Dopo ‘L’Ara com’era’, importante progetto site specifico di realtà immersiva a 360 gradi di fronte ai rilievi dell’altare della pace elargita da Augusto che virtualmente acquistano i colori originari, a partire dal 4 febbraio 2017, una nuova immersione nella ricostruzione virtuale cala gli spettatori nelle stanze e nei giardini del Padiglione della Domus Aurea proprio come gli artisti del Cinquecento.
Un’occasione imperdibile in cui gli ambienti di quello che è stato scoperto finora della grandiosa dimora voluta dall’imperatore romano Nerone, completamente affrescati in oro, potranno essere riscoperti e riammirati nello spazio e nel tempo così com‘erano duemila anni fa, luminosi, abbaglianti, immensi, ma soprattutto bellissimi, seppur in maniera virtuale, nell’ambito di un nuovo percorso di visita appositamente realizzato dal cantiere della Domus Aurea di Roma, impegnato da diversi anni in un grande progetto di risanamento del prezioso monumento al fine di restituirlo alla città.
Il progetto, voluto dalla Soprintendenza per il Colosseo e l’area archeologica centrale di Roma con Electa, mira alla restituzione virtuale del grande edificio sul Colle Oppio, utilzzato per la ricreazione e il diletto di Nerone e i suoi ospiti, inglobato nella costruzione delle Terme di Traiano dopo che, nel 104 d.C., un incendio lo aveva devastato. In questa nuova visita, con l’uso delle attuali tecnologie, è possibile abbattere questa sovrapposizione strutturale che ha determinato la fine della percezione della luce all’interno della Domus Aurea e anche la difficoltà di capire dove oggi c’è un pieno e invece c’era un vuoto, anzi un grande giardino. Oggi nell’immaginario di tutti, infatti, la Domus Aurea è il Padiglione che abbracciava dal Palatino al Colle Oppio, ciò che finora si conserva del complesso monumentale della splendida e maestosa residenza privata dell’ultimo imperatore della famiglia giulio-claudia, da lui realizzata dopo l’incendio del 64 d. C.
All’interno della galleria d’ingresso di questa meraviglia tutta scoprire, che c’è ma non si vede, inglobata all’interno del Parco del Colle Oppio, a pochi passi dal Colosseo, un grande video-racconto con immagini ricostruttive in 3D proietta il visitatore nel primo momento del tour con la storia del monumento, della sua costruzione, della sua distruzione, dell’interramento, della scoperta rinascimentale e le vicende dell’epoca successiva. Nel secondo momento, invece, si avrà una modalità diversa di fruizione, indossando delle speciali apparecchiature, degli Oculus, il visitatore potrà capire, pur trovandosi sotto terra, nella ricostruzione virtuale della Domus, la quantità di luce che effettivamene entava nella Sala della cosiddetta Volta Dorata, e ammirare la decorazione pittorica della volta e delle pareti, i cui colori e il riflesso sugli affreschi scanditi da cornici di stucco rivestiti di foglia d’oro, rappresentano la ricchezza della maestosa costruzione, così com’era ai tempi di Nerone. Un’esperienza immersiva totale, dunque, senza sovrapposizione tra reale e virtuale, grazie a una sola installazione multimediale.
La Domus Aurea e il sogno di Nerone

“Nella reggia tutto risplendeva per lo scintillio dell’oro”: disse Seneca, suo precettore prima che Nerone diventasse imperatore, ma non si può comprendere il senso della Domus Aurea se non si conosce il cuore del suo committente. Amante dell‘arte, assolutista, sanguinario e cruento, Lucio Domizio Enobarbo Nerone, nel 54 d.C., appena diciassettenne, sale al potere, in quanto figlio adottivo dell’imperatore Claudio. Sua madre Agrippina aveva sposato Claudio in seconde nozze, quindi Nerone sale al potere con i buoni uffici della madre Agrippina che probabilmente aveva fatto anche avvelenare il marito con i funghi. Nerone aveva un rapporto strettissimo con l‘arte, egli adorava tutti gli ambiti artistici: dalla musica al canto, dalla letteratura alla poesia, e le opere d’arte dei pittori e degli scultori. La sua concezione assolutistica del potere lo ha codotto a una tendenza diversa rispetto alle esigenze degli imperatori che lo avevano preceduto e che lo avrebbero seguito.
