da alcuni anni risiede ed insegna a Firenze.

Nel 2021si laurea in psicologia clinica e della riabilitazione con una tesi su Yoga, Tai Chi e mindfulness come terapie complementari nella malattia di Parkinson.

Mu, pubblicata da Oèdipus edizioni nell’agosto 2020, è la sua raccolta d’esordio. Sue poesie ed articoli sono presenti su diversi siti e blog letterari.

‘Direzione la vita’, il primo capitolo della saga di L. L. Words

Direzione la vita è un romanzo dai risvolti introspettivi di L.L. Words, autopubblicato nel 2020 (YouCanPrint) e curato dalla sceneggiatrice televisiva Claudia Bellana.
Questa la sinossi del romanzo. Può nascere l’amore da una tragedia?
Alexander C. King è reduce da un brutto incidente d’auto che lo ha costretto sulla sedia a rotelle; oltre all’uso delle gambe, sembra aver perso anche la voglia di vivere.
I migliori medici di New York hanno provato l’impossibile con lui, senza purtroppo ottenere alcun miglioramento: le ferite più gravi, infatti, A.C. le ha nell’anima. Per non parlare del senso di colpa che lo tormenta e tiene sveglio ogni notte, rendendo ancora più difficile il suo recupero. Solo l’infermiere Robert Johnston e il Primario del “Green”, Daniel Zayn, credono che lui possa ancora farcela.
Attraverso improbabili letture ad alta voce, scontri più o meno accesi e attacchi alle difese che A.C. ha eretto, riusciranno a tenere a galla il giovane, almeno fino all’arrivo di Ty. Il dottor Tyler Jones che per A.C. è l’ultima spiaggia.
Con un dono che per lui è una maledizione, Ty è un fisioterapista diverso dagli altri, anticonformista ed imprevedibile: il migliore nel suo campo.

Ma basteranno la passione per il suo lavoro, l’amore per la musica anni ’80 e la costante presenza di Stone, il bastardino che ha adottato, per strappare A.C. dall’inferno in cui è precipitato?

Ma soprattutto… A.C. si farà aiutare?

Direzione la vita è il primo capitolo di un saga che promette bene, in virtù della costruzione e caratterizzazione dei personaggi, le cui sofferenze non possono lasciare indifferente il lettore e che fungono da viatico per la vita, appunto. Una vicenda dal retrogusto amaro che non risparmia momenti ostici nella lettura e qualche perplessità riguardante la trama, rischiando di scivolare nella retorica.

L’immagine scelta per la copertina ritrae New York, dove è ambientata la storia, durante una notte tempestosa che richiama esattamente le dinamiche l’incidente che vedrà coinvolto A.C. King, il protagonista principale.

La scrittura è sempre stata il punto di partenza dell’autrice, la quale per molti anni è stata una lettrice compulsiva del genere romance-dark-fantasy, infatti i suoi scrittori preferiti sono Charlie Cochet e T.J. Klune.

Per il personaggio di Alexander, L.L. Words ha letto testi medici e intervistato fisioterapisti che l’hanno aiutata della descrizione della riabilitazione di A.C.

 

Direzione la vita: un estratto

 

Prima che potessi aprire bocca di nuovo, mi voltò le spalle: «Spero ti piaccia…» disse, facendomi corrugare la fronte… Di che diavolo stava parlando? Ma la voce potente di Tina Turner con “The Best” arrivò alle mie orecchie; chiusi gli occhi e mi passai le mani sulla faccia: ancora la sua dannata musica anni ‘80!

«Avevamo fatto un patto…»

«… Che tu hai frantumato contro il muro…» sottolineò, riferendosi al mio Apple ridotto in mille pezzi. «E dalla mia playlist non uscirà mai nulla di quella robaccia che ascolti…» Rise, incrociando il mio sguardo arrabbiato. «Comunque, se può consolarti, penso che la musica sia fondamentale per motivare il paziente…»

«Oltre che una spina nel fianco, adesso sei anche filosofo?!» Con una piccola alzata di spalle, si era limitato a guardarmi in silenzio, come se riflettesse sulle mie parole. «Beh?»

