Lo stigma del pensiero dominante verso la sovranità è radicato nel neoliberismo, che ha generato un impoverimento materiale e identitario. Eppure, nonostante la censura, il sovranismo è oggi il sintomo del bisogno di una politica che si occupi del popolo, disorientato da una società sempre più instabile. Forse per inveterata ignoranza, forse per ottuse convinzioni, forse – ancora – per quella piaggeria tutta nostrana di compiacere il pensiero dominante per nascondersi nella palude superba della maggioranza, quando parliamo di sovranità spesso affiorano alla mente accostamenti cabalistici a fenomeni considerati tra i più nefasti e negletti della storia: sovranità diventa così sinonimo di nazionalismo, di fanatismo, di sciovinismo, di fascismo e finanche di nazismo.
Read More »Premio La Quara: al via l’edizione 2019
Agosto è il mese del Premio La Quara, che anno dopo anno cresce fino a diventare un piccolo festival letterario a tutti gli effetti. L'evento prenderà avvio venerdì 23 agosto alle 17.30 con l'incontro con la giornalista e scrittrice Paola Brianti, intervistata dal presidente di giuria Antonio Ferrari, partendo dal suo ultimo romanzo "Parmigianino, il mistero di un genio"(Albatros).
Read More »Silvia Idili, artista che coniuga Rinascimento e Metafisica: “i miei lavori alla ricerca del proprio io”
Artista neo-metafisica, visionaria, gotica, realista magica di tradizione rinascimentale: si rispecchia in tutti questi termini l’artista sarda, milanese d’adozione, Silvia Idili, estimatrice al contempo di Leonardo da Vinci e di Giorgio de Chirico, ma certamente rappresenta un’arte che sa di nuovo, un’arte ipnotica, magnetica, che ha a che fare con il nostro inconscio e con il nostro modo di rapportarsi con l’assoluto e la realtà.
Read More »‘Gli ultimi furono i primi’, la Venezia desolata e fuori dal tempo di Gino Rocca
La prima ispirazione a scrivere il romanzo Gli ultimi furono i primi (Premio Bagutta 1931) è probabile che allo scrittore e giornalista Gino Rocca fosse venuta da una riflessione comune: Venezia città fuori dal tempo. In effetti la letteratura narrativa e poetica su Venezia, dalla fine dell’Ottocento ai primi anni nel Novecento, ha avuto il marchio delle sontuose pagine barresiane della Mort de Venise, nonché di D’Annunzio e Ruskin, i quali hanno celebrato il morboso disincanto della città lagunare che a Barrès faceva venire persino la febbre.
Read More »‘Codice siciliano’, il linguaggio musicale e sinuoso di Stefano D’Arrigo
Alla fine del 2015 Mesogea ci ha restituito (dopo 37 anni: la prima edizione è del 1957, Scheiwiller, la seconda del 1978, Mondadori) Codice siciliano, il solo libro di poesie di Stefano D’Arrigo (1919-1992), curato e introdotto da Silvio Perrella. È un libriccino color verde acqua, 89 pagine, che in libreria quasi si nasconde sugli scaffali, pur magri, della poesia.
Read More »Octavian Goga, il poeta-vate irredentista della Transilvania
La Transilvania di Octavian Goga è un quadro dipinto coi pastelli arcadici di verdi boschi di abeti e di campi falciati, morbidi e lisci come la seta, inondati dal sole sotto l’azzurro del cielo trapunto di farfalle svolazzanti. Ma il genius loci transilvano si rivela anche nelle tinte fosche di un paesaggio inospitale: “Alle pendici oscure dei Carpazi dove c’è suono di campane e accette ed esce l’orso a passeggiare” Qui, nel villaggio di Rășinari, lungo il confine rumeno dell’Impero asburgico, nasce nel 1881 Octavian Goga da Iosif, pope, e Aurelia, maestra. Studia con difficoltà al liceo ungherese di Sibiu: i risultati deludenti e uno scontro con il professore di storia lo spingono a trasferirsi al liceo rumeno di Brasov. Intraprende gli studi presso la facoltà di Lettere e Filosofia di Budapest. Lascia l’università nel 1904 senza aver conseguito alcuna qualifica accademica. Un avvenimento fondamentale per la sua evoluzione intellettuale è rappresentato dalla collaborazione con la rivista Luceafărul, pubblicata nella capitale ungherese dagli esuli rumeni.
Read More »Ada Negri, graffiante e solitaria poetessa osteggiata dal mondo
Ada Negri nacque a Lodi il 3 febbraio 1870. Rimasta orfana del padre all'età di un anno, dovette adattarsi a vivere nelle misere stanzette della portineria di casa Barni, dove la nonna svolgeva compiti di portinaia; la madre, Vittoria Cornalba, lavorava presso il lanificio per far studiare la piccola "Dinin".
Read More »La morte di un carabiniere non può dividere l’Italia
La vicenda del carabiniere ucciso nelle scorse ore ha più punti oscuri che certezze, domande che – data la dinamica così poco usuale dei fatti – non possono non sorgere nell’opinione pubblica. Chi era l’uomo che ha richiesto l’intervento dell’Arma per rientrare in possesso dello zaino trafugato dai due studenti americani? Cosa consente a due turisti statunitensi, appena maggiorenni, di sentirsi così sicuri – a mille miglia da casa – da sfidare quello che nell’immaginario comune è, nel migliore dei casi, un delinquente di mezza tacca, certo, ma sicuramente inserito all’interno del tessuto criminale di una città che per i due dovrebbe essere del tutto sconosciuto? Com’è possibile che un ragazzino della Los Angeles bene, viziato, coccolato, prepotente: in soldoni un bamboccione, riesca a sferrare otto, dico otto, coltellate fatali ad un carabiniere addestrato?
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