“Parole di Baustelle” di David Marte è un’opera di saggistica musicale che analizza e commenta diciotto canzoni della band italiana Baustelle, scelte da una personale “Trilogia della vita” del gruppo toscano: cinque pezzi dall’album “La Malavita” (2005), sette da “Amen” (2008) e sei da “I Mistici dell’Occidente” (2010). Un’esegesi approfondita delle “hit” di maggior successo del gruppo originario di Montepulciano che ha ridato linfa alla musica cantautoriale italiana, aggiudicandosi sin dagli albori numerosi riconoscimenti dagli addetti ai lavori: il premio della “Critica Musica & Dischi” come "Migliore opera prima" per Sussidiario illustrato della giovinezza; nel 2000, il Premio "Fuori dal Mucchio" (patrocinato dalla rivista “Il mucchio selvaggio”) per la stessa hit; nel 2003, il "Premio Italiano per la Musica Indipendente" come "Miglior gruppo/solista" e infine nel 2008, la targa Tenco per Amen come "Miglior album dell'anno".
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Da un punto di vista artistico, si cerca innanzitutto di dare un ritmo al film, e ciò dipende anche dal genere del film stesso: ad esempio, un film romantico avrà un montaggio meno frenetico di un film d'azione. Ovviamente si possono effettuare accelerazioni improvvise in determinate scene, e rallentamenti in altre (in base anche alla sceneggiatura e alle scelte del regista). Si cerca poi di dare forma alle singole scene, consentendo allo spettatore di cogliere il senso di ciò che sta avvenendo, lo spazio in cui è ambientata l'azione, ed il tempo impiegato per il suo compimento. Facciamo alcuni esempi di come si può procedere: la durata di una scena più essere allungata inserendo inquadrature secondarie, mostrando un dettaglio o un punto di vista alternativo (anche se è spesso obbligata dalla sceneggiatura e dalla lunghezza dei dialoghi) per mostrare lo spazio in cui si svolge la scena, può essere utile alternare campi e controcampi, in modo che lo spettatore abbia una visione più ampia dell'ambiente il montaggio "alternato" è utilizzato per dare l'impressione che due azioni si stiano svolgendo nello stesso istante in due luoghi differenti: consiste nell'alternare le inquadrature girate separatamente nei due ambienti (fu inventato da David W. Griffith); mentre il montaggio "parallelo" è usato quando si vuole accostare due eventi, non necessariamente contemporanei, per mostrarne somiglianze o differenze il montaggio può anche essere "interno", realizzato cioè con la cinepresa e non tagliando fisicamente la pellicola: si può ad esempio operare una dissolvenza direttamente in macchina; o fermare la ripresa per poi riprenderla in un secondo momento; oppure effettuare un piano sequenza, raccontando un'intera scena, cambi d'ambiente compresi, senza mai staccare (senza cioè interrompere la ripresa) la sceneggiatura può prevedere dei salti temporali indietro nel tempo, detti flash-back, o in avanti, detti flash-forward. Si possono realizzare in vari modi, anche con trucchi come dissolvenze e sfocature, che fanno capire allo spettatore che si sta per visualizzare un ricordo, una premonizione, un qualcosa che è già accaduto o che accadrà si può effettuare anche una "ellissi", ossia una piccola omissione (pochi secondi) di ciò che sta accadendo: si mostra l'inizio di un'azione (ad esempio, un personaggio che gira la maniglia di una porta), e si stacca repentinamente per mostrare l'azione già compiuta (l'inquadratura successiva mostra il personaggio che chiude la porta essendo già dentro la stanza successiva).
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