«Sai che la musicoterapia può aiutare persone che soffrono di depressione? In un recente studio, condotto su trenta persone anziane, è emerso che…»

‘L’anatomia della sirena’, il romanzo sentimentale dal sapore mitologico di Simone Delos

“L’anatomia della sirena”  (Bertoni Editore), di Simone Delos è un romanzo del genere mainstream/ introspettivo/ sentimentale scritto senza filtri e con abilità poetica. La trama non è mai scontata e i personaggi sono ben caratterizzati oltre al fatto che l’autore ne fa di ognuno di loro un quadro introspettivo eccellente. “Le sirene esistono.”  

Si chiude proprio così il romanzo di Simone Delos, dove l’inganno arriva proprio dal protagonista della storia il pittore maledetto Kostantinos. È una creatura orribile, infatti raffigura il Crono della mitologia, ed è nato proprio da una leggenda che narra di una sirena che si nascondeva su un lontano scoglio nell’Isola greca di Praxos, Tutti i principali personaggi del romanzo sono raccontati e descritti per metà tra uomo e animale, come: Febo che rappresenta Apollo e Diana che raffigura Artemis, non sono altro che i figli di Kostantinos.

I figli del pittore hanno avuto un destino crudele sin dai primi anni di vita, infatti per un subdolo gioco di potere, non hanno avuto un’infanzia felice e sono così diventati difettosi. Nonostante gemelli, si sono ritrovati divisi. Biancalana è troppo grande ed è anche un professore omossessuale e nonostante la sua brillante intelligenza non è considerato completamente un uomo. L’autore analizza e parla molto in questo romanzo dell’incompletezza dei corpi. In sottofondo c’è un ipotesto classicheggiante che racconta episodi mitologici come fossero metafora e guida dei personaggi. Elemento di assoluta originalità e che permea l’intero romanzo di atmosfere epiche.

Il vero motore che alimenta tutta la storia di questo romanzo è l’odio che i due gemelli hanno per il padre, quest’ultimo a sua volta odia i figli per via della morte della compagna. Nel libro metaforicamente i personaggi rappresentano tutti delle sirene e sono metà umani e metà animali, sono come il sole e la luna, sono esseri umani e mostri, pieni di luce e ombre. Kostantinos era emigrato in Italia per amore, ma la sua vita viene trasformata e contornata da odio, menzogne e tradimenti. L’orrore più grande arriva proprio da figli che gli presentano il conto più salato. Chissà se il protagonista riuscirà a redimersi e a trovare un briciolo di felicità, mentre oramai il ricordo della sua Grecia svanisce dalla sa mente e le immagini si fanno sempre più cupe ai suoi occhi.

Il mito, dunque sembra tornare di moda, fortunatamente. Il romanzo si presta ad una versione cinematografica sulla scia del successo della fiction RAI  “Sirene”.

 

Che, vuoi per le medicine, vuoi perché forse un uomo

ha un limite, che per quanto avesse ormai l’orgoglio

disintegrato, un piccolo pezzo di coscienza può ancora

sanguinare, e si mette a sanguinare all’improvviso

macchiando di sangue tutto, anche gli occhi.

Successe una volta che il ragazzo greco mise la mano

sulla maniglia della porta con l’intenzione di uscire e fare a

pezzi cose e persone, pur sapendo che non sarebbe stato

sufficiente a ripagare le ingiustizie, i soprusi subiti.

 

SINOSSI DELL’OPERA. Kostantinos è un pittore. Una ricca famiglia di produttori di olio, una Grecia che nei primi anni Sessanta è ancora integra. Emigra in Italia per amore e lì trova la sua fortuna. Compromessi, menzogne, orrori. Rinnegherà la sua terra e venderà al demonio la vita dei suoi figli, che crescono separati e sempre a un passo dalla follia. Saranno proprio loro, i due gemelli, a presentargli il conto del destino. Mentre la Grecia si disintegra, scopriranno che un tentativo di felicità è possibile, e passa dal perdono alla presa di coscienza che insieme sono più forti anche delle ferite che non si rimarginano.

