“Visioni in rosa” al Salone del libro di Torino

Numerose sono state le iniziative svolte durante il Salone del libro di Torino 2016. Tra le tante ed interessanti, segnaliamo quella proposta e presentata dalla Casa Editrice BonfirarroVisioni in rosa. Nove autrici per l’incontro sulla scrittura al femminile”.
La giovane casa editrice nasce in Sicilia nel 1985 dall’intraprendenza di Salvo Bonfirraro. L’idea e il progetto è proprio quello di far crescere questa attività editoriale al centro della Sicilia, dove l’unica casa editrice esistente è quella fondata da Salvatore Sciascia a Caltanissetta. Fino agli anni 90 la produzione editoriale è caratterizzata, maggiormente, da raccolte di poesia e narrativa contribuendo alla scoperta di nuovi autori proveniente per lo più oltre lo stretto di Messina. Un’attività trentennale che ha trovato interesse anche nella saggistica, nella storia e nel settore specialistico delle guide turistiche della Sicilia.

Visioni in rosa: lo stato della scrittura al femminile

Con il progetto “Visioni in Rosa” la casa editrice ha voluto proporre degli incontri le migliori scrittrici della casa editrice Bonfirarro. La sensibilità dell’ascolto, il rispetto della memoria, il bisogno di raccontare di Vincenza Barbagallo, Elena Bartolomei, Natascia Berardinucci, Marinella Colombo, Lucie Huskova, Cinzia Nazzareno, Alessia Padovan, Ismete Selmanaj e Marcella Spinozzi Tarducci. Storicamente infatti se la cultura maschile, da sempre dominante nella società, ha avuto caratteristiche di schiettezza e semplicità, quella delle donne è stata da sempre avvezza alla discrezione. Una donna è stata educata a suggerire, mai a dire: il suo linguaggio tiene conto del contesto, dei precedenti, delle conseguenze e del tempo. Virginia Woolf, non a caso, aveva detto che la sfida più grande per una scrittrice era uccidere “l’angelo del focolare”, quella parte di sé che era stata addestrata ad anteporre i bisogni degli altri ai propri in ogni situazione.

Con il raggiungimento della piena parità di diritti, quanto è alta consapevolezza letteraria delle donne? E quanto è ricca di sfumature la scrittura femminile, ora che comincia a debordare dal tappo delle  dei cliché, dalle diversità negate o compresse? A questi e a molti altri interrogativi letterari si è tentato di dare risposta nel corso dell’incontro al Salone del Libro.

L’incontro è stato coordinato da Annarita Bringanti, giornalista culturale e scrittrice. Le diversissime esperienze letterarie delle scrittrici hanno lasciato spazio a intense e feconde riflessioni. Dalla finzione del romanzo, al racconto personale, tracciando un itinerario umano e artistico. Attraverso la lettura di alcune pagine sono state messe a fuoco peculiarità, affinità e differenze legate alla cifra stilistica, linguistica e formale di ciascun’autrice. La discrezione della scrittura femminile è caratterizzante e contrapposta alla dominante cultura maschile. Sebbene sia avvezza spesso alla delicatezza, la scrittura femminile non è per questo meno incisiva e, anzi, lascia segni più profondi proprio perché non impone ma sussurra. Un interessante dibattito si è sviluppato dunque sulla consapevolezza letteraria delle donne e sulle sfumature della scrittura femminile.

Ci auguriamo che questo dibattito possa essere sempre più presente e fuori dall’usuale retorica con cui sono affrontati di solito questi temi. La presenza al Salone del Libro, evento di rilevanza internazionale, ci fa ben sperare e suggerisce la volontà di ricerca e attenzione per la scrittura al femminile che tanta parte ha avuto nella letteratura e che, silenziosamente, continua ad avere.

XXIX edizione del Salone del libro di Torino

Mancano pochi giorni all’apertura del Salone del libro di Torino. Quest’anno il titolo del Salone 2016 che si svolgerà dal 12 al 16 Maggio è “Visioni”. L’idea è quella di un filo conduttore che faccia emergere la capacità di guardare lontano partendo da una salda conoscenza del patrimonio letterario, artistico e filosofico. Grande spazio ai “visionari” tutti coloro che hanno saputo distinguersi per la lungimiranza del progetto, l’innovazione, l’originalità dei metodi operativi e la sapienza divulgativa e comunicativa. Tra i visionari il fisico Roberto Cingolani, direttore dell’Istituto italiano di Tecnologia (IIT), centro per la robotica e nanotecnologie.

