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Opere del ‘900

L’imbroglio, i ritratti ‘fisici’ e ‘squilibrati’ di Moravia

erotismo di Alberto Moravia

Dialogo, ritratto, descrizione, scelta del soggetto, credibilità e trascrizione del tempo: sono questi gli elementi principali che caratterizzano un romanzo, e senza dubbio i romanzi di Alberto Moravia combinano efficacemente questi ingredienti fin dalla sorprendente esplosione degli Indifferenti dove si agglomeravano e collaboravano spontaneamente come del resto nel romanzo breve L'imbroglio (Milano, 1937) che ci offre cinque saggi che danno vita ad un blocco narrativo organico e compatto. Tale coesione tuttavia è frutto di uno squilibrio interno che imprime al racconto il ritmo accelerato a un tempo e sospeso; squilibrio che è la molla drammaturgica delle sceneggiature di Moravia e che si caratterizza come un rapporto originale tra ciò che i personaggi sono e ciò che fanno.

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Storie di fantasmi per il dopocena, di Jerome Klapka Jerome

L'umorista inglese Jerome Klapka Jerome (WalSall, 2 Maggio 1859- Northampton, 14 Giugno 1927) ci offre un quadro davvero colorato di suggestioni, racconti avvincenti, imprese goliardiche ma anche spaventose e macabre, nelle sue Storie di fantasmi per il dopocena (pubblicato nel 1891). Si tratta di brevi racconti avventurosi rivolti al diletto del lettore medio, che lo avvicinano alla lettura grazie alla rappresentazione del quotidiano. Questo tipo di lettura, veloce e comprensibile, poteva essere fatta in treno o mentre ci si recava a lavoro, ad esempio. Si può dire che Jerome K. Jerome appartiene a quella cerchia di autori riconosciuti come scrittori ''da treno'', assieme ad Arthur Conan Doyle, Rider Haggard e molti altri.

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‘Diario di un parroco di campagna’ di Bernanos: quando la fede non rassicura

Diario di un parroco di campagna

L'opera Diario di un parroco di campagna dello scrittore francese Georges Bernacos, è una storia d'altri tempi, il racconto di un qualunque paese, che conduce una vita talmente regolare e banale, da apparire agli occhi del lettore moderno come impossibile e terribilmente lontana dal vero, seppur non vi siano elementi del fantastico a rendere paradossale o irreale la narrazione. L'elemento più improbabile e straniante rispetto alla moderna ed attuale quotidianità è sicuramente la figura del protagonista della storia: un giovane prete, dalla salute cagionevole e l'animo puro, a cui viene affidata una piccola parrocchia di campagna, in Francia.

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‘Sessanta’, le massime e i pensieri di Ojetti

Ugo Ojetti

Nel giornalismo letterario bisogna distinguere tra "articoli di giornale" e "articoli che escono sul giornale"; in Italia abbiamo avuto dei bellissimi esempi come quelli di Cecchi e Baldini: lavori di artisti che hanno trovato il loro modulo nel taglio dell'elzeviro. Gli articoli di giornale hanno l'aria di obbedire alle necessità dei lettori prima che a quelli che li ha scritti; in questo senso, quelli di Ojetti sono sia articoli sul giornale che articoli che escono sul giornale e fanno letteratura. In altri paesi tutto questo è rappresentato da diari, epistolari, libri di memorie, mentre in Italia, eccezione fatta per Ferdinando Martini, lo scrittore che è riuscito a fare letteratura francese nel più italiano dei modi, è stato proprio Ugo Ojetti, rimediando con il corpus dei suoi articoli che tiene il posto dei diari e delle memorie, in Italia mancanti.

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Pétronille, un sorso di Amélie Nothomb

Petronille

Esistono libri che conquistano e intimoriscono, lasciano irretiti o sconvolgono. Non è sempre possibile aprire un libro e poter dire: lo rifarei ancora, e ancora, di questo libro vorrei ricordare tutto, stampare sulla pelle ogni sensazione. E' esattamente quello che succede leggendo Petronille, un libro leggero, si badi bene leggero ma non frivolo, come questo, di una levità esaustiva e grave, che non può non pesare se si ascolta con gli occhi il messaggio stridente dell'autrice. Si tratta di Pétronille (2014, Voland), il romanzo breve della amatissima Amelie Nothomb, scrittrice nata a Kobe (Giappone) nel 1967, poi vissuta in Asia e America fino a quando non si è stabilita in Belgio, il paese che poi è divenuto la sua casa e dove vive tuttora, quando non si ferma a Parigi.

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La camera azzurra, il romanzo-interrogatorio di Simenon

La camera azzurra (Adelphi, 2003) è un romanzo di Georges Simenon e viene pubblicato per la prima volta nel 1964; esso va collocato nel genere poliziesco per la presenza di un giudice, di un investigatore e di un’atmosfera che ha non poco a che fare con il giallo ma che da esso si diparte in fretta. O, per meglio dire, chi legge quest'opera avrà una sensazione diversa, in cui languore e disgusto sedimentano e stimolano la lettura che non è quello che si prova leggendo un giallo di Agata Christie.

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Il suicidio francese, la critica culturale all’evoluzione sociale di Zemmour

Il suicidio francese

Il suicidio francese del giornalista e scrittore francese di origine algerina Eric Zemmour è stato campione d'incassi in Francia nel 2014 e oggi, alla luce dei tragici fatti di Parigi di una settimana fa, torna di grande attualità insieme ad Oriana Fallaci e a Houellebecq. L'autore, sulla scia de Il male francese (1976) di Peyrefitte, fa un ritratto "nero" della Francia degli ultimi quarant'anni, presentandoci un Paese in declino, come tutta l'Europa e l'Occidente, del resto.

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