 

BIOGRAFIA DELL’AUTORE. Simone Pera, in arte Simone Delos è nato a Roma il 26 Marzo 1979. Non è indulgente con se stesso. È una persona per la quale, la vita, spesso è succo di limone spremuto su una ferita aperta. Si perde, spesso, a osservare cose. Oggetti, strade, nuvole. Ha la netta sensazione di non stare al passo del tempo che scorre. Semplicemente non lo gestisce. Si entusiasma per cose futili, e resta a volte indifferente per quelle comunemente considerate importanti. È volubile, umorale e non sempre di buona compagnia. Ha compreso valori che non rispetta. Ascoltato insegnamenti che non mette in pratica. Gli piace il suono di certe parole, ama gli animali. Gli piace la sera quando arriva, il silenzio e l’odore della carta stampata. Troppe cose, ancora, lo destabilizzano. L’unica cosa che lo spinge all’apice lo spaventa. Scrive poco rispetto a quanto vorrebbe. Lo fa stare bene poggiare la testa accanto a quella del suo cane. Seguirne il respiro. Preferisce i finali agli inizi. Il resto sta tutto in quelle poche righe che strappa alle sue mani. È impiegato presso Tim.

‘Dastan verso il mare’ di Laura Scaramozzino: una storia di fantascienza e rinascita per giovani lettori

Dastan verso il mare, edito da Edizioni Piuma, è l’ultimo romanzo di Laura Scaramozzino. Classe 1976, la scrittrice torinese ha condotto per dodici anni il programma culturale Dimensione Autore presso la nota emittente piemontese Radio Italia Uno.

Laura ha progettato e tenuto corsi di scrittura creativa di primo e secondo livello per associazioni culturali e presso enti pubblici a Torino, provincia e a Palermo. Ha pubblicato per i tipi della OAK Editions, il manuale di scrittura creativa: “Percorso creativo. Un viaggio chiamato scrittura” e il romanzo tratto da una storia vera “L’uomo che salvava le anatre e inseguiva il Big Bang”, Sillabe di Sale Editore.

Ha partecipato alla raccolta di racconti di fantascienza al femminile curata da Emanuela Valentini dal titolo Materia oscura, Delosdigital edizioni. Nel 2019 un suo racconto è stato selezionato per la raccolta di racconti fantastici: Strane creature a cura di Lorenzo Crescentini, edito Watson. Sempre quest’anno, l’autrice è stata selezionata per entrare nell’Antologia del premio di racconti weird: Esecranda.

Nel mese di maggio del 2019 è uscito il suo primo romanzo distopico edito da Watson edizioni intitolato Screaming Dora. A giugno è stata pubblicata la raccolta di racconti Il grande racconto di Klimt, Edizioni della Sera in cui appare Cesare va lontano. A novembre è uscita Materanera, antologia di racconti gialli ambientata a Matera, edita da Bertone. Un suo racconto appare, inoltre, nella raccolta Piemontesi per sempre, Edizioni della Sera. Suoi racconti appaiono sulla webzine Cose di altri Mondi, curata da Giovanni Mongini e sul giornale on line Il CorriereAl, nella rubrica AlLibri, a cura di Angelo Marenzana. Ha collaborato con il sito Tom’s Hardware.

Edizioni la Piuma e la collana i Codici

Dastan verso il mare è il secondo appuntamento della collana I Codici di Edizioni Piuma, dedicata ai mondi fantastici per giovani lettori, tra distopie, ucronie, fantascienza e steampunk.

I Codici è una nuova linea ispirata alla letteratura di mondi possibili e alternativi per giovani lettori. Pubblicare per i ragazzi è una sfida a tutti gli effetti per una casa editrice. Questo target si porta dietro una criticità notevole, cioè quella dell’abbandono della lettura, ma di fatto si tratta di un pubblico che continua ad incuriosirsi alle storie, solo che lo fa in modo diverso, cioè muovendosi fluidamente nei mondi digitali (tra game e social).

Stiamo parlando della generazione Z che frequenta e vive nei social, diventa Creator di contenuti (youtubers, instagrammer, TikTok), si sfida online nei game, scrive e legge su Wattpad.

I ragazzi tra i 10 e i 14 anni hanno bisogno di contenuti a loro dedicati, che non siano troppo kids o troppo Young Adult.  I romanzi che pubblicheremo si potranno ispirare a mondi: ucronici, dieselpunk, steampunk, cyberpunk, solarpunk, fantascienza… insomma, tutti generi che esistono già ma per un pubblico adulto.