Salone del libro di Torino 2016: tra cultura e tecnologia

L’Istituto Italiano di Tecnologia porta al Salone il suo robot androide ‘ICub’, unendo così il libro, insostituibile veicolo di condivisione, le più moderne tecnologie. Insieme a Cingolani ci saranno Marino Golinelli e Brunello Cucinelli. E ancora Guido Tonelli responsabile dell’esperimento che al Cern ha permesso di scoprire, con quello di Fabiola Gianotti, il bosone di Higgs, racconterà i prossimi capitoli di questa nuova avventurosa scoperta. Renato Bruni, docente di Botanica all’Università di Parma, propone la biomimetica come metodo innovativo per dimostrare che la natura è all’avanguardia nell’offrirci soluzioni efficaci, sostenibili e rivoluzionarie. Philippe Daverio terrà una lectio magistralis dal titolo Visionari e televisionari con lo scopo di insegnare come un quadro possa aprire la strada a una pluralità di narrazioni e prospettive infinite. Legata all’arte è certamente la fotografia, in grado di trasformare un’immagine in aperture concettuali modificando la comune percezione; è il caso di un altro visionario Oliviero Toscani che sarà al Salone con un volume che raccoglie le sue opere più famose dal 1965 al 2015.  La visionarietà coniugata al passato consente di «rivedere» e riscrivere la propria storia con strumenti nuovi; è ciò che propone Carlo Ginzburg coniugando insieme scienze umane, arti figurative e letteratura e concentrandosi sulle menzogne e le violenze delle società contemporanee.

Ovviamente la letteratura resta presentissima nelle innovazioni del Salone e per gli autori italiani resta un appuntamento immancabile; in questa 29° edizione Roberto Saviano festeggerà i dieci anni del successo di Gomorra con un’edizione aggiornata del libro. Ci saranno il premio Nobel Dario Fo, Claudio Magris, Erri De Luca, Corrado Augias, Dacia Maraini, Diego De Silva, Alberto Angela, Umberto Galimberti, Luciano Canfora, Antonio Moresco, Antonio Scurati, Elena Stancanelli, Rosa Matteucci, Carlo Bonini Antonio Pennacchi, Marcello Sorgi, Michela Murgia, Donato Carrisi, Giancarlo De Cataldo, Gustavo Zagrebelsky, Igiaba Scego, Domenico Quirico. Un programma ricchissimo, giornate piene di eventi e di ospiti. Tutto il Salone si occuperà di un focus sulle letterature dei Paesi Arabi e saranno presenti importanti ospiti come la scrittrice egiziana Ahdaf Soueif, il poeta siriano-libanese Adonis, il marocchino Mahi Binebine sarà presente anche Shirin Ebadi, la prima donna mussulmana a ricevere il Premio Nobel per la pace, Michael Cunningham, Bernard Quiriny, Muriel Barbéry, Amitav Ghosh, Jeffrey Deaver, Tommy Wieringa. In più quest’anno il Salone esce dai padiglioni del Lingotto e porta i suoi «visionari» in tutta Torino e nei Comuni dell’area metropolitana più di 350 appuntamenti in 170 luoghi differenti. Scuole, chiese, biblioteche, librerie, teatri, atelier, ospedali dove ci saranno incontri con autori, reading, letture, convegni, performance musicali e teatrali, proiezioni, bookcrossing e booksharing, mercati del libro usato, mostre, showcooking.

Quest’anno numerosi saranno anche i premi e le ricorrenze che daranno vita ad altre occasioni di incontro e discussione. Ricorrono infatti 500 anni della prima pubblicazione dell’Orlando furioso. Il poema di Ludovico Ariosto sarà rievocato dalla studiosa Lina Bolzoni. Con l’Omaggio ad Amleto di Fabrizio Gifuni con un evento di Nadia Fusini dedicato a La tempesta sarà ricordato William Shakespeare. A celebrare Miguel Cervantes ci sarà con la proiezione del film Quijote di Mimmo Paladino, con Peppe Servillo e Lucio Dalla. Per i cent’anni della scomparsa di Guido Gozzano ci sarà l’omaggio di Isabella Ragonese così come per i cent’anni dalla nascita di Natalia Ginzburg, Nanni Moretti e Margherita Buy interpreteranno pagine di Lessico famigliare.

