È difficile prendere sul serio i 600 docenti universitari che hanno lanciato l’allarme sull'uso approssimativo che i loro studenti fanno della lingua italiana. La difficoltà non nasce dalla fondatezza della loro denuncia – è sotto l’occhio di tutti il degrado culturale in cui versa il nostro Paese – ma dal silenzio assordante che ha contraddistinto la categoria, con le dovute eccezioni, nel corso delle riforme peggiorative della scuola che, più o meno, hanno operato tutti i governi negli ultimi vent'anni.
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