Le tematiche trattate:

  • Come vivremo in un futuro prossimo?
  • Come ci prenderemo cura del pianeta
  • Quali nuove tecnologie intratterranno l’umanità?
  • Come vivremo i nostri sentimenti?

Il formato della collana sarà in A5 con una copertina che è anche un poster realizzato da un bravissimo illustratore (Paolo d’Altan), questo per impreziosire e alimentare la voglia di collezionare ogni scenario raccontato nei romanzi.

Ad aprile uscirà il primo titolo per {I Codici XL} Everlasting di Juliette Pierce. Le due linee editoriali si affiancheranno per coprire e allargare ancora di più il bacino di lettori appassionati. {I Codici XL} tratterà romanzi di fantascienza per Young Adult che tocchino più da vicino molti dei disagi che vivono i giovani.

La casa Editrice prosegue quindi l’arricchimento del suo catalogo con titoli che sottolineano l’interesse per un piano editoriale di romanzi Sci-fi dedicati ai ragazzi. In questo nuovo anno Edizioni Piuma continua il suo lavoro con lo stesso impegno oltre a coltivare speranze. L’impegno è quello di cercare di pubblicare storie il più possibile di qualità, perché crediamo fortemente che non si possa più essere editori senza avere idee ben precise, al contrario è necessario misurarsi e rinnovarsi velocemente per stare vicino ai giovani lettori e accompagnarli nella loro crescita per regalare emozioni e spunti mai scontati o banali.

Edizioni Piuma è una casa editrice piccola e indipendente, ibrida nei suoi contenuti sia cartacei che interattivi. Pubblica libri illustrati e app-story per giovani lettori. Desidera sviluppare progetti in cui l’esperienza della lettura sia ridisegnata secondo un approccio multisensoriale e dinamico dell’apprendimento della storia.

Con Dastan verso il mare – ha dichiarato l’editrice Francesca Di Martino – Edizioni Piuma prosegue l’esplorazione dei mondi fantastici dedicati ai giovani lettori. Lavorare con Laura Scaramozzino è stata un’esperienza più che positiva. Siamo rimasti felicemente colpiti per come sia stata brava nell’affrontare la scrittura per un pubblico più piccolo, nonostante il suo background fosse per adulti. Sia nella scelta delle tematiche a tinte forti e sia nella qualità della scrittura, Edizioni Piuma è davvero orgogliosa di presentare Dastan verso il mare. Malgrado sia mancato un contatto fisico con l’autrice, data l’emergenza pandemia, il feeling non è mai venuto meno. Diamo per certo che si comprenda l’importanza di una buona storia per ragazzi, perché confidiamo di far arrivare romanzi buoni per qualsiasi età proprio come quello di Laura Scaramozzino”.

 

Dastan verso il mare: Sinossi

Il freddo è una lastra d’acciaio tra le ossa e la pelle, anche adesso che la primavera è vicina e non battiamo più i denti nel buioDa qualche giorno, tra le chiazze di neve dura, il sole accende la sabbia e le sterpaglie di erba salina. Di fronte a noi il deserto asiatico si estende in direzione dei grandi laghi, verso occidente. Macchie di salvia e acacie rompono la monotonia del paesaggio. Eppure, la notte ci stringiamo ancora nelle coperte di lana e ci rannicchiamo come polpette ghiacciate. Il vento percuote la baracca, sibilando. Tra le pareti s’insinua il respiro nebbioso del Lungo Fiume. Dormono tutti, tranne il Custode di guardia, illuminato dal chiarore del braciere. Gli occhi cerchiati sotto lo shalpac.

 

Queste le parole di Dastan, un ragazzo scampato alla terribile guerra che ha distrutto la Terra. Dopo il terribile conflitto tra le Dittature Mondiali, i superstiti vivono in una zona compresa tra la steppa e il lungo fiume che l’attraversa. Poi più nulla.

