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La guerra commerciale-digitale tra Pechino e Washington: Huawei fuori dalla partnership con Google

Non c’è tregua, la guerra commerciale tra Washington e Pechino è inarrestabile. Così anche Huawei è finita nella lista nera statunitense: il colosso cinese, con le sue settanta affiliate, rappresenterebbe infatti un rischio per la sicurezza nazionale degli Usa.

Una sorta di azienda canaglia dietro cui si potrebbero nascondere, a detta della Casa Bianca, attività di spionaggio del governo cinese – tuttavia sempre negate da Huawei. Ed è quindi per difendere la gloriosa bandiera a stelle e strisce che l’intrepido Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo per vietare alle aziende statunitensi di acquistare prodotti dalle aziende canaglia – tra cui figura Huawei –, colpevoli di attentare alla sicurezza nazionale Usa. È questo, secondo il portavoce del ministero del Commercio cinese Gao Feng, un abuso del concetto di sicurezza nazionale, piegato a fini propagandistici per promuovere il protezionismo commerciale.

Con questa drastica decisione – per la cui operatività occorrerà tuttavia attendere almeno 120 giorni –, Huawei si vedrà impossibilitata a comprare tecnologie di aziende americane senza autorizzazione governativa.

Questo è però solo l’ultimo passo nella messa all’indice dell’azienda cinese da parte degli Stati Uniti: già vi era stato infatti il bando di Huawei per quanto riguarda la realizzazione del 5G sul suolo americano. Poi la Casa Bianca aveva invitato anche gli altri Paesi alla proscrizione di Huawei, ma con scarsi risultati: solo Giappone, Nuova Zelanda, Australia e Taiwan hanno seguito l’esempio statunitense, mentre Canada, Norvegia, Svezia, Polonia, Repubblica Ceca, India e Vietnam sono ancora in fase decisionale.

I paesi europei – ad esclusione di quelli già citati – hanno invece preso, più o meno nettamente, le distanze dall’invito di Donald Trump. Per essi Huawei è un operatore di primo piano nei test per il 5G e nelle tecnologie precedenti ed è ormai consolidato il rapporto con gli operatori, convinti che bandire l’azienda cinese comporterebbe dannosi ritardi ed esborsi.

Ma se i Paesi europei hanno disatteso le speranze di Trump, a rispondere prontamente all’appello ci ha pensato Google, con un’azione che andrà a coinvolgere inevitabilmente anche il mercato europeo. Come riportato da Reuters, Google ha infatti deciso di interrompere ogni rapporto commerciale con l’azienda cinese: un’azione forte e dall’enorme portata, a cui si sono adeguate anche le aziende statunitensi produttrici di chip e microchip, come Intel, Qualcomm, Xilinx e Broadcom, che hanno tagliato le forniture destinate al colosso tecnologico cinese.

Un terremoto pronto a sconvolgere gli equilibri all’interno del mercato degli smartphone: tagliata fuori dalla partnership con Google, Huawei si troverà presto a doverne affrontare le difficoltose conseguenze. I suoi device già in commercio, come sappiamo da Il Sole 24 Ore, non riceveranno più gli aggiornamenti di Android e delle app di Google e diventeranno col tempo dispositivi dai software obsoleti, meno performanti e più esposti a rischi.

Ancor peggiore la situazione per gli smartphone non ancora in commercio, per i quali Huawei non avrà più alcuna licenza e sui quali potrebbe installare solo la versione open source di Android, quindi priva del pacchetto delle Google Apps: Huawei risulterebbe così degradata ad un trattamento simile a quello dei marchi minori, con probabili conseguenze negative sul suo prestigio agli occhi dei consumatori.

Come risposta alle crescenti pressioni esercitate dagli Usa, il colosso cinese sta già da tempo lavorando alla creazione di un proprio sistema operativo; non si può escludere che questo possa essere pronto a rimpiazzare efficacemente Android, di fatto riducendo i danni apportati dalla fine della partnership con Google. A Shenzen, inoltre, si iniziano già a produrre chip e conduttori per evitarne l’importazione dagli Usa.

Se dunque la mossa di Google va a minare l’espansione di Huawei al di fuori dei confini cinesi, il colosso di Shenzen non rimane a guardare: quella tra Washington e Pechino è ormai una guerra digitale, economica e geopolitica in continua evoluzione, sempre sul filo dell’alta tensione.

 

Alessandra Vio

About Annalina Grasso

Giornalista e blogger campana, 29 anni. Laurea in lettere e filologia, master in arte. Amo il cinema, l'arte, la musica, la letteratura, in particolare quella russa, francese e italiana. Collaboro con una galleria d'arte contemporanea.

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