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Cattivi maestri. A Scienze Sociali bocciano il documento di condanna del terrorismo di Hamas

Con un vile attentato terroristico lo scorso 7 ottobre, Hamas ha colpito bambini, ragazzi, civili inermi intenti a ballare, a lavorare, a vivere la loro quotidianità. L’Occidente si è schierato, senza tentennamenti al fianco di Tel Aviv e nel 99% dei casi si sono levate parole dure nei confronti dell’atto. Eppure, Napoli, è accaduto qualcosa che sta ancora lasciando sgomenti. Il sociologo, giornalista, conferenziere e professore universitario di Sociologia dei processi culturali e comunicativi, Luigi Caramiello, più volte protagonista del dibattito cittadino, aveva presentato nei giorni scorsi al consiglio del Dipartimento Scienze Sociali dell’Università Federico II, la richiesta di votazione per una mozione che condannava duramente l’accaduto.

Con l’approvazione della mozione, inoltre, il Dipartimento avrebbe ribadito “la sua ripulsa assoluta di razzismo e antisemitismo, in qualsiasi forma essi si manifestino”, il diritto all’esistenza dello stato di Israele, il rilascio degli ostaggi nelle mani dei terroristi islamici, un tavolo negoziale per il cessate il fuoco e la speranza che si sviluppi nell’immediato un processo di pace come racchiuso nella formula “due popoli, due Stati”.

Luigi Caramiello
Prof. Luigi Caramiello

Insomma, una proposta di buon senso che si poteva sottoscrivere senza fare troppo torto alla personale coscienza degli intellettuali seduti al tavolo, si immagina tutti sconcertati dall’orrore derivante dall’azione terroristica e preoccupati dalla rappresaglia israeliana, pronti a dare una mano anche sé solo con un pubblico atto istituzionale. Invece, no.

In quattro hanno contestato la ricostruzione proposta da Caramiello e si sono opposti alla sua approvazione, nessun altro ha parlato e non c’è stato dibattito, probabilmente la pensavano allo stesso modo dei loro colleghi e avrebbero nel caso votato contro, pertanto non c’era bisogno di intervenire.

Forse non gli importava nulla e sarebbe grave, o forse obiettivamente non si erano formati ancora un’opinione, capita, anche se non dovrebbe alle menti più brillanti delegate a formare le classi dirigenti del futuro nazionale. Ma tant’è, la direttrice del Dipartimento, Dora Gambardella ha tolto tutti dall’imbarazzo decidendo di non mettere la mozione ai voti.

C’è da capire la scelta di Gambardella, gli atenei italiani e non solo, sono in subbuglio, d’altronde nemmeno il Rettore della sua università ha preso finora posizione, perché avrebbe dovuto schierarsi, proprio lei, apertamente in una maniera o nell’altra, assumendosene conseguenze e responsabilità?

In fondo la storia è sempre la stessa, quarant’anni fa come adesso, una frangia di studenti politicizzati uniti in primis, dall’odio antiamericano, protesta e si indigna portandosi dietro un po’ di giovani cui non par vero di fare casino e sentirsi di esistere, contare qualcosa, nell’ignoranza e faziosità totale. D’altronde pochi giorni fa a Milano hanno sfilato un grottesco movimento politico insieme a borghesi annoiati, islamici e ragazzotti depensanti in favore di Hamas, urlando slogan disgustosi contro Israele.

Viene anche da chiedersi: quanto è vivo (e perché) l’antisemitismo in Italia, a prescindere dall’odio antiamericano e antioccidentale? Quanto davvero conoscono la storia e la geopolitica i nostri ragazzi e prima di loro gli insegnanti? Non c’è da meravigliarsi se molti ragazzi non sanno davvero cosa avvenga nella Striscia di Gaza e che Hamas usa i palestinesi come scudi umani.

 

About Annalina Grasso

Giornalista e blogger campana, 29 anni. Laurea in lettere e filologia, master in arte. Amo il cinema, l'arte, la musica, la letteratura, in particolare quella russa, francese e italiana. Collaboro con una galleria d'arte contemporanea.

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