Il Salone di Torino si conferma ancora una volta come la più grande libreria italiana del mondo ma anche un prestigioso festival culturale, un essenziale punto di riferimento per gli operatori professionali del libro e uno spazio vivo, dove sviluppare idee tra tradizione e innovazione.

Premio Astrolabio 2016

Premio Astrolabio, edizione 2016

Il premio internazionale “Astrolabio” giunge quest’anno alla sua settima edizione, dedicato alla memoria della scrittrice pisana, fondatrice del Gruppo Internazionale di lettura, Renata Gianbene, e presieduto e diretto ancora una volta da Valeria Serofilli, poetessa, saggista e critica letteraria, vincitrice del prestigioso premio nel 2000 con la raccolta poetica Acini d’Anima, dopo aver esordito l’anno precedente con la poesia Eclisse (11 agosto 1999). Il premio è presediuto dal Gruppo internazionale di lettura, dalla “Libera accademia Galileo Galilei” di Pisa con il patrocinio del comune e della provincia di Pisa. L’Astrolabio è indetto per le poesie, le fiabe e i racconti inediti per bambini e ragazzi. Lo scopo di questo premio è innanzitutto promuovere e “muovere” la cultura, invogliare i giovani a presentare le proprie opere per lasciare spazio alla poesia e alla narrativa e scovare nel panorama editoriale attuale voci degne di attenzione. Oltre alle quattro sezioni a tema libero, gli autori possono inviare delle composizioni dedicate a delle sezioni specifiche. Quest’anno il premio vuole rivolgere l’attenzione all’intramontabile Mito di Ulisse e al tema della memoria e del viaggio.

Le altre quattro sezione del concorso sono così articolate:
Prima sezione: Volume edito di poesia per un’opera in versi pubblicata a partire dal 2008.
Seconda sezione: Silloge inedita di almeno 10 poesie.
Terza sezione: Poesia singola a tema libero.
Quarta sezione: Fiaba e racconti inediti.

La giuria del Premio Astrolabio è composta da scrittori, giornalisti e critici come i critici letterari e scrittori Giorgio Barbieri Squarotti, fondatore della Biennale di Poesia di Alessandria e Ivano Mugnaini, collaboratore con diverse case editrici, l’antichista Andrea Salvini, il poeta Antonio Spagnuolo e il giornalista Giulio Panzani ed è affiancata anche da un comitato d’onore che vanta tra i suoi membri personalità che ricoprono cariche istituzionali come il vicesindaco della città di Pisa e l’assessore alla cultura.
Un lavoro che punta ancora una volta alla condivisione dei saperi e che cerca di schierare la bellezza contro la dilagante sottocultura che sempre più invade e pervade la nostra quotidianità.

Sul sito del premio sono disponibili il bando e informazione più dettagliate per partecipare all’Astrolabio. http://www.valeriaserofilli.it/premio-astrolabio-2016.html.

Premio Strega 2016: i dodici finalisti

Premio Strega 2016:i finalisti

Come ogni anno il Comitato direttivo del Premio Strega 2016 ha selezionato, tra i ventisette segnalati, i dodici libri presentati lo scorso 1° aprile dagli “Amici della domenica”. La Fondazione Maria e Goffredo Bellonci promossa da Liquore Strega con il patrocinio di Roma Capitale e il sostegno di Unindustria – Unione degli Industriali e delle Imprese Roma Frosinone Latina Rieti Viterbo, lavorano a questa nuova edizione del celebre Premio Strega. Il Comitato del Premio che ha selezionato i dodici libri, presieduto come sempre da Tullio De Mauro, è composto da Melania Mazzucco, Valeria Della Valle, Enzo Golino, Giuseppe D’Avino, Simonetta Fiori, Paolo Giordano, Alberto Foschini, Giuseppe Gori, Luca Serianni e Maurizio Stirpe. Come da tradizione ogni libro è presentato da due autori i libri in gara per questa settantesima edizione sono:

