Un artista delicato, dolce, onirico, un cantautore ispirato come ormai non se ne incontrano quasi più. Ascoltare Lucio Corsi oggi è rivivere un tempo quasi dimenticato. Una Madeleine de Proust, un ricordo felice che si ripresenta; l’estetica vagamente ispirata a Ziggy Stardust di David Bowie, l’universo musicale che ha sfumature di Ivan Graziani, forse Lucio Dalla e Randy Newman pur mantenendo una linea originale netta. Lucio Corsi piace perché, come i cantautori di un tempo, non si vende al mercato dell’infallibilità ma fa poesia cantando la natura che lo circonda.
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