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Altri mondi

Il cinema “di conflitto” di Elia Kazan

E

Non si può parlare di Elia Kazan senza il grande drammaturgo Tennessee Williams, fondatore insieme a Kazan del celebre Actor's Studio e suo sceneggiatore, il primo un ragazzo beffardo che arriva in America dalla Grecia con il sorriso ingannatore di chi è deciso a farcela a tutti i costi, anche con il rischio di risultare ipocrita e servile, sorriso descritto dallo stesso Kazan in una sua autobiografia e in un suo film che doveva intitolarsi The Anatolian Smile (chiamato poi America America, il ribelle dell’Anatolia), il secondo un ragazzo del Mississippi che non si è mai sentito amato dal padre perché omosessuale, lontano dal prototipo del maschio sano e sportivo americano e dilaniato dalla paura di diventare schizofrenico come sua sorella, ridotta ad un vegetale dopo essere stata lobotomizzata.

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20 anni senza Gian Maria Volonté

Gian Maria Volonte

Venti anni fa, esattamente il 6 dicembre 1994 si spegneva in Grecia, a 61 anni, il grande attore Gian Maria Volonté, stava girando il suo ultimo film, Lo sguardo di Ulisse di Theo Anghelopoulos. Volonté è la dimostrazione di come il mestiere di attore possa contrapporsi al mero intrattenimento, costituendo il valore di un impegno e attivismo che non fossero solo semplice arte recitativa, ma affermazione di un vero e proprio diritto alla riflessione e alla profondità.

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Temi e stile in “Vertigo”, di A. Hitchcock

La donna che visse due volte

Nel 1958, Alfred Hitchcock, all’acme della sua carriera e già consacrato come uno dei registi più amati di sempre di Hollywood, poco prima dei successi mondiali come Intrigo Internazionale (1959), Psycho (1960), Gli Uccelli (1963) e Marnie (1964), dirige un film poco acclamato dalla critica sul momento, ma rivalutato soltanto in seguito, fino ad entrare nel 1998 nella classifica dei cento migliori film statunitensi di tutti i tempi; si tratta di Vertigo. La donna che visse due volte, ritornato al cinema lo scorso anno in alta definizione. Il film è stato prodotto dalla Paramount e diretto da Hitchcock basandosi sul romanzo D'entre les morts (1954), scritto da Thomas Narcejac e da Pierre Boileau.

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“All Things Must Pass”: Il volo di G. Harrison

All things must pass

All things must pass è il disco del definitivo affrancamento di Harrison dall’ombra dei Beatles e del superamento del trauma dovuto alla tormentata separazione. Il tutto non senza polemiche, ovviamente. Nella copertina Goerge è seduto in un prato in mezzo a quattro nani da giardino. Le interpretazioni negli anni sono state molteplici, ma aldilà dei dibattiti dovuti ai presunti messaggi cifrati presenti nella cover (McCartney ha fatto la stessa cosa in Ram e Lennon in Imagine), l’opera in questione è di innegabile bellezza.

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“Mange tes morts” vince il 32° Torino Film Festival

Torino Film Festival

È il francese Mange tes morts (Francia, 2014) diretto da Jean-Charles Hue, il film vincitore della 32esima edizione del Torino Film Festival. Il film, giudicato il migliore dalla giuria del Concorso Internazionale Lungometraggi composta da Ferzan Ozpetek, Geoff Andrew, Carolina Crescentini, Debra Granik e György Palfi, racconta la storia della famiglia Dorkel, facente parte dell’etnia jenisch parigina. Il giovane Jason si prepara al battesimo quando il fratello maggiore Frédéric (Fred) torna da un periodo di detenzione lungo quindici anni. L’uomo non sembra aver imparato la lezione e al suo rientro progetta un nuovo colpo. Con l’aiuto del fratello Mickaël e del giovane Jason, viaggerà sulle tracce di un carico di rame.

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La comicità muta e caotica di Buster Keaton

Buster Keaton

Joseph Francis Keaton (1895-1966) in arte Buster Keaton, attore, sceneggiatore e regista statunitense, che vive il suo periodo d’oro negli anni Venti, è ricordato come uno degli attori comici più importanti del cinema muto americano delle origini. Formatosi nel teatro, grazie anche al supporto dei genitori, anch’essi attori, la sua attività è presto interrotta dalla Gerry Society (un ente attivo contro lo sfruttamento del lavoro minorile) che costringe i genitori a tenere il figlioletto lontano dalle scene dello spettacolo The Three Keaton. Ma le potenzialità del piccolo Keaton non sono sottovalutate, così che la sua carriera teatrale è ristabilita per continuare fino al 1917 quando, ventunenne, passa al cinematografo.

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Bande de filles, di Céline Sciamma

bande de filles

Vivere a Bobigny, in una banlieue nella zona est di Parigi, vuol dire essere sempre disposti ad accettare certe sfide. Certo non si è tirata indietro nemmeno la regista trentaseienne Céline Sciamma (Tomboy) che con Bande de filles, ha voluto, con questo suo terzo lungometraggio, conoscere da vicino questo mondo per poi raccontarcelo, così com'è, senza ricami e senza l'enfasi di chi vuole far presa sullo spettatore. La regista descrive, semplicemente e con estrema verità, cosa possa voler dire vivere oggi a Parigi, essendo donne, nere e povere.

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“Ram”: McCartney và alla carica

Nell’aprile del 1970, a pochi giorni dallo scioglimento dei Beatles, fa la sua comparsa nei negozi un curioso LP con una ciotola e delle ciliegie in copertina, nessun nome. Non appena lo si mette sul piatto si svela l’arcano. La voce e lo stile sono inconfondibili. Si tratta dell’album solista dell’ex bassista dei Fab Four intitolato semplicemente McCartney.

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