L’uomo del futuro edito da Mondadori di Eraldo Affinati presentato da Giorgio Ficara e Igiaba Scego.
La scuola cattolica edito da Rizzoli di Edoardo Albinata presentato da Raffaele La Capria e Sandro Veronesi
Dove troverete un altro padre come il mio edizioni Ponte alle Grazie di Rossana Campo
presentato da Valeria Parrella e Antonio Riccardi
Dalle rovine edizione Tunué di Luciano Funetta presentato da Lorenzo Pavolini e Luca Ricci
Le streghe di Lenzavacche di Simona Lo Iacono presentato da Paolo Di Stefano e Romana Petri
La reliquia di Costantinopoli edito da Neri Pozza di Paolo Malaguti presentato da Marcello Fois e Alberto Galla
Il cinghiale che uccise Liberty Valance edizioni minimum fax di Giordano Meacci presentato Giuseppe Antonelli e Diego de Silva
L’addio edito da Giunti di Antonio Moresco presentato da Daria Bignardi e Tiziano Scarpa
Conforme alla gloria edizione Voland di Demetrio Paolin presentato da Maria Rosa Cutrufelli e Elisabetta Mondello
La figlia sbagliata edizoni Frassinelli di Raffaella Romagnolo presentato da Fabio Geda e Giuseppe Patota
Se avessero edito da Garzanti di Vittorio Sermonti presentato da Franco Marcoaldi e Serena Vitale
La femmina nuda edizione La nave di Teseo di Elena Stancanelli presentato da Francesco Piccolo e Silvia Ronchey

Le presentazioni ufficiali dei 12 candidati si terranno sabato 30 aprile a Sanremo e il 5 maggio a Benevento. Non sfugge la presenza, anche quest’anno di una buona partecipazione di editori indipendenti. La prima votazione per selezionare la cinquina dei finalisti si terrà come tradizione a Casa Bellonci. Mercoledì 15 giugno ci sarà lo spoglio dei voti degli Amici della Domenica ai quali si aggiungono i voti di quaranta lettori forti selezionati da librerie indipendenti italiane associate all’ALI e i voti di venti collettivi espressi da scuole, università e Istituti Italiani di Cultura all’estero. La seconda votazione e la proclamazione del vincitore avverranno invece venerdì 8 luglio presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma.
La dozzina selezionata dal Comitato direttivo concorre inoltre alla terza edizione del Premio Strega Giovani. La giuria dello Strega giovani è composta da circa 500 ragazze e ragazzi, di età compresa tra i 16 e i 18 anni in rappresentanza di 50 licei e istituti tecnici italiani ed esteri. Il vincitore sarà annunciato lunedì 13 giugno alla Camera dei Deputati.

Come ogni anno auguriamo a tutti buona fortuna e, nell’attesa di scoprire il vincitore del Premio Strega 2016, iniziamo la lettura di questi dodici autori!

Book Pride Milano 2016

Sono in corso i preparativi per la seconda edizione del Book Pride Milano che si svolgerà nella città meneghina dall’1 al 3 Aprile. La manifestazione è reduce dal successo della prima edizione che si è tenuta il 27 e il 29 Marzo dello scorso anno ai Frigoriferi milanesi. L’evento ha rappresentato una grande occasione di promozione dell’editoria indipendente, vi hanno preso parte infatti 124 marchi editoriali indipendenti e il ricco programma di eventi ha fatto registrare la presenza di circa 20.000 persone.
La fiera promossa dall’Osservatorio degli editori indipendenti sarà ospitata quest’anno all’interno di BAS,E un’area multifunzionale recuperata dalle vecchie fabbriche sede dell’ex Ansaldo. Questa area è nata proprio con la vocazione di innovare e rinnovare il rapporto tra cultura ed economia; l’idea è proprio quella di un luogo di produzione e condivisione che propone la cultura come chiave per comprendere e interpretare il mondo e le sue evoluzioni. La fiera è senz’altro un’occasione per dare visibilità alla produzione dell’editoria indipendente e farla conoscere ai lettori. Quest’anno sono già quasi 150 gli editori che hanno confermato la loro adesione, tutte case ediitrici indipendenti tra le più importanti nel mercato editoriale nazionale, tutte accomunate, ovviamente, dal fatto di non appartenere a nessuno dei maggiori gruppi editoriali italiani.

