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Focus letteratura

Il “Ciciarampa” di Lewis Carrol: traduzione e comprensione dei testi non-sense

Carroll

Secondo Umberto Eco, per poter comprendere un testo è necessario fare ipotesi riguardo al mondo possibile che quello specifico testo vuole rappresentare. Il problema intrinseco a questa affermazione sgorga quando il testo stesso, il testo di base da tradurre, o da leggere, altro non è che la vera e propria creazione di un mondo dell'assurdo, dell'impossibile e dell'inimmaginabile. E, ovviamente, tra i re indiscussi della letteratura del non-sense e del fantastico vi è Lewis Carrol con la sua scaltra Alice. Come formulare, quindi, ipotesi di un mondo possibile, se questo si basa sull'assurdo e sul non-sense?

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L’invasione dei brutti nel romanzo del ‘900 – parte seconda

Federigo Tozzi

Nei romanzi di Federigo Tozzi, persino i personaggi che si presentano positivi, scoprono quasi subito un particolare sgradevole. Ed ecco che l'avvocato Neretti, a quale ricorre il protagonista del Podere Remigio Selmi: egli è un ex compagno di scuola di Remigio che dovrebbe cercare di risolvere i problemi relativi alla difficile successione nella proprietà del podere che Remigio ha ereditato dal padre. Neretti gli insegna però a manovrare in maniera astuta le cambiali e l'ingenuo Remigio non si rende conto che in quei consigli c'è nel losco. Ma, non appena il protagonista della vicenda esca dalla scena, Tozzi fornisce un ritratto dell'avvocato come se volesse smascherarlo

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Fantasy: il tempo immobile del regno dei Faerie

E’ innegabile che la letteratura sia sempre stata affascinata da questo universo fatato, si pensi a Sogno di una Notte di Mezza Estate di W. Shakespeare, nitida dimostrazione del legame indissolubile tra l’umano e il divino. Tuttavia all’inizio del ventesimo secolo comincia una lenta e inesorabile separazione tra il mondo terreno e quello dei Faerie. Quest’ultimo comincia a essere considerato dalla produzione letteraria come un regno “altro”, avulso da una dimensione iper - incantata e iper - distante. Le ragioni di tale allontanamento sono chiare: il reame fatato si configura come un rifugio per l’uomo moderno dalla caotica e stridente era industriale. Gli elfi vivono in armonia con la natura, a dispetto dell’essere umano che, a causa della tecnologia, si è alienato da essa.

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Dio e mistero nell’universo di Gilbert Chesterton

chesterton

Gilbert Keith Chesterton, autore caratterizzato dalla particolare sensibilità per le tematiche religiose e di fede, con L'uomo che fu Giovedi, pubblicato nel 1908, sembra voler cacciar fuori tutte le angosce e paure legate alla figura di Dio. Di un Dio o di Dio? È questa la domanda che forse emerge in questo particolarissimo romanzo, forse mai tanto considerato dalla critica.

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L’invasione dei “brutti” nel romanzo del ‘900: la bruttezza nei romanzi di Tozzi

Federigo Tozzi

Uno dei primi aspetti che emerge leggendo diversi romanzi del' 900 è la bruttezza fisica, (o forse sarebbe meglio parlare di "abbrutimento" dei personaggi) inflitta dai loro autori. Si prenda ad esempio lo scrittore Federigo Tozzi sente impellente il bisogno di esprimere il ricordo, la memoria. Tale bisogno dipende dal fatto che la memoria è il luogo dove si depositano inesorabilmente, paure e angosce che chiedono di essere esorcizzate ed integrate nell'io; chiedono di oggettivare la loro fisionomia dannosa che in questo modo farà perlomeno conoscere il suo potere malefico.

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Personaggi e destino nel romanzo del ‘900

psicoanalisi nel romanzo del '900

"Un divorzio si è consumato tra il protagonista e ciò che gli succede. Si è rotto il rapporto di pertinenza, di legalità tra personaggio e vicenda. Come dire: tra l'uomo e il suo destino". Queste parole del critico Giacomo Debenedetti registrano acutamente i mutamenti dell'assetto del romanzo del '900, muovendosi in quella terra di nessuno nella quale pare essersi lacerato il ruolo storico dell'"epica della realtà" senza che vi abbia trovato spazio l'"epica dell'esistenza".

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La natura politica della letteratura

massimo cacciari

Il novecento è stato un secolo dominato dalle ideologie. Per citare un'opera su tutte, esemplificativa di questo concetto, appare utile ricordarci de Il Novecento. Il secolo delle ideologie di Bracher Karl D., ove si percorrono minuziosamente la genesi e gli sviluppi dei fenomeni totalitari. La letteratura, come tutti i fatti umani, è complessivamente impregnata durante il "secolo breve", utilizzando questa volta la definizione di Hobswan, da tutte le insenature pensieristiche dei fiumi totalitari. Negare la natura politica della letteratura equivale a negare un aspetto sottinteso, un nesso indissolubile e inequivocabilmente sempre presente. L'epica greca, partendo dal trapassato, è diretta, significativamente, alle πόλεις.

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