Albert Camus scrive a gruppi di due: saggio filosofico/romanzo, in cui il romanzo non è altro che l’esplicitazione letteraria di ciò che si è enunciato nel saggio in termini filosofici (Il mito di Sisifo – Lo Straniero; L’uomo in Rivolta – La peste). È nella Peste, romanzo del 1947 che la rivolta dell'uomo contro se stesso, trova il suo culmine. Gli eventi si svolgono in una città simile ad Algeri, Orano, ornata anch’essa da meravigliose e calde coste. L’avvento della peste decimerà pian piano la popolazione, che in un primo momento rifiuterà di considerare l’epidemia una vera pestilenza, e che poi comincerà ad impazzire e a perdersi nelle frivolezze della vita quotidiana.
Read More »‘Hagakure’ del guerriero diventato monaco buddista Tsunetomo: il presente tra le foglie del passato
L'Hagakure è opera capace di guidarci alla scoperta di una realtà affascinante e misteriosa come quella dei samurai, ma anche aiutarci a vivere meglio qui ed ora. Che cos’è Hagakure? Chi è sempre alla ricerca di una definizione univoca rimarrà deluso di fronte a un libro che si presta a molteplici interpretazioni. È il bushidō – 武士道, codice comportamentale e manuale di autodisciplina dei samurai, certo, ma anche lucida testimonianza di un’epoca giunta al tramonto; il testo tristemente noto per aver accompagnato gli aviatori kamikaze nei voli suicidi durante la Seconda Guerra Mondiale, ma allo stesso tempo il diario intimo di un guerriero, Yamamoto Tsunetomo, fattosi bonzo più per necessità che per virtù. E quest’ultimo aspetto, in verità fondamentale, rischia troppo spesso di passare in secondo piano a causa delle forzature e delle interpretazioni contrastanti cui il testo è stato oggetto nel tempo. Il titolo, però, parla chiaro: “al riparo”, “nascosto dalle foglie”, suona in italiano.
Read More »‘L’operaio, il trattato filosofico e metafisico di Jünger. L’operaio come forma sovraindividuale, lontano da qualsiasi ideologia, prima che divenisse categoria sociale
L'operaio affronta i temi centrali del dibattito che la cosiddetta “letteratura della crisi” sviluppa nel periodo tra le due guerre mondiali che concerne la critica della civiltà occidentale, nel contesto culturale di grave crisi dell’Europa. L’operaio di Ernst Jünger, edito nel 1932, costituisce uno dei documenti più rappresentativi della “letteratura della crisi”, vale a dire di quel dibattito ricco e articolato, sviluppatosi nel periodo tra le due guerre mondiali, che concerne la critica della civiltà occidentale, nel contesto culturale di grave crisi dell’Europa. L'operaio affronta i temi centrali di quel dibattito, quali la conclusione di una civiltà e la sua lettura come crisi dell’idea stessa di Zivilisation, intesa come insieme delle norme e dei comportamenti di carattere convenzionale e contrattualistico, la dissoluzione dello stato borghese e dei valori che lo rappresentano, il significato e il ruolo del nichilismo in questo processo di disfacimento, la tecnica e la sua funzione spersonalizzante nei confronti dell’individuo, con i connessi sviluppi antiumanistici e antilluministici, la concezione della storia come destino. Intento di questo lavoro è capire Jünger, e segnatamente L’operaio, da un punto di vista rigorosamente scientifico, individuandone i fondamenti filosofici, ricostruendone struttura e argomentazioni, mettendone in luce la profonda unità tematica. La chiave che consentirà di realizzare questo compito è la metafisica, un termine al quale l’autore, dopo aver condannato al non senso ogni nostalgia filosofica, toglie a priori qualsiasi possibilità d’uso tradizionale – ove, secondo la definizione classica, essa costituisce la scienza prima, ovvero la scienza che ha come proprio oggetto l’oggetto comune a tutte le altre scienze e come proprio principio un principio che condiziona la validità di tutti gli altri -, ma anche qualsiasi connotato genericamente moderno.
