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L’oppressione dell’Io in Vuoto di Ilaria Palomba

Vuoto, l'io

Pubblicato da Les Flâneurs Edizioni, Vuoto è il nuovo romanzo della pugliese Ilaria Palomba presentato al Premio Strega 2023. Il romanzo si destreggia fra la dimensione onirica e la costante inquietudine che si sussegue, pagina dopo pagina. Una storia in cui aleggia un senso di morte perpetuo e che, tuttavia, induce alle riflessioni più pure e radicate grazie al viaggio nell’inconscio della protagonista. Personaggio principale del libro una donna, Iris Palmieri, poetessa dominata dalla propria vita disordinata e dall’oppressione del suo stesso Io.  Il contesto in cui Vuoto è ambientato si snoda fra la Puglia e Roma, il tutto nel giro di un anno. Il libro si divide in otto sezioni in cui si evince un certo tipo di continuità fra un capitolo e l’altro, tranne che per l’ultima parte. Un viaggio tra passato, presente e futuro che si sussegue in concatenazioni di eventi fluttuanti, come in una dimensione irreale, che portano la protagonista a sezionare in modo chirurgico la sua psiche, gli avvenimenti del suo passato e le sue emozioni.

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‘Brama’ di Ilaria Palomba, una radiografia della psiche

Brama

Possedere l'altro, primeggiare, schivare le attenzioni di una madre morbosa, meritare il riconoscimento di un padre inarrivabile sono i desideri che animano Bianca, fragile trentenne, ricoverata più volte in psichiatria per i suoi vani tentativi di suicidio e protagonista del romanzo di Ilaria Palomba dal titolo Brama, edita da Giulio Perrone. L'incontro con il filosofo Carlo Brama, ambivalente oggetto di desiderio, rende maggiormente precario lo stare al mondo della vulnerabile Bianca, e le apre un viaggio a ritroso nell'infanzia e nell'adolescenza pugliese, frugando tra i segreti di una famiglia borghese piena di scheletri nell'armadio.

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Gian Marco Capraro. Da Milano a Copenaghen e ritorno con ironia e malinconia

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Osservando le opere dell’artista milanese Gian Marco Capraro, vincitore dei premi Nutrire il pensiero, Accademia di Brera, Premio estate, Villa Moretti, Casaleggio Novara, Salon I, Museo della Permanente, Milano, si nota una evidente versatilità e desiderio di mostrare le varie sfaccettature della pittura e del colore, senza perdersi nelle sue visioni o inseguire nuovi fantasmi che fanno perdere la concentrazione su ciò che si sta lavorando. L’artista, laureato in filosofia e in pittura presso l’Accademia di Brera, erige la tecnica a medium ed è essa a condurlo verso l’opera finale senza lasciarsi trasportare da preconcetti o ideologie. Non a caso uno dei suoi punti di riferimento è lo scrittore Pier Vittorio Tondelli, che di ideologie proprio non voleva saperne, optando come fa Capraro per il minimalismo e l’antinaturalismo. Come il polacco Kantor, Capraro condensa diversi stili della storia dell’arte, concentrandosi soprattutto sul concetto di morte, sul degrado degli oggetti e degli esseri umani

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