L’artista bergamasco Ivano Facchetti è tra gli artisti contemporanei italiani che vende di più, le sue opere (super)pop sono espressione di vitalità a metà tra arte e design, frutto di passione e studio. Celebre il suo Batman rappresentato nella sua ambiguità morale e iconicità. L'arte di Ivano Facchetti, il rinomato Re del Super Pop italiano, continua a incantare e stupire il mondo con la sua straordinaria originalità e vitalità. È con grande emozione che Galimberti Home Collection, in collaborazione con Artekaos Milano, annuncia l'esposizione di alcune delle opere più iconiche di Facchetti in occasione dell'inaugurazione del nuovo spazio espositivo a San Babila, Milano.
Read More »Charlie Parker, John Coltrane, Wayne Shorter: Miles Davis & the saxophones
La paranoica fissazione con un genere musicale contemplato ed esplorato nella sua più totale e completa complessità porta inevitabilmente alla ricerca di tutto ciò che gli sta attorno configurando un continuum fenomenale di genere a intermittenza di suoni dai più disparati insiemi musicali. Dal '69 al '74, da In a Silent Way a Get Up With It, il protagonista del racconto è più doverosamente John McLaughling, un chitarrista inglese, laddove nei sogni, nei desideri di partenza, nei progetti e nelle idee iniziali, questa figura musicale avrebbe dovuto combaciare con le fattezze artistiche di Jimi Hendrix - Miles Davis aveva un progetto musicale che contemplava l’introduzione della chitarra di Hendrix, ma quello che ne è venuto fuori fu solo un chiacchierato pastiche sentimentale a tre tra Miles, Jimi, e la signora Mabry Davis, Mademoiselle Mabry, come nell’ultima traccia di Filles De Kilimanjaro, suite orchestrale di oltre un quarto d’ora del 1968, Miles Davis, e al sax c’era già Wayne Shorter che chiudeva lo storico periodo del secondo grande quintetto, e che lo accompagnerà fino agli sviluppi più estremi del progetto di fusione elettrica tra musica jazz e musica rock - e questa è la seconda volta in quattro anni che la chitarra elettrica fa scalpore, fa scandalo, fa impazzire il pubblico; ed era già successo con Bob Dylan nel ‘65 quando il cantautore si presentò al Newport Folk Festival con una Stratocaster a tracolla e si beccò gli insulti e lo sdegno del pubblico (quella chitarra è stata venduta all’asta attorno al 1992 o giù di lì, per duemilioni di dollari).
Read More »“The Velvet Underground & Nico”: i demoni di Lou Reed
Nell’anno di grazia 1967, mentre sulla West Coast si sprigionano i profumi, i colori ed i suoni della Summer Of Love, dall’altro lato dell’America le cose vanno molto diversamente. Nel cuore di New York un genio di nome Andy Warhol fonda una factory in cui trovano rifugio numerosi artisti d’avanguardia che si cimentano col cinema, la pittura, la fotografia, la scultura e la musica all’insegna della più pura sperimentazione. Un vero e proprio crogiuolo d’idee ed influenze che inevitabilmente gravitano intorno al genio indiscusso di Warhol. Durante quei frenetici giorni è ospite della factory uno strano ragazzo, che ama vestire di nero, indossare occhiali scuri ed esplorare tutte le sensazioni che apre l’uso delle droghe, il suo nome è Lou Reed.
Read More »“Captain Fantastic And The Brown Dirt Cowboy”: l’irripetibile epopea di Elton John
Dopo una serie di album all’insegna del più classico cantautorato di matrice pop, nel 1973, Elton John rompe ogni indugio e da alle stampe il suo lavoro più ambizioso Goodbye Yellow Brick Road, monumentale doppio album dal successo clamoroso, infarcito di rock, ballads e poesia.
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