Il protagonista proviene da una città già esistente prima della dittatura e del Grande Disastro, famosa per la presenza di un vecchio Cosmodromo da cui molto tempo prima partivano missioni spaziali internazionali. I bambini sono ormai poco più di un centinaio, mentre gli adulti, meno numerosi, si dividono in due fazioni avverse. Da una parte, ci sono i Custodi della Vita, uomini – le donne adulte sono tutte morte – che vorrebbero ripopolare il mondo educando e proteggendo i bambini dai Seguaci dell’Alleanza che progettano, invece, l’eliminazione sistematica di tutti i bambini. Il loro compito è catturarli tutti ed eliminarli in modo che non possano mai più ripopolare il mondo. Il capo di questa setta è Sergej: neurobiologo in possesso di una tecnica ipnotica in grado di piegare la volontà di chiunque. L’uomo intende catturare i bambini e fornire loro, sempre sotto ipnosi, una droga potente che li conduca a una condizione estatica, paradisiaca e infine alla morte. Rimasto in un bunker con i suoi assistenti, durante il conflitto, è riuscito a sopravvivere, ma dopo essere risalito in superficie e aver visto gli effetti della guerra, i cadaveri delle donne e dei bambini, è impazzito e ha elaborato il suo orribile piano di morte.

Ignaro delle motivazioni dei seguaci di Sergej, Dastan e gli altri bambini, sotto la supervisione dei Custodi, affrontano il lungo viaggio verso il mare. Durante il viaggio Dastan si affeziona ad Adel, una ragazzina coraggiosa, con la quale si confida e inizia a relazionarsi. Purtroppo, una notte arrivano i Seguaci e catturano tutti i bambini e anche Adel. Per Dastan rimasto solo, l’ultima azione disperata non può che essere quella di cercare di salvare Adel ad ogni costo.

La scrittura coinvolgente e un epilogo a sorpresa trascinano il lettore a scoprire la storia fino alla fine senza mai abbassare la guardia.

Dastan verso il mare – ha spiegato l’autrice è una storia di rinascita e di fiducia. Si può sempre ricominciare, anche dopo un evento terribile. Credo che, mai come oggi, questo sia un messaggio attuale, soprattutto per i ragazzi. Per me scriverlo è stato come guardare le cose attraverso gli occhi di un ragazzo di undici anni. Con la paura, ma anche con la speranza in un futuro diverso in cui solidarietà e spirito di adattamento diventino valori imprescindibili. Dar vita a una storia così è stato come guardare al futuro intravedendo qualche spiraglio in più”.

 

https://www.edizionipiuma.com/it/dastan-verso-il-mare/

‘Tutta una questione di algoritmo’: il romanzo d’esordio di Luca Bovino

Tutta una questione di algoritmo, edito da Brè Edizioni è l’opera prima di Luca Bovino. Lo scrittore pugliese nasce a Grottaglie il 25/01/1977, dove tutt’ora vive; avvocato da quasi vent’anni, vincitore del premio Toga D’Onore nell’anno 2005 conferito dall’Ordine degli Avvocati di Taranto per la migliore affermazione nell’esame di abilitazione. Sposato, con due figlie, condivide con la sua famiglia passioni, chiacchiere e letture. Ha scritto diversi saggi di interesse giuridico, pubblicati su libri e riviste di settore. Bovino cura un blog di recensioni letterarie dal titolo dalrecensore.wordpress.com.

Con Tutta questione di algoritmo, Luca Bovino, debutta nel panorama della narrativa italiana, con cui viene premiato con la Menzione Speciale al Premio Bukowski 2020, arrivando finalista nella cinquina del I concorso internazionale Montag 2020.

Tutta una questione di algoritmo: Sinossi

Tutta una questione di algoritmo

Tutta una questione di algoritmo esce sul mercato editoriale il 14/10/2020:

Arrivò lunedì, il giorno della partenza.  

Tutti consigliano di mantenersi liberi, il giorno della partenza,  quando si affronta un viaggio in aereo. Per avere più tempo per  preparare la valigia, arrivare all’imbarco senza rischi, ridurre  l’impatto dei contrattempi. 

Perché l’aereo non è come il treno. Se arrivi in ritardo non c’è  nessun aereo successivo da prendere. C’è solo la catastrofe. Quel lunedì, però, andò a lavorare. Ed ebbe un pomeriggio pieno  di nodi da sciogliere. Non poté farci nulla. Era il lavoro. E il suo  lavoro non aveva pietà per nulla, neanche per le partenze.  Faccende indolenti e sfacciate doglianze erano gli ingredienti delle sue diete. Che ingurgitava senza ritegno, presumendo d’avere  lo stomaco per digerirle. 