La concezione e la costruzione del complesso dalle dimensioni grandiose, ben 250 ettari, nascono dal famoso incendio del 64 d.C., il quale aveva completamente devastato Roma la zona che va dal Palatino agli orti di Mecenate, l’area in cui Nerone affidò a Celere e Severo, gli architetti incaricati, il grandioso progetto per edificare una sorta di immensa villa suburbana nel cuore della città; abbandonando il primo progetto della Domus Transitoria ormai distrutta. Dopo solo due anni dall’inizio dei lavori il principe si insediò nella reggia non ancora ultimata mostrandosi, come ci racconta Svetonio, molto soddisfatto, perché cominciava ad abitare in una casa degna di un uomo.
Domus definita “aurea”, letteralmente “casa dorata”, termine utilizzato già dalle fonti antiche, perché probabilmente Nerone, dopo la sua deriva assolutistica, voleva farsi rappresentare come il dio sole, con la statua del colosso che si trovava nel vestibolo della casa. Colossus Neronis, raffigurato nudo con la corona con i raggi, i quali erano lunghi 6 metri, in bronzo dorato alta 35 metri, l’opera era stata realizzata dallo scultore greco Zenodoro ed ispirata al famoso colosso di Rodi.
Costruita in soli 4 anni, dal 64 al 68 d.C., utilizzata 35 anni dopo da Traiano per costruirvi sopra le monumentali terme, e interrata nel corso del tempo, solo nel 1480 se ne è venuta a conoscenza grazie a dei crolli del Colle Oppio che hanno aperto delle grotte dove artisti, quali Il Ghirlandaio, Il Pinturicchio, Il Perugino, Giulio Romano, Raffaello e Vasari si sono calati e hanno scoperto tutto il mondo delle volte decorate da animaletti, sfingi, motivi floreali, riscoprendo così l’antica pittura romana di età classica, contribuendo alla diffusione di un nuovo stile pittorico chiamato grottesco. Ciò che oggi possiamo ammirare e scoprire le fastose decorazioni calati, come i famosi pittori rinascimentali, ma in una dimensione virtuale, il Padiglione che noi oggi conosciamo, ipotizzato come ambiente dedicato all’otium dell’imperatore e dei suoi ospiti.
Forse l’unico responsabile della fine di Nerone fu egli stesso per l’amore che egli nutrì per l’arte condizionando il suo impero, condannato alla damnatio memoriae Nerone si fece uccidere da un suo liberto, non vedendo concluso il suo sogno. L’arte perseguita è stata anche la spinta sotto la quale è nata la Domus Aurea, testimonianza ricca di bellezza, di sfarzo e lustro dell’imperatore, rivelandosi essa stessa un’opera d’arte tutta da scoprire.
La Domus Aurea deve essere riscoperta ancora oggi e sempre. Va avanti, infatti, il progetto definitivo di risanamento grazie al finanziamento di 13 milioni di euro garantiti per il triennio dal ministro dei Beni Culturali Dario Fanceschini. Dopo aver risolto le cause e le condizioni di degrado quali l’acqua che scivola lungo i muri, gli sbalzi di temperatura, le correnti d’aria e le radici degli alberi del Parco del Colle Oppio che si insinuano, si potrà intervenire sulle decorazioni della Domus che attualente versano in uno stato di conservazione precario.
Ogni sabato e domenica, i visitatori, a piccoli gruppi di 25 persone, su prenotazione, potranno per 75′ viaggiare nel tempo sperimentando il nuovo percorso con realtà virtuale al costo di 14 euro.