«Noi diventiamo ciò che vediamo. Diamo forma ai nostri strumenti e poi i nostri strumenti danno forma a noi». Quando si affronta l’analisi del contenuto di un determinato medium è angolare affidarsi al pioniere degli studi sui variegati strumenti di “rivoluzione” di massa, che introiettano automaticamente il messaggio di chi se ne serve: Marshall McLuhan. La televisione – medium glaciale, che ha bisogno di una partecipazione capitale per poter agire in maniera invasiva – è stata corteggiata e poi stuprata dai social media e dal web, venendo addirittura ammanettata dalle app per smartphone e dai sistemi digitali on demand, che creano un riciclo continuo dei suoi contenuti.
Read More »‘Perché il cielo è di tutti e la terra no?’ di Giuseppe Stampone in mostra al CIAC di Foligno fino al 30 settembre 2018
La mostra Perché il cielo è di tutti e la terra no? di Giuseppe Stampone ospitata dal CIAC Centro Italiano Arte Contemporanea di Foligno dal 24 marzo al 30 settembre presenta la produzione recente dell’artista con diversi suoi lavori legati ad alcuni temi-‐chiave che va sviluppando da tempo: la dilatazione e la riappropriazione del proprio tempo intimo, tramite disegni stratificati, eseguiti con la penna BIC in nero, rosso e blu, di immagini iconiche prese dal web e rielaborate in pezzi unici in un processo di ribellione alla dittatura dello spazio-‐tempo frenetico in cui tutti siamo immersi; la reinterpretazione di quadri storici in chiave contemporanea con la denuncia del fenomeno migratorio e della estrema povertà di grandi fasce della popolazione mondiale; la battaglia per una educazione globale, attraverso mappe, guide turistiche e abecedari, che invitano a riflettere su temi attuali come le migrazioni, le risorse idriche, le guerre.
Read More »‘Doppio amore’, il thriller erotico di Ozon che si compiace delle proprie visioni a scapito delle narrazioni
Incurante del fatto che i critici d’antan usavano puntualmente l’espressione “cinema ginecologico” per stroncare i film di Tinto Brass e affini, Ozon esordisce quasi subito con uno zoom all’indietro dello speculum dall’interno di una vagina seguito dal fulmineo taglio di montaggio che riprende in verticale il dettaglio di un occhio della paziente. In quanto all’interpretazione della sequenza ambientata in uno studio medico, gli spettatori sono lasciati del tutto liberi (azzardiamo: il sesso sta nello sguardo?). Per Doppio amore, dunque, le reazioni del pubblico saranno forti e divise già dall’incipit, ma in ogni caso il resto del film non stacca mai il pedale dalla sistematica esasperazione dei temi cari al regista: il sesso, la cartografia dei desideri segreti, i trompe-l’oeil tra sogno e realtà, i disturbi ossessivo-compulsivi, la tematica del doppio e una spirale di incubi riverberati da quadri, arredi, finestre e, guarda caso, un’infinità di specchi nella “pupilla” della macchina da presa in qualche modo assimilata al dilatatore corporeo dell’inizio. Trasponendo a Parigi un racconto dell’americana J. C. Oates, l’autore di Sotto la sabbia, Angel e Frantz dà fondo alle sue innegabili e talvolta esaltanti doti d’eleganza formale e raffinatezza compositiva per allestire l’ennesimo thriller erotico tipico di un cinéfilo edipico sotto perenne influenza di padri geniali quanto ingombranti (Bunuel, Hitchcock, Polanski, De Palma, Cronenberg) da cui, però, non riesce mai a liberarsi e quindi simbolicamente a uccidere.
Read More »Far East Film Festival, il viaggio nel lontano Est dal 20 aprile: il cinema tra vent’anni
Il viaggio nel “lontano Est” si apre venerdì 20 aprile, con il super spy thriller coreano Steel Rain e il dramma malesiano Crossroads: One Two Jaga, per chiudersi il 28 aprile con il war thriller indonesiano Night Bus. Vent’anni fa. Sul tema è stato già detto tutto, forse anche di più. Canzoni. Aforismi prêt-à-porter. Libri. Film. La nostalgia ti aspetta dietro l’angolo, pronta a tenderti un agguato, ed esiste un unico modo per evitarla (o, quantomeno, per attutirne l’impatto): trasformare “vent’anni fa” in “tra vent’anni”. Ecco perché il Far East Film Festival, simulando una certa noncuranza di fronte a quel 20 che campeggia nel logo, ha scelto di muoversi lungo una linea diversa. Lontana dalle tentazioni autocelebrative, lontana dal reducismo e, pur senza disporre dell’apposita sfera di cristallo, indirizzata verso il futuro: cos’è il cinema oggi e cosa sarà, appunto, tra vent’anni?
