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Vittorio Sereni e T.S. Eliot: un’affinità poetica inesplorata

Sereni e Eliot

Quella di Vittorio Sereni è una delle voci più rappresentative del panorama letterario novecentesco in Italia. Inquieta e irrisolta, la sua opera poetica registra i movimenti (intimi e non) che accompagnano il prepararsi del secondo conflitto mondiale, gli anni della guerra e il periodo postbellico. Chiamato alle armi nel 1941, nel luglio del '43 viene fatto prigioniero a Trapani dalle truppe Alleate insieme al suo reparto e trasferito in Nord Africa : iniziano così due anni esatti di prigionia (24 luglio 1943-28 luglio 1945), che Sereni trascorre tra Algeria e Marocco, perennemente attanagliato dalla sensazione di essere stato tagliato fuori dalla Storia, dalla giovinezza e dalla vita.

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‘Demian-Storia della giovinezza di Emil Sinclair’, di Herman Hesse, un romanzo di formazione che racconta l’attesa della Storia

Demian romanzo

Il grande scrittore Hermann Hesse, nel suo libro d'esordio Demian, descrisse in modo unico le inquietudini sotterranee della gioventù che si immolò al macello della Grande Guerra, tra fatuo benessere, assenza di futuro e attesa della Storia. Il genio, in tutte le molteplici manifestazioni della Mente, trova nella propria perenne attualità uno dei suoi postulati fondamentali.

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Il vero Oscar Wilde: apologeta del dolore. Un’analisi del ‘De Profundis’

Wilde

Siete sicuri di sapere davvero chi fosse Oscar Wilde? Dico a quelli che sventolano i suoi libri, agli uomini di marketing che abusano dei suoi aforismi, ostentano le sue frasi e civettano con il suo personaggio, adulandolo ed emulandolo. A ben vedere, la versione di Wilde che viene proposta e che va per la maggiore oggi delinea davvero il profilo di un profeta del nostro tempo: prima del Novecento stabilì l’evasione dell’arte dalla morale e consumò il divorzio tra Bello e Buono; frequentò i salotti prima che questi fossero proiettati in Tv, precorrendo la figura dell’intellettuale-divo, conversatore mordace e col gusto dello scandalo e del paradosso; infine, con il suo stile di scrittura, fatto di aforismi fulminanti e caustici, precorse l’epoca di Twitter e di Facebook. Ma se davvero la vita di Wilde fu un’opera d’arte, come recitava una frase in odore di estetismo, ripresa da Nietzsche nella Nascita della Tragedia e che stregò D’Annunzio, allora questa storia va raccontata fino alla fine, fino all’ultima riga dell’ultimo capitolo.

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