Per troppo tempo la filosofia italiana, ancora nella seconda metà del secolo XX, ha patito giudizi ingenerosi indotti dalla vulgata diffusa dalla cultura neo-azionista, stando alla quale, a causa dell’egemonia neo-idealista nella prima metà del secolo ‘breve’, il sapere teoretico del nostro paese sarebbe stato connotato da un tratto provinciale e da marginalità speculativa. In seguito, data la marcia trionfale dell’analitica anglosassone, la speculazione italiana, nonostante qualche nome di prestigio, non sarebbe stata più in grado di colmare il gap d’origine. Non si tratta qui di voler proclamare primati, ma ci pare indubitabile, alla luce del dibattito in corso in tema, che lo schema storiografico esposto, sia infondato e fuorviante. Attorno ai grandi nomi del pensiero italiano del secondo Novecento si sono formate vere e proprie scuole che, sia pur il più delle volte controcorrente rispetto all’indirizzo generale del pensiero europeo, hanno dato ottima prova di sé. Basti qui fare, tra gli altri, i soli nomi di Luigi Pareyson, Emanuele Severino e Massimo Cacciari. Tra i filosofi italiani contemporanei Massimo Donà occupa un posto di rilievo. Egli si è formato dapprima con Severino e, successivamente, con Cacciari, Vitiello e Sini. Sta perseguendo, con coerenza, un percorso teoretico originale e fuori dal coro. Nella sua ultima pubblicazione, Di un’ingannevole bellezza. Le ‘cose’ dell’arte, edita da Bompiani, riapre la discussione sul tema che ha presentato in Teomorfica. Sistema di estetica, uscito nel 2015 per i tipi dello stesso editore milanese.
Read More »La seduzione. Mito e arte nell’antica Grecia nel progetto espositivo ‘Il Tempo dell’Antico’, fino al 13 gennaio 2019 a Vicenza
Nelle sale decorate in stile classico delle Gallerie d’Italia – Palazzo Leoni Montanari, si dispiega il rito della seduzione e dell’amore, cantato dalle liriche di Saffo e dalle leggende della Grecia antica. Il rapimento dei sensi e la potenza di un sentimento talvolta fatale vanno in scena nelle loro diverse componenti, dai culti religiosi alla magia dei profumi, dei monili e della bellezza di corpi dipinti o scolpiti nel marmo. Tra vasi a figure rosse, specchi ornati da sirene, contenitori di ciprie e unguenti tanto costosi da considerarsi attributi regali, spiccano tre eccezionali esempi di statuaria provenienti dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli: l’Afrodite di Sinuessa, acefala ma dalle forme splendenti, l’Afrodite che si slaccia il sandalo, adorna di ricercati gioielli in oro, e l’Afrodite Anadyomene, dai fianchi avvolti in sensuali drappeggi, rappresentata mentre strizza i capelli grondanti di acqua marina. Immagini di una dea che, nella prima sezione della mostra, testimonia insieme al figlio Eros la centralità dell’amore nell’immaginario greco, per poi passare al mito altrettanto proverbiale di Elena, la donna più bella del mondo, soggetto di crateri e loutrophoros, una forma vascolare legata alle nozze e alla femminilità.
Read More »‘Raffaello e l’eco del mito’ in mostra dal 27 gennaio 2018 al 06 maggio 2018 a Bergamo
Raffaello è il protagonista della stagione espositiva 2018 di Bergamo con la grande mostra Raffaello e l’eco del mito che anticipa le celebrazioni dell’anniversario, nel 2020, dei 500 anni dalla morte del maestro urbinate, attraverso un inedito percorso di oltre 60 opere, provenienti da importanti musei nazionali e internazionali e da collezioni private. Il progetto scientifico della mostra ha preso avvio dal San Sebastiano di Raffaello, il capolavoro giovanile parte delle raccolte della Carrara, non solo protagonista di una sezione dedicata ma centro dell’indagine espositiva che si sviluppa attraverso vari capitoli: le opere dei “maestri” come Giovanni Santi, Perugino, Pintoricchio e Luca Signorelli, raccontano la formazione; un significativo corpus di opere di Raffaello ne celebra l’attività dal 1500 al 1505; infine, il racconto del mito raffaellesco si sviluppa in due sezioni, la prima ottocentesca e la seconda dedicata ad artisti contemporanei.
