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Annalina Grasso

Giornalista e blogger campana, 29 anni. Laurea in lettere e filologia, master in arte. Amo il cinema, l'arte, la musica, la letteratura, in particolare quella russa, francese e italiana. Collaboro con una galleria d'arte contemporanea.

Processo dell’Islam alla civiltà occidentale, il resoconto di Guido Piovène

Guido Piovene

Nel settembre 1955 un gruppo di autorevoli intellettuali islamici e italiani si riunisce a Venezia, presso la Fondazione Cini, per discutere dei rapporto tra la civiltà islamica e quella occidentale. Prendono parte i maggiori studiosi dell'Islam, da Giorgio Levi della Vida ad Alessandro Bausani, a Francesco Gabrieli; un economista, Pasquale Saraceno; un giurista, Francesco Carnelutti, che all'incontro dà la forma di un vero e proprio dibattimento tra accusa (i paesi mussulmani) e difesa (l'Occidente), e uno scrittore, Guido Piovene, che due anni dopo pubblica il resoconto di tali conversazioni dal titolo Processo dell'Islam alla civiltà occidentale.

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Antonio Baldini, tra serio e faceto

Antonio Baldini

Nato a Roma nel 1889, dopo la laurea in lettere, con una tesi su Francesco Petrarca, lo scrittore Antonio Baldini incomincia a svolgere una lunga attività di collaborazioni giornalistiche, grazie alle quali diventa uno dei più seguiti elzeviristi e uno dei più noti inviati speciali del giornalismo italiano tra le due guerre. La sua notorietà gli consente di entrare a far parte dell'Accademia d'Italia (1939).

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Non sa più nulla: la rassegnazione di Sereni

Vittorio Sereni

Delle dodici poesie che costituiscono il vero e proprio Diario di Algeria del poeta Vittorio Sereni, Non sa più nulla è la quarta e ultima, nonché la lirica più celebre e tra le più importanti di Sereni. Essa è stata scritta in occasione dello sbarco degli alleati in Normandia nel giugno del 1944, ma il poeta, prigioniero in Algeria, appare dominato da un'amara rassegnazione; egli è sprofondato in un"cerchio d'oblio" da cui nulla lo può sollevare. Tutto ciò che esula dalla sua sofferenza quotidiana, dal senso di abbandono che lo minaccia, gli appare troppo lontano e privo di senso.

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Robert Bresson, scrutatore dei destini umani

Robert Bresson

Considerato universalmente uno dei più grandi maestri del minimalismo, il regista e sceneggiatore francese Robert Bresson, Leone d'oro alla carriera alla Mostra del cinema di Venezia del 1989, è stato un intellettuale rigoroso, come il suo collega René Clair. Ma se Clair amava scherzare sui destini umani, Bresson ne ha scrutato impassibile il fluire, osservando il cammino del male nell'animo dei suoi personaggi o seguendone il lungo riscatto, senza intervenire in alcun modo.

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