Book Pride continua il percorso di promozione iniziato già lo scorso anno quando Milano è stata Città del libro e della lettura, con l’evento Milano Book City. Book Pride ha come scopo principale la volontà di sostenere il pluralismo delle voci e delle proposte per poter ampliare il numero dei lettori e, ovviamente, la circolazione delle idee. Ed è proprio per questo che Book Pride non sarà solo un semplice spazio espositivo di tutta quella produzione culturale preziosa, vera, che oramai è sempre più difficile trovare nelle librerie, ma sarà anche e, sopratutto, un fitto insieme di eventi. Sarà l’occasione per discutere delle difficoltà del mercato editoriale italiano e di tutti quei processi che vanno restringendo gli spazi di questo mercato. Ci sarà anche spazio per incontrare gli autori delle ultime novità numerose infatti sono le presentazioni in calendario. Il tema di quest’anno è equosistema: un tema che verrà declinato non solo in campo editoriale. Si estenderò anche come sistema di analisi della realtà ecologica e ambientale, della situazione geopolitica e sociale, delle nuove frontiere dei diritti civili con l’obiettivo di indicare possibili soluzioni e individuare proposte di lavoro comuni.

Tutelare la bibliodiversità è lo slogan di tutto l’evento, e come è scritto nel manifesto interno degli ODEI, “occorre considerare il libro anzitutto una risorsa, per tutti e di tutti. Il libro inteso come ecosistema complesso, nella varietà delle sue forme e delle sue articolazioni, nelle sue diversità bibliografiche e nell’estensione dei viventi che lo abitano.” Bibliodiversità significa dunque immaginare i soggetti vivi, che tale bibliodiversità fanno esistere, siano essi autori, editori, librai, docenti, bibliotecari o lettori. Conservare e far crescere un ecosistema fatto di diversità significa anche riuscire a vederne i punti di squilibrio e, appunto, imparare a preservarli.

Addio alla scrittrice Harper Lee

Si è spenta ieri 19 febbraio, all’età di 89 anni, la scrittrice statunitense Harper Lee, autrice del notissimo romanzo Il buio oltre la siepe, premio Pulitzer nel 1961 nonché best seller (40 milioni di copie vendute), da cui è stato tratto l’altrettanto noto film omonimo con Gregory Peck, premiato con tre Oscar.

Nelle Harper Lee nasce in Alabama, dopo il Diploma, nel 1944, frequenta il College femminile Huntingdon di Montgomery; successivamente si trasferisce alla “University of Alabama”, dove partecipa a una associazione femminile universitaria. Qui Harper Lee contribuisce al giornale della scuola divenendo direttrice della sua rivista umoristica <<Rammer Jammer>>. Nel 1948 si reca alla Oxford University in Inghilterra. L’anno successivo riprende gli studi di Legge accantonati per un po’ a vantaggio della scrittura, ma li abbandona dopo il primo semestre e si trasferisce a New York per seguire totalmente e fino in fondo i suoi sogni di scrittrice. A New York Harper Lee si riunisce al suo vecchio amico d’infanzia Truman Capote, talento emergente della letteratura del tempo; qualche anno dopo scrive una storia ambientata in una cittadina dell’Alabama, che diventerà il suo capolavoro: To Kill a Mockingbird, Il buio oltre la siepe, pubblicato nel 1960. 

Harper Lee e Truman Capote

In questo periodo la scrittrice aiuta l’amico e collega Truman Capote in un reportage commissionatogli dal <<New Yorker>>, riguardo l’impatto dell’omicidio di quattro membri della famiglia Clutter sulla piccola comunità agricola del Kansas dove abitavano. Nel ruolo di assistente di Capote, Lee collabora nelle interviste, vincendo la diffidenza di alcuni degli abitanti del luogo grazie ai suoi modi cordiali e per nulla invadenti. Durante soggiorno dei due scrittori nel Kansas, i sospetti assassini dei Clutter, vengono catturati e interrogati. Lee e Capote intervistano due accusati dell’eccidio, nel 1960; dopo un po’ di tempo tornano a New York dove iniziano a lavorare rispettivamente lei alle bozze del suo primo romanzo, lui alla stesura del romanzo-verità In Cold Blood, A sangue freddo.

Nel 2007 Harper Lee è stata premiata dal Presidente George W.Bush con la più alta onorificenza civile statunitense, la Medaglia presidenziale della libertà, per Il buio oltre la siepe. Il 14 luglio 2015 è uscito, con una tiratura iniziale di 2 milioni di copie, il suo secondo romanzo Va’, metti una sentinella, sequel de Il buio oltre la siepe ambientato vent’anni dopo.

