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Terapia e Umanesimo. Psicologia, letteratura, mitologia

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Non tutto ciò che è terapeutico diventa ufficialmente psicoterapico. Solo nel 1961 Boris Levinson definì il cane come "coterapeuta" ad esempio. Eppure i benefici degli animali domestici erano noti da millenni. Tuttavia solo con la pet therapy sono stati, per così dire, istituzionalizzati a livello psicologico. Allo stesso modo non tutti i disturbi psichici dell'umanità sono classificati nel DSM. Ogni volta il manuale viene aggiornato e spuntano fuori nuove sindromi. D'altronde la natura umana è la stessa, ma l'ambiente, gli artefatti, il modo di ambientarsi ad essi sono sempre nuovi. Lo stesso disturbo psichico inoltre può essere diagnosticato in modi diversi a seconda della cultura di appartenenza dello psicologo.

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Mito: fascino e magia senza tempo

MIto

Nonostante la familiarità che tutti abbiamo con i racconti della mitologia, il mito rimane un oggetto misterioso che ogni cultura sembra forgiare secondo criteri propri e che non smette di affascinare; perché il mito è un qualcosa che accade ogni giorno. L’idea di una sfera mitologica come universo organico di racconti che precederebbe il nascere del logos e della filosofia è tuttavia estranea ai greci. L’opposizione tra mito e logos si svolge in modo lento e tortuoso: la Grecia rimane una terra di frontiera, dove il “favoloso” sopravvive accanto alla ragione “scientifica”.

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‘Gli occhi di Nausicaa’, la silloge junghiana di Marina Cherubini

gli occhi di Nausicaa

Marina Cheubini è nata a Brescia il 6 agosto 1988. Dopo la maturità scientifica si è laureata in “scienze filosofiche”.  Nel 2013 ha  scritto la  prima raccolta di poesie: “Componiti, Mistero”,  vincitrice della XXXIV edizione del  Premio “Letteratura”, attribuitole dall’Istituto Italiano di Cultura di Napoli. Ecco ora  questa sua seconda silloge, “Gli occhi di Nausicaa”, edita da QuiEdit. In questa sua ultima raccolta si possono trovare molti componimenti pregnanti e di ottima fattura. Estetica e mitologia vanno a braccetto con sobrietà e senso della misura. Una ricerca poetica di questo tipo sottende una lettura ben digerita ed assimilata di Jung: significa far parlare gli archetipi e l'inconscio collettivo, ricercare il proprio Sé, cercare di compiere il proprio percorso di individuazione.

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‘L’anatomia della sirena’, il romanzo sentimentale dal sapore mitologico di Simone Delos

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“L’anatomia della sirena” di Simone Delos è un romanzo del genere mainstream/ introspettivo/ sentimentale scritto senza filtri e con abilità poetica. La trama non è mai scontata e i personaggi sono ben caratterizzati oltre al fatto che l’autore ne fa di ognuno di loro un quadro introspettivo eccellente. “Le sirene esistono.”   Si chiude proprio così il romanzo di Simone Delos, dove l’inganno arriva proprio dal protagonista della storia il pittore maledetto Kostantinos. È una creatura orribile, infatti raffigura il Crono della mitologia, ed è nato proprio da una leggenda che narra di una sirena che si nascondeva su un lontano scoglio nell’Isola greca di Praxos, Tutti i principali personaggi del romanzo sono raccontati e descritti per metà tra uomo e animale, come: Febo che rappresenta Apollo e Diana che raffigura Artemis, non sono altro che i figli di Kostantinos.

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‘Horcynus Orca’, il mitico poema della metamorfosi di Stefano D’Arrigo: quando l’epica è uccisa dalla Storia

Horcynus Orca libro

Soltanto dopo aver letto e riletto Horcynus Orca, scoprii che anche George Steiner, si era confrontato con l'ambiziosa lingua che – durante le letture che il professor Frasnedi era solito fare ai suoi studenti – mi aveva fatalmente colpito. Poche parole di Steiner, in un articolo apparso sul Corriere della Sera, descrivono l'emozione della lettura e dell'incontro-confronto con una lingua che ha un'intonazione nuova e riconoscibile e che, anche a me, sembrò fin da subito aver qualcosa da dire: […] mi trovai, matita in mano, a leggere e rileggere la stessa pagina nello sforzo di capire; consapevole che molto di quel che c' era scritto mi sarebbe rimasto oscuro. Non importa. Il moto oceanico della storia, il fantastico potere dell'intreccio di motivi arcaici mitologici e della feroce realtà della Seconda Guerra Mondiale, la capacità di D'Arrigo di dare una vita violenta e lirica agli elementi del tempo e del paesaggio, del mare e della terra, mi fecero superare ogni barriera linguistica e grammaticale.

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