Read More »‘Storia di Cristo’, la conversione di Giovanni Papini: una difesa tradizionale contro l’anarchia morale contemporanea
Giovanni Papini ha impresso il proprio nome nella Storia. Con le sue teorie strampalate, i suoi cambi di bandiera repentini e improvvisi ha stupito la cultura del Novecento italiano comparendo nel registro dei più grandi polemisti di tutti i tempi. Battagliero e feroce, si ritrovò ritto sulle barricate del secolo a infiammare il mondo. Ignorato oggi in patria, il suo nome è noto all'estero: uomini come Jorge Luis Borges, Mircea Eliade, o Henry Miller lo hanno letto, amato e ricordato. Perché non dovremmo farlo anche noi? Almeno ricordarlo...Lettore onnivoro e scrittore frammentario dallo stile dissacrante, e dall'animo irrequieto e trasformista, noto per le sue numerose stroncature, l'arrogante Papini è considerato il capo del primo Sturm und Drang italiano. A lui e Prezzolini si devono l’importazione in Italia di intellettuali come il sindacalista rivoluzionario Sorel, e i filosofi Bergson e James. Benedetto Croce fu invece il suo nemico più temibile. Inveì contro i liberali, i socialisti e i preti. Si mosse là dove vi era fervore.
Read More »‘Demian-Storia della giovinezza di Emil Sinclair’, di Herman Hesse, un romanzo di formazione che racconta l’attesa della Storia
Il grande scrittore Hermann Hesse, nel suo libro d'esordio Demian, descrisse in modo unico le inquietudini sotterranee della gioventù che si immolò al macello della Grande Guerra, tra fatuo benessere, assenza di futuro e attesa della Storia. Il genio, in tutte le molteplici manifestazioni della Mente, trova nella propria perenne attualità uno dei suoi postulati fondamentali.
Read More »‘Diario di un delicato’: il testamento letterario e umano in opera diaristica di Drieu La Rochelle
È nel tacito principio di delicatezza che si incorniciano le cose nel silenzio, lasciando il lavoro all’intuizione, sullo stesso solco dove si racchiudono i gesti nell’aura della stasi. È un contegno di attesa nel fluire del tempo, dove il momento è comodo allo sguardo interiore. La grazia viaggia su binari cristallini, nel riguardo dell’emozione di un’altra esistenza. La delicatezza dello scrittore francese Pierre Drieu La Rochelle nel Diario di un delicato non appartiene a un movimento esteriore, quanto a un vero e proprio moto dell’anima.
Read More »‘Giorni di guerra’, il romanzo minimalista di formazione di Giovanni Comisso
Giovanni Comisso scrisse Giorni di guerra nel 1930, rievocando a distanza di tempo la sua esperienza di guerra, alla quale aveva partecipato giovanissimo. Si tratta dunque di un libro di memorie, privo della risentita partecipazione emotiva che caratterizza tante opere scritte subito dopo il conflitto: in esso domina piuttosto il senso di nostalgia con cui Comisso ricorda la propria passata gioventù e la beata incoscienza che gli consentiva di affrontare tanto drammatici e violenti come se si trattasse di un gioco. Anche se l'autore non vuole presentare con Giorni di guerra un documento polemico sull'assurdità della guerra e sull'impreparazione degli ufficiali italiani; tuttavia questi aspetti acquistano, forse proprio per questo, un rilievo notevole e finiscono per offrire una delle testimonianze più oggettive e sincere del conflitto.
Read More »‘Gli stati molteplici dell’essere’ di Guénon: é «il conoscere” e l’“essere” sono le due facce di una medesima realtà»
Con l'opera del 1932 Gli stati molteplici dell'essere Guénon espone la sua visione dei vari livelli di realtà che si giustappongono nella totalità dell'esistenza. A ciascuno di questi livelli corrisponde uno "stato" e lo "stato" umano vi apparirà come "uno stato della manifestazione" accanto a tanti altri. La visione tradizionale, propria di Guénon, rivela in queste pagine l'impalcatura metafisica che la sorregge: un'impalcatura ancora una volta in piena consonanza con la dottrina vedantica, della religione induista, che fra tutte le forme della tradizione sembra essere stata per Guénon la più capace di esporre discorsivamente tale ordine di verità.
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