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Annalina Grasso

Giornalista, social media manager e blogger campana. Laureata in lettere e filologia, master in arte. Amo il cinema, l'arte, la musica, la letteratura, in particolare quella russa, francese e italiana. Collaboro con L'Identità, exlibris e Sharing TV

Cannes 2017: vince il film svedese ‘The Square’ di Ruben Östlund

cannes 2017

Il Festival di Cannes 2017 si è concluso ieri 28 maggio con l'assegnazione della Palma d’oro al film The square del regista svedese Ruben Östlund, pellicola provocatoria che ritrae la società contemporanea attraverso il personaggio di Christian, un curatore d'arte moderna e uomo di sano principi morali. Mentre lui sta preparando una mostra che vorrebbe essere un invito all’altruismo alla solidarietà, una serie di eventi surreali come il furto del suo cellulare, un gravissimo errore di comunicazione dei suoi collaboratori lo sprofonda in una crisi esistenziale.

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Marcel Proust, botanico morale: una cronaca (severa) dal 1922

Proust

La celebrità letteraria di Marcel Proust va diffondendosi rapidamente oltre i confini francesi, e già, da tutte le parti d’Europa, piovono studi ed analisi intorno alla peculiarità di quest’arte, che a molti sembra una rivelazione straordinaria. Anche in Italia non mancano, specie fra i letterati, gli entusiasti, e state pur certi che fra poco cominceranno a comparire libri à la manière di Marcel Proust; che anzitutto codesta «maniera» sembra prontamente acquisibile, e poi c’è la fatalità delle mode letterarie, alla quale pare estremamente difficile sottrarsi. Dopo l’ora di Rolland e quella di Claudel, sta appressandosi anche in Italia il quarto d’ora di Proust. Non sarà dunque inutile che ne diciamo qualcosa pel grande pubblico, il quale non sa ancora precisamente di che cosa si tratti.

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‘On the milky road’, il surrealismo provocatorio di Emir Kusturica

Kusturica

Ci fu un tempo felice in cui Kusturica guariva le piaghe delle vittime del cinema cosiddetto d’autore. Non è un mistero, infatti, che nel ventennio 1980-2000 i suoi film straripanti di energia visionaria vinsero i massimi festival toccando il vertice con un capolavoro assoluto come Underground. Separatosi dal geniale musicista Bregovic, invischiato in aspre polemiche politiche, trascinato da uno stile di vita eccessivo e sregolato, però non avaro di contanti e onori, il cineasta bosniaco (però filo-serbo) in seguito si era pressoché ritirato prima di riemergere l’anno scorso con On the Milky Road, che alla Mostra di Venezia fece l’effetto di uno schiaffo in faccia ai sostenitori di un suo definitivo tramonto.

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Master in Critica giornalistica Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico: al via le iscrizioni

L’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico” apre le iscrizioni per l’edizione 2017/2018 del Master di primo livello in Critica Giornalistica. Il progetto vanta sin dal suo esordio nel 2006 la partnership del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani; nel 2008 il patrocinio del Consiglio Internazionale dell’UNESCO per il Cinema, la Televisione e la Comunicazione Audiovisiva (CICT), nel 2009 ha ricevuto il nulla osta dal Ministero dell’Istruzione – Direzione Generale per l’Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica - che lo ha accreditato come Master di I Livello in grado di offrire un titolo di studio riconosciuto e l’attribuzione di 60 crediti formativi.

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Dott. Renato Quaglia, direttore del progetto Foqus a Napoli: “Le periferie non sono solo aree di criticità, ma anche possibili spazi di trasformazione di una città”

foqus

L'ammirevole ed esemplare progetto Foqus ha avvio nel 2014, nel cuore dei Quartieri Spagnoli. Si tratta di un progetto sperimentale di rigenerazione delle funzioni e della destinazione dell’intero ex Istituto Montecalvario. Foqus ha avviato il recupero di diverse parti dell’edificio e la formazione di alcuni gruppi di giovani e donne verso esperienze di auto-imprenditorialità, per creare nuova occupazione, costruire nuove imprese cooperative, ospitare imprese indipendenti, pubbliche e private, tutte impegnate nei campi della formazione, dell’istruzione, delle industrie culturali e creative e dei servizi alla persona.

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In morte di Jonathan Demme, eclettico regista degli indimenticabili “Il silenzio degli innocenti” e “Philadelphia”

Demme

Il segreto della versatilità di un cineasta come Jonathan Demme, morto lo scorso 26 aprile a New York a causa di un tumore all’esofago di cui era affetto da tempo, sta nell’impronta decisiva della sua formazione professionale. Nato a Rockville Centre nello stato di New York il 22 febbraio 1944 e trasferitosi a Long Island in Florida con la famiglia all’età di quindici anni, sostituisce subito, infatti, allo scarso interesse per l’università la passione per il cinema e per la critica cinematografica in particolare e dopo avere terminato il servizio militare riesce ad entrare nello staff del celebre produttore Joseph E. Levine in qualità di agente pubblicitario. Facendo la spola tra New York e Londra per procacciare investimenti alla United Artists ha la fortuna d’essere presentato alla fine degli anni Sessanta al connazionale Roger Corman, creatore e gestore della mitica Factory, la più prolifica macchina da cinema indipendente mai esistita che ha allevato una nutrita serie di maestri da Coppola a Scorsese e prodotto centinaia di film commerciali, un tempo liquidati con l’etichetta della serie B o dell’”exploitation” e oggi rivalutati nel segno del gusto dell’invenzione linguistica e dell’efficacia della serialità a basso costo. Proprio il vulcanico e geniale Corman, dopo averlo utilizzato in varie mansioni, gli offrirà così la possibilità di scrivere e dirigere “Femmine in gabbia”, il film ribellistico dai risvolti voyeuristici che nel 1974 segna il suo esordio.

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Italo Calvino e la fiaba italiana

fiaba italiana

La fiaba, secondo Tommaseo, è un genere letterario affine alla favola, una novella da raccontare a dei ragazzi, dove entri del meraviglioso. La fabula per i romani era sinonimo di dramma e Tommaseo ne estende la sinonimia alle fiabe, come erano intese a Venezia nel Settecento e spiega che esse sono dei "componimenti drammatici fondati nel meraviglioso dei racconti popolari", e indicando per affinità la parola "ciance".

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