Read More »‘Fuoco fatuo’: dal romanzo di La Rochelle al film di Joachim Trier ‘Oslo, 31 agosto’, uno scrigno di solitudine minimalista
'Perché?', è la domanda che segue una morte improvvisa - ma un suicidio è davvero imprevedibile? Ci si può intromettere o si assiste e basta a un gesto di libertà talmente autentico e disperato da essere uno degli ultimi tabù della nostra civiltà? Una pallida estate, un volto luminoso in una notte sottile e limpida come dopo un pianto, una città viva, ma riservata, i tram che scivolano sui binari, la fauna discreta, quindi i parchi grandi e vuoti nelle prime ore del mattino. Sopra tutto ciò quella domanda riecheggia: “perché?”. L’ambientazione spaziotemporale scelta da Joachim Trier per riadattare Fuoco fatuo, romanzo del 1931 di Pierre Drieu La Rochelle, è riassunta nel titolo del suo film: Oslo, 31 Agosto. Non la lirica maestosa della Parigi novembrina del romanzo francese, ma uno scrigno di solitudine minimalista, tuttavia coerente con la finezza originale.
Read More »Il Principato di Monaco sceglie l’arte italiana: grande successo dell’artista Cesare Catania
L’artista Cesare Catania torna a esporre a Montecarlo. Dopo aver più volte stupito la critica e la stampa di tutto il mondo, dopo aver ricevuto da alcune riviste inglesi il soprannome di “Moderno Leonardo da Vinci”, l’artista italiano Cesare Catania torna a esporre a Montecarlo con due opere uniche nel loro genere. Verranno presentate ufficialmente per la prima volta a livello internazionale la sconvolgente scultura intitolata “L’Uomo che non Vede” e il raffinato ed elegante dipinto intitolato “L’Arlecchino nella Terra dei Giganti”. «L’uomo vive ciecamente nella società che lo circonda….» Questa la riflessione dell’autore che commenta la propria scultura: un’opera d’arte che sembra letteralmente fuoriuscire dalla tela.
Read More »Addio a Vittorio Taviani, protagonista del cinema italiano impegnato, registratore, insieme al fratello Paolo, della verità poltica e sociale italiana
È morto a Roma, malato da tempo, il grande regista Vittorio Taviani, 88 anni, che con il fratello Paolo ha firmato capolavori della storia del cinema italiano da Padre Padrone (Palma d'oro a Cannes nel '77) a La Notte di San Lorenzo a Caos fino a Cesare deve morire (Orso d'oro a Berlino). Lo annuncia all'Ansa una delle figlie, Giovanna. Per volontà della famiglia non ci saranno camera ardente né funerali. Il corpo del regista verrà cremato in forma strettamente privata.
Read More »Addio a Milos Forman, sarcastico ed umanissimo narratore di celebrità ribelli, premio Oscar per l’indimenticabile ‘Qualcuno volò sul nido del cuculo’
È morto a 86 anni il regista di origine ceca Miloš Forman, vincitore di due premi Oscar come miglior regista nel 1976 per Qualcuno volò sul nido del cuculo e nel 1985 Amadeus, per i quali vinse anche due Golden Globe. A questi se ne aggiunge un terzo, vinto nel 1996, per Larry Flynt - Oltre lo scandalo. Ma l'eccezionale carriera di Miloš Forman affonda le radici nella Cecoslovacchia comunista, quando, assieme a un gruppo di altri giovani registi diede vita alla Nouvelle Vague praghese, la Nová VIna. Jan Tomas Forman, quello il suo vero nome, era nato a Cáslav, una piccola citta ad est di Praga, il 18 febbraio 1932 nella allora Cecoslovacchia, suo padre fu arrestato dalla Gestapo quando il bambino aveva 8 anni e deportato nel campo di concentramento di Buchenwald, dove morì. Stesso tragico destino anche per la madre morta a Auschwitz, il ragazzo e i suoi fratelli vennero cresciuti dagli zii. Dopo avere studiato regia alla Scuola di Cinema di Praga, negli anni Sessanta Forman si fece conoscere per alcuni film premiati ai principali festival internazionali; L'asso di picche (1963), a Locarno, Gli amori di una bionda (1965), manifesto della Nova Vlna praghese, e Al fuoco, pompieri! (1967), che fece scandalo suscitando le proteste dei vigili del fuoco cecoslovacchi e vietato dal presidente Novotny.
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