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Altri mondi

“Superfly”: La rovente denuncia di Curtis Mayfield

In pochi casi una colonna sonora è decisamente migliore del film cui fa sfondo; Superfly è uno di questi. Il film omonimo, uno dei primi esempi di blaxploitation (genere nato nei primi anni ’70 concepito e realizzato da e per gli afroamericani ed incentrato sulla vita disagiata dei ghetti neri, antesignano del moderno gangsta), non è proprio una pietra miliare del cinema.

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Frank Capra, cantore del New Deal e dell’America fiduciosa

Frank Capra

Il regista di origine italiana Frank Capra è stato il vero cantore del New Deal e dell'America fiduciosa, cui è stato anche affidato il compito, nel momento dell'entrata in guerra, di spiegare ai connazionali le ragioni del conflitto con la serie di sette film di montaggio Perché combattiamo (1942-45), dopo aver girato successi come La donna del miracolo (1931) satira sulle sette protestanti in America interpretato da Barbara Stanwyck, attrice protagonista anche nel surreale Proibito (1932), il realistico e fiabesco Signora per un giorno (1933), realizza il celeberrimo Accadde una notte (1934)

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PJ Harvey, tra maschera e scrittura

Chi è PJ Harvey? Un'immagine sfocata eppure così incisiva, così contemporanea. Polly, sin da piccola impara a suonare il sax e ciò l'avvicina inizialmente al blues, primo vero amore, ma si lascia inevitabilmente influenzare dai generi più diversi, oltre al rock, lo stoner, poi il trip-hop e la nu-new wave senza mai perdere il file rouge che, crescendo, caratterizzerà sempre i suoi dischi.

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Il cinema scandinavo tra il 1921 e il 1964: Sjöström, Dreyer, Molander, Sjöberg

Sjostrom

Il cinema scandinavo ha tentato più volte, per fattori economici, di esportare film e autori, una cultura propensa allo scavo psicologico, all'introspezione, che hanno lasciato delle tracce evidenti nel cinema tedesco e anche on quello americano, dato che è stata la peccaminosa Hollywood a chiamare alla sua corte attori del calibro di Greta Garbo, Lars Hanson, registi come Mauritz Stiller e Victor Sjostrom

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“Elvis Presley”: la nascita di un mito

Dopo le prime, storiche, incisioni per la Sun Records di Sam Phillips, l’allora vent’enne Elvis Presley era già un uomo da 35.000 dollari. Tale infatti è la somma sborsata dalla RCA per accaparrarsi la voce, le movenze, i diritti e l’istinto del giovane artista di Tupelo. Questa manciata di registrazioni effettuate per la piccola label di Memphis, unitamente alle prime incendiarie esibizioni nei teatri locali, avevano, infatti, contribuito a ridefinire i parametri della musica giovanile degli Stati del Sud. Del resto Elvis aveva delle caratteristiche che nessun cantante fino ad allora aveva mai posseduto.

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“Rumours”: i tormenti dei Fleetwood Mac

Dopo aver attraversato una marea di peripezie ed una pletora di formazioni, i Fleetwood Mac si ritrovano, alla metà degli anni ’70, davanti ad un bivio epocale: rimanere una band underground o entrare definitivamente tra i grandi del rock. La scelta ovviamente cade sulla seconda ipotesi quindi, da oscuri interpreti di puro British Blues derivanti da una costola dei Bluesbrakers di John Myall, il gruppo si trasforma in una sfavillante fabbrica di puro pop.

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La potenza visiva di Akira Kurosawa

Kurosawa

La conoscenza del cinema nipponico in Occidente risale alla Mostra di Venezia del 1951, anno della proiezione di Rashomon di Akira Kurosawa che si aggiudica il Leone d'oro e l'anno successivo l'Oscar come miglior film straniero. Il film riflette sulla natura dell'uomo e sulla sua predisposizione alla menzogna, guidata: verità e desiderio di giustizia non contano, conta solo la salvaguardia del proprio onore. Ma Kurosawa va oltre, e riflette su un'altra forma di menzogna che è l'immagine del cinema stesso.

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