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Céline nella biografia di Maurice Bardèche, curata da Andrea Lombardi

Non è un saggio per fanatici di Louis Ferdinand Céline, la biografia sul grande scrittore francese di Maurice Bardèche, curata da Andrea Lombardi per la casa editrice Italia Storica da lui fondata.

Bardèche secondo Lombardi è stato uno dei maggiori intellettuali francesi del Novecento. Un saggista, un critico d’arte che, insieme al cognato Robert Brasillach (di cui sposò la sorella Susanne) curò la prima enciclopedia sul cinema, fu poi molto impegnato politicamente nella destra radicale, partendo prima da delle posizioni monarchiche e poi rapidamente virando verso il fascismo. Si definiva proprio uno scrittore fascista, cosa che rivendicò sempre anche nel secondo dopoguerra.

Dal saggio emerge prima di tutto lo straordinario spessore letterario di Louis-Ferdinand Céline che è da considerarsi uno dei maggiori romanzieri del Novecento nonché un rivoluzionario del linguaggio e della letteratura; e in secondo luogo il Céline uomo politico, dalle idee abbastanza confuse.

Un rivoluzionario della letteratura, un cultore dello stile, giocoliere tra enfasi e pause, ma non un grande intellettuale, bensì,, una figura polarizzante nel panorama culturale. Il suo genio stilistico e la sua capacità di catturare ansie e contraddizioni del XX secolo sono indiscutibili. Il lascito di Céline, con la sua prosa innovativa e la sua visione spietata della condizione umana, rimane un punto di riferimento per comprendere le complessità e le contraddizioni della prima metà del secolo scorso.

Proprio in riferimento alla Storia. Bardèche non la rende certamente un fattore irrilevante nella sua analisi celiniana, anzi è la storia a forgiare le biografie singole e collettive. Ne risulta un libro sui generis, non celebrativo di Céline, che cerca di tirare le somme tra le similitudini e le differenze tra l’autore e il suo oggetto di indagine, sotto la guida dell’obiettività. Bardèche non ha timori reverenziali nei confronti dello scrittore francese, non lesina disapprovazioni e critiche, né apprezzamenti soprattutto al genio linguistico di Céline.

Bardèche, partendo dall’infanzia di Cèline, e mostrando come la crisalide divenne farfalla, attraverso le sue fasi della gioventù, le sue fragilità e il suo spaesamento come corazziere che si ritrovano nel capolavoro “Viaggio al termine della notte”, le sue convinzione sul coraggio fisico, considerato da Céline “una mancanza di immaginazione che confina con la miseria psichica”, presenta un Cèline quasi come se fosse un paziente psicologico, un “caso umano” pervaso da fantasmi abortiti, ma pur sempre utili.

Attraverso i suoi romanzi, Cèline ha coltivato nella propria immaginazione, secondo il suo biografo, un angolo di paradiso che ha le sembianze di un’isola infantile dover rifugiarsi quando la realtà ci delude, quando la Storia ci amareggia e distrugge il nostro io. In tal senso è emblematica la Trilogia “Da un castello all’altro, Nord, Rigodon”, tre affannosi romanzi sull’evento che ha più radicalmente sconvolto il nostro mondo: la Seconda Guerra Mondiale e che convalidano la tesi di Bardèche per cui è la Storia a compromettere l’animo umano, la sua integrità, il suo ottimismo. Dappertutto infatti Céline si sente minacciato dalla morte, e sotto mille forme, non solo da pallottole e bombe ma anche da trucchi, trappole, complotti, miseria fisica e morale.

Come Céline, anche Bardèche tenta di svelare i segreti più inconfessabili nell’essere umano Céline, esponendoli alla luce della parola scritta, cercando di essere essenziale e crudo come il suo apprezzato scrittore.

Appare ancora più chiaro come Céline abbia ammaliato svariati scrittori contemporanei: egli non è mai stato uno scrittore impegnato, ma arrabbiato con la civiltà industriale e con ciò che essa ha fatto all’uomo, con gli ebrei perché nella loro civiltà del denaro vede un affare di cui hanno e vogliono mantenere il controllo ed ha orrore per la democrazia. Ma, come ha giustamente notato Bardèche, Céline non è mai stato un animale politico, semmai un misantropo: ha sparato a destra e a manca sugli amici e sui nemici in modo violento, sommario e soprattutto contradditorio, aspetto che ha fortemente contributo al successo presso i colleghi.

 

 

About Annalina Grasso

Giornalista, social media manager e blogger campana. Laureata in lettere e filologia, master in arte. Amo il cinema, l'arte, la musica, la letteratura, in particolare quella russa, francese e italiana. Collaboro con L'Identità, exlibris e Sharing TV

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