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Addio allo scrittore napoletano Raffaele la Capria, amante dell’indefinito e di coraggiosi fallimenti

la Capria

Lo scrittore e sceneggiatore napoletano Raffaele la Capria se n'è andato il 27 giugno 2022 all'età di 99 anni. Con lui se ne va un'idea della città di Napoli come metafora della vita, tra vizi e virtù. Lo scrittore legato all'attrice Ilaria Occhini (scomparsa nel 2019) per 58 anni, che ha raccontato "l'armonia perduta" per spiegare il suo rapporto con la città che "ti ferisce a morte o t'addormenta, o tutt'e due le cose insieme", descritto magnificamente nel suo romanzo più celebre, "Ferito a morte", che gli valse il Premio Strega nel 1961, considerava quello dello scrittore un atteggiamento cognitivo-emotivo, un lavoro conoscitivo del mondo.

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“Due vite” di Emanuele Trevi vince lo Strega 2021. Un vero romanzo che è un atto di fede verso l’amicizia e uno strappo alla regola

Due vite

Finalmente vince un romanzo vero. Alla proclamazione del vincitore la conduttrice ha avuto timore di pronunciare la casa editrice che ha avuto il merito di pubblicare Due Vite di Emanuele Trevi, ovvero Neri Pozza, e ha menzionato la più rassicurante Einaudi. Due vite è molto di più, e molto meglio, di quelli che minacciano di essere un romanzo. Non è questione di esercitare a tutti i costi il ruolo del bastian contrario, che in un Paese vocato al pascolo come questo causa pur sempre molti disagi. Si tratta piuttosto di saper individuare e riconoscere, nel libro di Emanuele Trevi, un’armonia antica e non esibita, un talento indiscutibile ma non ingombrante, una pazienza pesata come l’oro, una grazia presente ma non ossessiva, un equilibrio non pedagogico e una spettinatura calva: prerogative involontarie dei grandi libri.

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‘Il nero e l’argento’ di Paolo Giordano: i pericoli che si celano nell’amore quotidiano

Paolo Giordano scrittore

Probabilmente Il nero e l'argento non è un romanzo che lascia il segno, anzi a tratti risulta piatto, ma è un libro che consigliamo di leggere in quanto segna un ulteriore miglioramento sul piano dello stile di Giordano. Viene a galla che l'umore "nero" del protagonista (nero come la malattia), così carico di malinconia e "l'argento di lei", pieno di vitalità, luce, riflessi, non riescano più ad amalgamarsi, si ritrovano al limite del baratro senza rendersi conto che la forza, il coraggio e la tenacia della loro balia adesso è anche parte di loro stessi. E' dentro le stanze che le famiglie crescono: strepitanti, incerte, allegre, spaventate. Giovani coppie alle prime armi, pronte ad abbracciarsi o a perdersi. Come Nora e suo marito. Ma di quelle stanze bisogna prima o poi spalancare porte e finestre, aprirsi al tempo che passa, all'aria di fuori. Ed è così che la signora A., nell'attimo stesso in cui entra in casa per occuparsi delle faccende domestiche, diventa la custode di una relazione, la bussola per orientarsi nella bonaccia e nella burrasca. Con le pantofole allineate accanto alla porta e gli scontrini esatti al centesimo, l'appropriazione indebita della cucina e i pochi tesori di una sua vita segreta, appare fin da subito solida, testarda, magica, incrollabile

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Ennio Flaiano, 10 citazioni per ricordarlo

Ennio Flaiano

Ennio Flaiano, classe 1910, è stato giornalista per testate come “Oggi”, “Il Mondo” e “Il Corriere della Sera”(specializzato in elzeviri) e scrittore vincitore del Premio Strega nel 1947, con il suo romanzo più famoso Tempo di uccidere. Ennio Flaiano è conosciuto anche come sceneggiatore di film memorabili (La strada, La dolce vita e 8½), come critico teatrale e cinematografico e fine umorista. Le sue battute sono ricordate per l’umorismo pungente, a tratti cinico, incentrato sulla descrizione dei comportamenti più assurdi della gente. In sua memoria è stato istituito il Premio Flaiano per soggettisti e sceneggiatori, la cui cerimonia di premiazione si svolge ogni anno nella sua città natale, Pescara

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‘Conforme alla gloria’ di Paolin: il marchio del male

Conforme alla gloria, Demetrio Paolin, Voland 2016

La prima storia di 'Conforme alla gloria' riguarda Rudolf Wollmer, che nel 1985 riceve in eredità dal padre Heinrich, gerarca nazista di stanza a Mauthausen, la villa con tutti i beni. Rudolf, che niente vuole spartire col padre (fa parte di quella generazione successiva al crollo del Terzo Reich che tanto ha combattuto per far dimenticare al mondo l’orrore del nazismo e dell’Olocausto), decide di vendere la casa ma, durante lo svuotamento, s’imbatte in un’opera a dir poco grottesca: La gloria, ossia un “dipinto” altamente simbolico che risulta essere composto di pelle umana.

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Perché “La scuola cattolica” ha conquistato lo Strega

Albinati La scuola cattolica Premio Strega

L'8 luglio scorso, nella cornice dell'Auditorium Parco della Musica di Roma, il presidente di seggio Nicola Lagioia (già vincitore del Premio Strega 2015 con La ferocia, edito da Einaudi), e Tullio De Mauro, presidente della Fondazione Bellonci, hanno proclamato vincitore del LXX Premio Strega La scuola cattolica di Edoardo Albinati, edito da Rizzoli, con 143 dei 395 voti espressi.

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