Il perché del successo de Il buio oltre la siepe

Ma perché Il buio oltre le siepe è stato un grande successo cui inevitabilmente si è legato il nome di Harper Lee? In effetti il potente romanzo è intriso di buonismo e ripetizioni che rendono la lettura spesso noiosa ma affronta con grande umanità e delicatezza un tema spinoso per l’epoca, ma sempre attuale: quello del problema razziale durante gli anni della Grande Depressione, offrendoci uno spaccato del profondo Sud degli USA degli anni ’30, descrivendone la sonnolenta provincia attraverso gli occhi di una bambina. ll titolo in lingua italiana è una metafora ripresa da uno dei passi del libro in cui si parla di Boo Radley, il vicino di casa dell’avvocato Finch, che i figli Jem e Scout non hanno mai visto e di cui hanno paura solo perché non conoscono: oltre la siepe che separa la casa dei Radley dalla strada c’è l’ignoto; Il “buio oltre la siepe” rappresenta l’ignoto e la paura che dà vita al pregiudizio.

L’ultimo arrivato, il Campiello 2015 di Balzano

In un’Italia in cui ogni giorno si parla di immigrazione, di stranieri, di culture che si incontrano e si scontrano, di angherie, ripudi e ipocrita normalità, due mesi fa ha trionfato al Premio CampielloL’ultimo arrivato (Sellerio, 2014), di Marco Balzano, libro che racconta di quando i migranti eravamo noi. L’ultimo arrivato ci fa conoscere la storia di un bambino e di un viaggio, le avventure e le disavventure di un piccolo emigrante, Ninetto, un bambino di nove anni, dallo spirito altruista e dal carattere fiero, detto “pelleossa” che abbandona la Sicilia e si reca a Milano, con la testa piena di parole.

Ninetto «non è che un picciriddu piglia e parte in quattro e quattr’otto. Prima mi hanno fatto venire a schifo tutte cose, ho collezionato litigate, digiuni, giornate di nervi impizzati, e solo dopo me ne sono andato via. Era la fine del ’59, avevo nove anni e uno a quell’età preferirebbe sempre il suo paese, anche se è un cesso di paese e niente affatto quello dei balocchi».

Negli anni Cinquanta il viaggio dal Meridione al Nord non era intrapreso solo da uomini e donne ma anche bambini a volte più piccoli di dieci anni che per la prima volta si allontanavano da casa.
Tra loro c’è appunto Ninetto che parte e fugge lasciando la madre distrutta e rinchiusa al silenzio e il padre che preferisce averlo lontano che senza futuro. La nuova destinazione, quello che appare un nuovo mondo, porta con sè la scoperta della vita e del sé. Ad aiutarlo non ci sarà nulla e nessuno. Ma Ninetto non si scoraggia, si tuffa in tutte le sue prime esperienze, il viaggio in treno, la corsa sul tram, tutto è nuovo in quella città sconosciuta che lui sembra voler assorbire dentro di sé con tutta la foga possibile. Ottiene un lavoro e tutto capita con stupore sotto i suoi occhi: l’avventurarsi nei quartieri e nelle periferie, scoprire la bellezza delle donne, fare amicizie, cadere nell’inganno fino a scivolare fatalmente in un gesto violento dalle dolorose conseguenze.

Quella di Balzano in effetti può apparire come una storia furbetta, sebbene priva di retorica (non racconta nulla di nuovo, certo), ma che misura il limite tra il ‘sogno del nord’ e la realtà effettiva dell’arrivo. Nel caos urbano Ninetto percepisce un allontanamento dai valori della sua infanzia siciliana, dai quali lui fatica a staccarsi. Il gioco delle prospettive non è mai banale anzi, offre un andamento di scoperta continua, tra flashback e flashforward ogni parte del testo ne illumina un’altra uguale e contraria; i punti di osservazione variano per permettere una riflessione totale e profonda. L’ultimo arrivato conta su una scrittura fluida intrisa di suggestioni dialettali, e ha tutte le caratteristiche di una storia classica ma l’accento obliquo e la cadenza fantasiosa del personaggio, che attraverso la sua costituzione e la sua costruzione rende la città e le esperienze un teatro sorprendente e brutale, riesce a far rivivere una realtà sicuramente mai dimenticata ma scolorita e appannata. Solo attraverso gli occhi intimiditi, puri e curiosi di un bambino una storia così vecchia, in cui, senza dubbio, si riconosceranno molti nonni, poteva ritrovare un modo per essere raccontata ancora sorprendentemente. La letteratura in fondo serve anche a perpetuare la memoria, ponendo l’accento anche sul difficile rapporto tra padri e figli (tema già affrontato dallo scrittore ne Il figlio del figlio) e sulla pedagogia.

