Alessandro Barbero è genericamente antipatico. Divulgatore, ha il tono del grillo parlante, del giullare di corte: sorride, pieno di sé, fiero del successo popolare. Incomprensibile. Affari suoi: basta cambiare canale. Nell’era dei vili, questa, invece, siamo in attesa che l’uomo di successo cada. Le mani che un attimo prima, becere, hanno applaudito, per mero riflesso, sono le stesse che inaugurano la lapidazione.
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