Diciannove e trenta.  

Era solo, nella piccola stanza del suo ufficio e stava ancora  aspettando che la casella di posta elettronica caricasse gli ultimi  documenti.  

Sul biglietto d’andata c’era scritto che alle dieci di sera l’imbarco  sarebbe stato chiuso. Il volo partiva da Bari. E per arrivarci  occorreva almeno un’ora e mezza di macchina. A stare larghi. 

E invece di prepararsi era ancora lì, lo sguardo fisso sulla  colonnina nello schermo, che cresceva con la lentezza di un bradipo  zoppo. Ogni tanto inseriva fogli nello scanner, e poi tornava al suo  monitor. Poi rispondeva al telefono, e ricacciava gli occhi lì. 

Annotava improvvisi ricordi sull’agenda, e ricominciava ad  almanaccare nello stesso punto.

La nostra vita è regolata da un algoritmo? Non lo so, di certo siamo parte di un immenso meccanismo composto da sette miliardi di rotelle e, quando se ne inceppa una, nascono i problemi. Come al nostro avvocato, cui manca un bonifico ed è costretto a un precipitoso viaggio a Bologna per recuperare la somma. Cosa volete che sia un volo aereo Bari-Bologna? Eppure… quando l’algoritmo non gira, quando gli ingranaggi s’inceppano, accade di tutto: il traffico, il navigatore, i passaggi a livello, il nervoso! La perdita della lucidità, sommata alla fretta, al timore di non farcela, renderà un banale viaggio di lavoro in una giungla inestricabile di problemi, di frustrazioni, di discussioni, di insidie devastanti. Ce la farà il nostro eroe a raggiungere l’agognata meta? Riuscirà a recuperare la somma bramata? Speriamo, sperando non cambino di nuovo l’algoritmo, vero Mr. Zuckemberg?

L’autore racconta la storia di un viaggio di lavoro nel quale il protagonista finisce per trovarsi in una serie di situazioni paradossali da cui trae esperienze angosciose, e finisce per smarrire ogni rapporto coerente con la realtà, e con sé stesso.

Nelle nebbie del suo delirio onirico, il malcapitato eroe realizza che ogni programma razionale è ormai infranto, e non gli resta altro che contemplare le falle del proprio algoritmo esistenziale.

La resa onirica della trama è presente nel testo attraverso un frequente richiamo ad espressioni eufoniche come: paronomasie, allitterazioni, chiasmi, metri occulti (alessandrini, endecasillabi, quinari, e haiku camuffati all’interno della prosa), oltre a riferimenti espliciti, ed apocrifi come cripto e pseudo citazioni. E altre figure di tensione, come accumulazioni, elenchi, climax e anticlimax, ridondanze, preterizioni, ripetizioni per rendere più realistica l’ossessiva realtà della trama.

Il romanzo – ha dichiarato l’autore Luca Bovino – è nato un po’ da una necessità e un po’ da una scommessa, volevo liberarmi da alcuni fantasmi che perseguitavano da troppo tempo i miei ricordi. E poi volevo sperimentare l’assoluta libertà che offre un testo narrativo inseguendo quel confine irraggiungibile in cui la parola unisce il pensiero con la realtà.

 

 

https://breedizioni.com/libri/tutta-una-questione-di-algoritmo/

 

 

‘La poesia cambierà il mondo’: il ruolo salvifico della poesia nella nuova silloge di Alessandra Maltoni

La poesia cambierà il mondo, edita da La Zisa edizioni, è una silloge della scrittrice ravvenate Alessandra Maltoni.

Nonostante la sua formazione tecnico-scientifica, la Maltoni è sempre stata ammaliata dalla scrittura. I suoi racconti e poesie l’hanno consacrata nel mondo editoriale italiano ed estero. Alessandra Maltoni ben presto ha raggiunto un indiscusso successo ed è stata pluripremiata.

