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Tag Archives: letteratura italiana

Castelli di rabbia, di A. Baricco

Castelli di rabbia è la prima opera narrativa di Alessandro Baricco, edita dalla casa editrice Rizzoli nel 1991 e vincitrice del Premio Campiello e del PrixMédicisétranger 1995. Il titolo ha una duplice valenza semantica: l’immagine del castello rappresenta i sogni infranti, la tendenza utopica all’infinito, tipica dell’infanzia, che inesorabilmente termina in un abisso di dolore e nell’inevitabile scontro traumatico con la realtà; la rabbia è una componente caratteriale di tutti i personaggi della storia, elemento che viene sottolineato da un linguaggio molto forte e, sovente, da scene di grande intensità. Ne è un esempio l’episodio della morte del signor Andersson, socio in affari e amico del protagonista, il Signor Rail

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Carlo Dossi: il conte scapigliato

Carlo Dossi

Alberto Carlo Pisani Dòssi, nasce nel 1849 a Zenevredo, un piccolo paese in provincia di Pavia dove i Pisani-Dossi possiedono proprietà terriere. Ben presto però lo scrittore abbandona Zenevredo per trasferirsi a Milano per iscriversi alla scuola media; a Milano, terminati gli studi, partecipa giovanissimo al movimento della Scapigliatura; scrive articoli sui periodici locali e dal 1867 pubblica in proprio la rivista “Palestra Letteraria, Artistica e Scientifica” a cui collaborano scrittori come Francesco Domenico Guerrazzi, Giuseppe Rovani e Giosuè Carducci. Gli anni tra il 1868 e il 1870 vede la sua presenza assidua tra gli scapigliati milanesi.

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‘Il sentiero dei nidi di ragno’, l’antiretorica partigiana di Italo Calvino

Italo Calvino

Il sentiero dei nidi di ragno si presenta come una delle opere più significative di Italo Calvino; è infatti attraverso questo suo primo romanzo che Calvino nasce e si afferma come scrittore. Il libro viene pubblicato per la prima volta nell’ottobre del 1947 nella collana i Coralli dell’editore Einaudi di Torino. La storia narra di un bambino, il piccolo Pin, che vive l’intenso e cupo dramma della guerra, in cui tutte le vicende umane vengono collezionate dagli occhi del bambino che le interpreta con la sua visione ingenua e propria di un monello sfacciato e ingenuo

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Domani niente scuola, di Andrea Bajani

Andrea Bajani

Domani niente scuola è il risultato della sua avventura, una sorta di diario, un taccuino usato per raccogliere momenti, sensazioni e reazioni. La porta per accedere non alla vita di un gruppo di adolescenti con il mito della vita facile, delle marche, degli stereotipati “velina e calciatore”, bensì un percorso fatto con persone che hanno deciso di abbassare i muri della diffidenza ed accogliere tra loro un ex studente, rendendolo in modo complice uno di loro.

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‘Gente nel tempo’, lo stile coraggioso di Bontempelli

Massimo Bontempelli è senza dubbio uno scrittore tutto stile come dimostra, probabilmente più di ogni suo altro romanzo, Gente nel tempo (1937), sua ultima fatica. Perchè Bontempelli può essere definito uno scrittore di tutto stile? Per il suo modo semplice di raccontare cose complicate. In Gente nel tempo, lo scrittore lombardo stabilisce rispettivamente la natura del complicato e del semplice e i loro mutui rapporti, inventando, come dice il critico Debenedetti, dei casi complicati per forza di immaginazione e li rende semplici per forza di fantasia.

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Vasco Pratolini e il realismo della parola

La parola, per Pratolini, è alla base di ogni forma d'arte, dalla letteratura al racconto cinematografico. Tra la fine degli anni '40 e gli inizi degli anni '50, fu sceneggiatore e soggettista cinematografico, collaborando a fianco di registi come Visconti e Rossellini, proprio quando il suo linguaggio smetteva di essere puramente letterario. Linguaggio letterario che, per giunta, subisce diversi mutamenti, a predominare è, infatti, l'imperfetto, l'incertezza, in una sintassi in cui le azioni seguono un ordine stabilito; tant'è vero che in "Cronache di poveri amanti" utilizza addirittura il presente storico. I dialoghi sono diretti ed il ritmo fluido, solo le frasi presentano toni non perfettamente decifrabili e su cui lavorare, come se la penna, a volte, perdesse in verità. Nonostante questo, eredita dall'arte classica, quello stile che traduce un preciso modo di sentire e di pensare. Con Le ragazze di San Frediano, scritto nel 1948, ad esempio, si ha un richiamo della tradizione novellistica del trecento, è infatti palese l'ispirazione a Boccaccio.

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Domenico Rea, il narratore di “Nofi”

Domenico Rea

A vent’anni dalla scomparsa di Domenico Rea, scrittore e giornalista italiano, la figlia Lucia sceglie di dedicare al padre un sito internet; non un convegno, non un tout court, ma un archivio online per mantenere vivo il suo ricordo. Non possiamo di certo parlare di un’operazione esaustiva data la mole della sua produzione e forse sarebbe anche riduttivo limitarsi solo ad essa per ricordare il noto scrittore. Per tale motivo e soprattutto grazie alla facile consultazione, il sito vuole offrire al lettore un’idea generale del pensiero di Rea, descrivendo non solo la sua vita e le origini, ma i motivi che hanno spinto l’autore a cimentarsi in questo campo; una sorta di esempio dunque reso più interessante anche per l’inserimento di una sezione in cui si dà voce all’autore stesso. Il tutto ovviamente è facilitato da alcune foto personali e, come è ben noto, un racconto attraverso le immagini in Internet seduce e attira l’attenzione.

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Dieci giorni, di Maura Chiulli

Maura Chiulli

Dieci giorni di Maura Chiulli ha la forza di un pugno nello stomaco. I tre episodi che compongono il romanzo sono storie estreme che coinvolgono protagonisti altrettanto al limite. Tuttavia il sapore acre delle pagine, a tratti, lascia fuggire uno spiraglio di dolcezza e speranza che però fa subito i conti con il cinismo della vita, sempre pronta a chiedere lo scotto.

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