Anche quest'anno assistiamo al dilagante conformismo celebrativo in atto in quest’altro 25 aprile. Tutta la sinistra si autocelebra: quella comunista di ieri, quella radical-chic, quella acchiappatutto di Renzi che comprende al suo interno tutto e il suo contrario. Tredici anni fa ne Il sangue dei vinti, Giampaolo Pansa indagava nelle pieghe di episodi e circostanze che videro migliaia di italiani vittime delle persecuzioni e delle vendette di partigiani e antifascisti. Un libro che dovrebbe indurre tutti gli ostinato con i paraocchi, prigionieri della loro ideologia ad aprire gli occhi e a riflettere su quanto davvero accaduto durante la Resistenza. Pansa ha avuto il grande merito, partendo da I figli dell'Aquila per poi proseguire con Il sague dei vinti, La grande bugia e Sconosciuto 1945, di sgretolare un tabù aprendo una porta serrata dalla falsa storia, fornendo preziose testimonianze
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