Con la silloge Tracce di riflessione poetica si è classificata finalista al Premio Internazionale “Trofeo Penna d’autore 2004” di Torino. Nel 2007 ha pubblicato l’opera da Ravenna Racconti tra i numeri. E’ coautrice del antologia poetica La parola  e i suoi approdi. La pubblicazione Domande tra il porto e il mare è stata la protagonista della fiera del libro tenutasi a Scilla in Calabria nell’autunno del 2009. Nel 2010 ha vinto il Premio nazionale di narrativa e saggistica Il Delfino, sezione mare.  La lirica Spazio di riflessione ha ricevuto menzioni d’onore dell’Associazione culturale torinese Penna d’autore ed è inserita, assieme ad una sua breve biografia, nel volume Grandi Classici della Poesia Italiana. La scrittrice, tradotta in lingua spagnola e in lingua inglese, fa parte del salotto degli autori del circolo dei lettori di Torino.

Attualmente Maltoni è una libera professionista ed è titolare di un centro servizi culturali con l’attività politica nel campo della cultura.

La silloge La poesia cambierà il mondo è il frutto della partecipazione della scrittrice al concorso letterario con tema “Poesia è rifare il mondo, bandito da la Zisa Edizioni, con lo scopo di reclutare nuove sillogi da inserire nelle nuove collane.

 

La poesia cambierà il mondo: sinossi

La poesia cambierà il mondo è uscita del 2019. La raccolta è corredata dalla prefazione della Prof.ssa Roberta Accomando, docente di comunicazione, che ha arricchito ulteriormente l’opera con il suo contributo.

Ciò che cattura immediatamente l’occhio è la copertina su cui è illustrato un cangiante papavero blu. Un fiore raro, centrale nella raccolta poetica.

“chinano il capo/ al cadere della pioggia/ le gocce d’acqua/ sono come le lacrime della vita/ ma, la poesia/ alza il capo e papaveri blu/ li erge il sole/ verso l’infinito sull’Himalaya…

Il papavero blu è la poesia. Questo accostamento richiama immediatamente alla poesia Eterno di Giuseppe Ungaretti

“Tra un fiore colto e l’ altro donato

l’ inesprimibile nulla.” Anche in questo caso l’immagine del fiore è metafora di poesia.

 

La scelta del papavero non è casuale, come afferma Alessandra Maltoni, il quale “insieme al rosmarino e all’aloe il papavero blu è uno dei fiori che contiene e dona più energia. La poesia deve trasmettere energia che è nelle parole, quell’energia che può cambiare il nostro stato d’animo, che può cambiare il mondo”.

La poetessa in questa silloge interroga la natura e ne studia l’energia. La raccolta contiene e apre al lettore scenari diversi: oltre al mondo della botanica con le piante e il mare anche quello della fisica quantistica, con riferimento al fenomeno dell’Entanglement. Ad aggiungersi a questo connubio è un massiccio apporto letterario.

Le parole a cui la Maltoni si riferisce é il sì suona di Dante Alighieri. È proprio una citazione del sommo poeta, molto amato dalla scrittrice, che apre la sua silloge poetica. Allo stesso Dante Alessandra Maltoni dedica un componimento:

Dante in una noce

Invisibile agli occhi
la preghiera di lei,
comunica in versi, la salvezza.
In miniatura i canti,
raccontano l’Inferno,
in un museo a spaccanapoli,
lontano dalla zuccheriera
dalla nonna amata.

Alla poesia viene affidata una funzione salvifica, sociale e storica. Per salvare il mondo è necessario partire dalle piccole azioni, dalla natura, dai rapporti umani e dall’uomo. Lo stile raffinato scorrevole ed essenziale racconta proprio percorsi profondi di vita. A mediare è la poesia. La natura, il mondo vegetale, il mare e l’energia solcano un sentiero di speranza. Soltanto illuminandosi d’immenso, come declamava Ungaretti e affidandoci alle orme dantesche potremmo essere salvi. Infatti come scrive la poetessa “l’anima illuminata d’immenso trasformerà il mondo”.

“L’ opera è permeata da una visione fiduciosa verso il futuro dell’umanità verso un’inevitabile possibilità di miglioramento” scrive la Professoressa Roberta Accomando nella prefazione

La silloge La poesia cambierà il mondo racconta un sogno per un futuro più consapevole e osserva gli elementi introspettivi della natura circostante traendo energia positiva. La comunicazione attraverso la parola scritta o verbale si trasforma in energia e può cambiare le azioni, gli eventi e il mondo.

 

Fonte http://www.lazisa.it/

 

 

 

 

 

 

 

 

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