Premio Manzoni romanzo storico 2015

Pochi giorni fa, sabato 24 ottobre, si è svolta al Teatro della Società di Lecco la cerimonia di premiazione dell’undicesima edizione del Premio Letterario Manzoni romanzo storico, organizzato da Confcommercio Lecco e patrocinato dal comune di Lecco e dal Centro Nazionale di studi manzoniani
Il vincitore del premio alla carriera 2015 è stato lo scrittore e giornalista Luis Sepulveda. Con il premio allo scrittore cileno, la rassegna diventa a tutti gli effetti internazionale. “Maestro di letteratura e di impegno civile” si legge nella motivazione per l’assegnazione del premio. Il presidente di 50&Più Confcommercio Lecco Eugenio Milani sottolinea che questa «è stata una decisione prestigiosa che dà ulteriore lustro al Premio Manzoni. La scelta di Sepulveda, autentico protagonista della storia, non solo letteraria, del Novecento, ci riempie di orgoglio».

La premiazione è quasi coincisa con l’uscita in Italia del nuovo libro di Sepulveda, la sua nuova favola Storia di un cane che insegnò a un bambino la fedeltà. Nell’albo d’oro lo scrittore cileno raccoglierà il testimone di coloro che hanno ricevuto il premio alla carriera nelle precedenti edizioni, spiccano i nomi di Umberto Eco, Ermanno Olmi, Luigi Ronconi, Mario Botta, Paolo Conte, Giulia Maria Crespi.
L’assegnazione del premio alla carriera a Luis Sepulveda precede la finale del premio Manzoni Romanzo Storico, in programma domenica 8 novembre.

Il Premio è destinato a opere edite di narrativa, in forma di romanzo, diario o biografia, nelle quali sia presente una evidente prospettiva storica, o la cui narrazione sia collocata in un contesto storico. Rilievo preminente sarà assegnato al tema della memoria, in termini di esperienza sia individuale sia collettiva. Quest’anno i tre finalisti sono Leonardo Colombati con 1960 edito da Mondadori, Massimo Zamboni con L’eco di uno sparo pubblicato da Einaudi e Antonio Scurati con Il tempo migliore della nostra vita edito da Bompiani. A scegliere la terna finalista è stata la nuova Giuria, composta da Ermanno Paccagnini (docente Letteratura italiana contemporanea all’Università Cattolica di Milano e critico letterario), Alberto Cadioli (docente di letteratura italiana contemporanea all’Universtià degli studi di Milano), Gian Luigi Daccò (direttore dei musei civici di Lecco), Gianmarco Gaspari (insegna Letteratura italiana all’Università degli Studi dell’Insubria e direttore della rivista Annali manzoniani), Luigi Mascheroni (giornalista e la cattedra di Teoria e tecnica dell’informazione culturale all’Università Cattolica di Milano) Stefano Motta (insegna presso il Collegio Villoresi San Giuseppe di Monza, oltre ad essere saggista e romanziere), Mauro Novelli (insegna Letteratura italiana contemporanea presso l’Università degli Studi di Milano e vice Presidente del Centro Nazionale Studi Manzoniani), Giovanna Rosa (insegna Letteratura italiana contemporanea ed è coordinatore del Master in Editoria presso l’Università degli Studi di Milano nonché presidente della MOD) e Vittorio Colombo coordinatore del premio e responsabile del quotidiano La Provincia di Lecco.

In una nota della giuria si legge: “Può darsi che chi è affezionato a una certa idea retrò di romanzo storico cappa e spada storca il naso di fronte ai tre romanzi selezionati per l’edizione 2015. Perché, per una coincidenza non stabilita a priori, tutti e tre raccontano di un’epoca non così lontana da noi ma lontanissima dalle ambientazioni che convenzionalmente si associano all’idea di “romanzo storico. A meno che, a ben vedere, non si consideri l’intera produzione di Manzoni, e si recuperi alla lettura quel capolavoro teso e spesso incompreso che è la Colonna Infame. Allora si apprezzeranno i titoli scelti”.
Un premio dunque che vuole recuperare una certa idea di letteratura troppe volte oscurata e deviata dalla fama senza prestigio.

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