Read More »Il mercato dell’Arte tra aste, musei e alta finanza
Il mercato dell’arte coincide dunque in larga misura con quello delle aste, l’unico, come s’è detto, in grado di offrire valori pubblici e obiettivi, misurabili e verificabili. Poiché i maggiori e più importanti incrementi, in termini sia di fatturato sia di quantità di intermediazioni, negli ultimi anni sono stati registrati proprio dal mercato delle aste, si può dire che esso è radicalmente cambiato e fortemente cresciuto. Il 2000 è stato un anno di capitale importanza per le case d’asta: New York è stata la sede principale di questo tipo di mercato, al secondo posto si è collocata Londra, mentre Hong Kong ha rappresentato la sede caratterizzata dalla maggiore crescita in termini percentuali. Solo pochi anni dopo, per la prima volta, si è determinata un’importante inversione di tendenza, che si è andata consolidando negli anni successivi: se l’Asia ha stabilizzato la sua posizione sul mercato, si è assistito a un affiancamento, dovuto alla crescente globalizzazione del mercato, dell’Europa agli Stati Uniti; i compratori quindi sono sempre più internazionali e disposti a comprare in qualsiasi parte del mondo. Inoltre, sono comparsi nuovi capitali liquidi provenienti dalle economie emergenti che, geograficamente e culturalmente, sono pronte a percepire l’Europa, e in particolare Londra, come un solido mercato internazionale alternativo e complementare a quello di New York. Nel 2004 è stata registrata, da una parte, una moderata ma costante diminuzione delle vendite negli Stati Uniti, dall’altra, un lento ma continuo aumento di quelle in Europa e una rapida impennata in Asia. Questi dati sono fondamentali per delineare il processo che, se non si pone come vera e propria delocalizzazione delle vendite (dagli Stati Uniti verso altri continenti), sicuramente segna un netto ampliamento della geografia delle intermediazioni più importanti, e individua un nuovo tipo di cliente, molto più internazionale e ‘globalizzato’ rispetto al passato.
Read More »James Ensor, il pittore satirico e anarchico delle maschere che ha anticipato le tendenze moderne e la società di massa
Anarchico, satirico e assolutamente incompreso, almeno fino al 1929 quando Re Alberto I scelse di nominarlo barone; da quel momento James Ensor, che aveva sempre fomentato critiche asprissime nei confronti della borghesia attraverso i suoi dipinti, decise di ritirare tutte le copie de “L’alimentazione dottrinaria”(1889), un’acquaforte su carta giapponese che rappresenta tutta la malsana pidocchieria dei potenti (il re e i suoi ministri) nell’atto di defecare sui sudditi (la massa) che nel frattempo accolgono l’offesa spalancando le fauci, pronte ad ospitare gli escrementi. Un ritratto ruvidissimo della società belga di fine Ottocento che vedeva sul trono Re Leopoldo II. Ma Ensor – che da socialista umanitario passò a coltivare posizioni di totale anarchismo – aveva ben compreso che gli uomini dovevano venir tutti malmenati a colpi di pennello, eccetto rari casi.
Read More »Mostra mercato di arte moderna e contemporanea dal 13 al 21 gennaio a Bergamo: IFA e BAF si incontrano
Italian Fine Art (Ifa) e Bergamo Arte Fiera (Baf) si incontrano a Bergamo: la capitale orobica si conferma meta d'eccellenza per gli appassionati di alto antiquariato e arte moderna e contemporanea. I due prestigiosi appuntamenti artistici vanno in scena per la prima volta insieme alla Fiera di Bergamo: attese oltre 150 gallerie, operatori e collezionisti d'arte.
Read More »L’Italia fa riscoprire l’arte al mondo, il senso del bello di pittori italiani di talento in un libro di Camillo Langone
L'arte contemporanea, estenuata dai continui balzi in avanti delle avanguardie novecentesche, sembra aver smarrito bellezza e genio, tecnica e costanza, stile ed originalità. Il paese di Michelangelo e Caravaggio, Leonardo e Raffaello può, ancora una volta, contribuire a salvare l'arte ed il bello, valorizzando gli epigoni di una tradizione secolare ed ineguagliata. V’è un artista italiano esperto nella pratica dell’encausto, tecnica nella quale fallì anche uno come Leonardo, avvezzo ad operare con la cera anziché con l’olio garantendo ai suoi capolavori una durata plurisecolare. Un altro, connazionale e pittore, dipinge maestose cadute oniriche, tra cui si ricorda una geniale precipitazione di Pasolini defunto che si ricongiunge a Petrarca, Pound ed alla madre. Lust, but not least, un trentenne del Belpaese che vanta tra le sue opere dodici pale d’altare. E’ in corso un nuovo Rinascimento? Il Vaticano è tornato ai tempi di Raffaello e Michelangelo?
Read More »Egon Schiele, espressionista pupillo di Klimt, ossessionato dal disegno e malinconicamente disperato
Il tratto di Egon Schiele è asfitticamente deformato e steso tra due espressioni: il sesso e la morte. La sua malinconia è un sentimento disperato, una discesa sconfinata negli inferi e nelle viscere dell’essere umano. Schiele, in un perpetuo frammentarsi, trascina per la prima volta nella pittura, l’asprezza della carne nel sesso. Come la modernità, i corpi sono malattie distruttive e dannazioni eterne. Non è pensabile uscire dalla carne poiché è castigo senza espiazione.
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